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accanto al tuo letto e spesso la tenevi tra le tue mani, e prima di addormentarti le davi un bel bacione. Quante volte ti ho sorpreso nei tuoi baci furtivi a Lei o a Gesù crocifisso al legno della croce! Sai, Amore, mi facevi ritornare a quand’ero anch’io bambina, quando mi rifugiavo nel buio dello sgabuzzino per assaporare la luce di una Madonnina fluorescente.
E là, nascosta, le aprivo il mio cuore. Quando ti sorprendevo in questi atteggiamenti tanto affettuosi con Lei, così vicino a Lei, hai sempre suscitato in me una tenerezza indicibile! E chissà quanta tenerezza hai suscitato anche in Lei e in Suo Figlio Gesù, a tal punto da commuoverli ed aprirti anzi tempo il Paradiso. Immagino il Loro sguardo innamorato anche quando, nella cappella delle suore di S. Madre Teresa di Calcutta, sognavi beato o quando, con il passare dei mesi, gattonavi da una suora all’altra “rubando” e scambiando le corone del Rosario che tenevano nelle mani. Loro cercavano di riacciuffarle, ma sempre in modo molto delicato per non interrompere il tuo sorriso d’incanto.
Quando il nostro don Carlo, con cui ti piaceva tanto andare in montagna, è stato trasferito in un’altra parrocchia, mi hai detto in occasione della sua festa di saluto: “Don Carlo mi piace tanto e mi spiace che se ne vada; anche io vorrei fare il prete come lui!”.
E quanto ti piaceva il film: “Preferisco il Paradiso”, di cui spesso cantavamo il motivetto, soprattutto quando andavamo in bicicletta. Pure al tuo funerale e al cimitero è stato intonato, sapendo che ora è la Casa dove tu dimori insieme a Gesù e alla nostra cara Mamma di Cielo.
SPIRAGLI DI CIELO
“Chi è saggio comprenda queste cose, chi ha intelligenza le comprenda; poiché rette sono le vie del Signore, i giusti camminano in esse, mentre i malvagi v’inciampano”. (Os 14,10)
Ho capito di aspettarti, a Medjugorje, in occasione della festa dell'Immacolata concezione di Mariadel 2010. Era la quinta volta che vi tornavo con il tuo papà e fratelli..e pensa che, nella prima festa dell’Immacolata celebrata in quel paese benedetto, portavo nel grembo tuo fratello Michele!
Da quel giorno, come ogni giorno successivo della tua vita, ti ho consacrato alla Madonna e ho imparato, pian piano, a riconoscere sempre di più nel tuo sguardo lo scintillio di un Cielo che non era il nostro. Il tuo ardente desiderio era quello di: “fare la Comunione con Gesù”, e di vedere la Madonna.
Mi ha colpito tanto che, mentre in passato insistevi che io fossi la mamma più bella della terra e del cielo, ultimamente avevi accettato che Maria lo fosse ancora più di me. Forse l’avevi vista? Forse era venuta a prepararti per il Grande Viaggio?
Uno degli ultimi tuoi pomeriggi mi avevi detto che non sapevi se accettare l’invito del tuo cuginetto Riccardo, quest’estate al lago, perché altrimenti io non sarei “resistita” senza di te. Ed io, ignara del tuo biglietto già preparato per il Paradiso e pensando solo a pochi giorni di distacco, ti ho risposto:“Ma tesoro, io sono felice se lo sei anche tu! Anche durante la tua partecipazione a scuola natura ho resistito”. “Davvero mamma?”, mi risposi. “Ma certo – ripresi - se tu sei felice anche il mio cuore è felice!”. E tu hai sorriso, e mentre sorridevi pensavo alla tua somiglianza con il piccolo attore del film “Marcellino pane e vino”. Avevi lo stesso scintillio degli occhi.
In quanto a ricevere Gesù nella Comunione, era un tuo insistente desiderio, tant’è che avevi chiesto al nostro amico don Carlo di darti l’ostia, anche se in età molto giovane. Ricordi che cosa ti ha risposto? “Non hai bisogno di ricevere l’ostia per far la comunione; basta che tu chiami Gesù nel tuo cuore e Lui viene”.Ma a te, quella “soluzione” non bastava. Ci avevi provato anche con l’ “amichetta” Madre Eleonora: “Ma se sei la sposa di Gesù, non me lo puoi portare? (l’ostia) Se non me Lo porti, non sei una vera amica!”. Anche negli tuoi ultimi giorni terreni, mi avevi detto: “Mamma io voglio farla veramente la comunione con Gesù, ma non come dice don Carlo!”. Ed io con tanta tenerezza a risponderti: “Tesoro,prova a richiederglielo, magari te la anticipa”. E tu, pronto: “No, lui non me la fa fare,e poi ha cambiato anche la chiesa”. Ed io, pensando alla bianca ostia, a ribatterti: “Allora chiedilo direttamente a Gesù. Secondo me, ti aiuterà Lui a trovare il modo”. E tu mi hai risposto con il tuo luminoso sorriso.
Ricorderò anche per sempre, la domenica delle Palme di quel 2012, era il primo di aprile. Insieme a tuo papà abbiamo deciso di consacrare tutta la nostra famiglia al Cuore di Gesù per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, che abbiamo sentito sempre come il nostro vero rifugio.
Teniamo ancora nella nostra sala il quadro del Sacro Cuore che le Suore di Madre Teresa ci hanno regalato, per quell’occasione benedetta, quando sono venute a casa nostra insieme a Padre Gianmarco (il frate cappuccino che mi aveva indirizzato a loro mentre ero in dolce attesa di te e che aveva concelebrato al tuo Battesimo).
Quanto ti piaceva che ti raccontassi di Gesù!Volevi sapere di Lui soprattutto quand’è stato bambino come te e ti piaceva moltissimo ascoltare quando ti leggevo qualcosa di Lui. E poi mi chiedevi sempre perché l’avessero ucciso, visto che era tanto buono.
Ogni anno tornavi con noi a Medjugorje, quando lo scorso agosto, Giancarla ci ha chiesto: “Ma perché andate a Medjugorje sempre di agosto?”,prima che potessi spiegarle fosse il periodo proposto dalla Comunità Cenacolo (altro tuo meraviglioso dono a noi), per il pellegrinaggio delle famiglie,tu, sicuro, hai esclamato: “ ma perché ad agosto c’è il mio compleanno!”.
Come vedi, tesoro, la tua è stata una vita terrena molto breve, ma riccamente accompagnata dalla Luce soprannaturale di Dio che costantemente vegliava su di te, come su di un piccolo fiore di campo. (Cfr. 6,28-30). Per chi ti sta conoscendo attraverso questa mia lettera, è anche importante che sappia che, oltre a S. Daniele Hekic’, avevi anche altri Amici santi: Madre Teresa,San Padre Pio, santo che avevi “pescato” in occasione di una “pesca di santi”; don Carlo Gnocchi, di cui tenevamo in casa una reliquia, su cui abbiamo pregato spesso e che anche tu, più volte hai baciato. Ricordo molto bene che nel giorno in cui hai iniziato a sentirti male, noi proprio in quel momento, stavamo regalando la reliquia di don Carlo Gnocchi ai genitori del nostro piccolo amico Carletto, nato da pochi mesi, ma affetto da una sindrome genetica. Al tempo della sua nascita, noi ci trovavamo a Medjugorje e pregavamo per lui. Carletto è il primo ad avere beneficiato della tua salita al Cielo perché, mentre verso le ore 12,00, del 6 marzo, staccavano la spina ai macchinari che ti tenevano in vita artificialmente (il tuo cuoricino si era già fermato prima)lui, improvvisamente si è messo a sorridere e a ridere guardando il Cielo. Questa sua reazione era così insolita che la sua mamma l’ha perfino filmato! Solo lui sa che cos’ha visto e sentito in quel momento! Chi era accanto a lui, ha solamente potuto rendersi conto che in quel piccolo era avvenuto qualcosa di straordinario. C’era ben un motivo se un giorno Gesù ha detto a Suo Padre: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te?”. (Mt 11,25-26).
Un altro Amico è San Bartolo Longo. Quando avevi solo pochi mesi di vita, ci siamo recati in pellegrinaggio a Pompei e là, tu ti sei ammalato seriamente di bronchiolite. Spesso mi sono rivolta in preghiera alla Vergine del S. Rosario e a san Bartolo. Fatto sta che tu ti sei miracolosamente ripreso senza bisogno di alcun ricovero in ospedale. E pensare che, di solito, quando i bambini sono piccoli, com’eri tu, allora, dalla bronchiolite non si riprendono facilmente se non sono messi sotto ossigeno. Tu invece, dopo quest’episodio, praticamente non ti sei più ammalato, fino all’ultima febbre che è diventata la tua via al Cielo. In quegli ultimi due giorni di vita la nostra amica Raffaella ti aveva portato la reliquia dei coniugi Martin, genitori di Santa Teresina del bambin Gesù, sicuramente anche loro ora tuoi grandi amici.
Nella piccola bara che ti ha accolto, ti ho messo in mano la loro immaginetta, legata col rosario di madre Teresa alle altre dei tuoi amici Santi: oltre a quelli già citati anche Papa Giovanni Paolo II,Carlo Acutis, Chiara Corbella, S. Teresina, S. Riccardo Pampuri… perché i loro volti in Paradiso potessero risultarti famigliari (eccetto la nostra cara Dina, “nonna acquisita”, non ci sono altri parenti in Cielo da te conosciuti), e sono convinta che anche loro siano venuti il giorno del tuo funerale per accompagnare la tua anima in Cielo.
Mentre ti mettevo in mano le immaginette mi sembrava che anche tu condividessi la loro stessa santità: ad un certo punto mi è persino sembrato di risentire la pulsazione del tuo cuore. Papà mi dice che “me lo sono sognato”; però la tua cute era calda e non presentavi alcun segno di rigor mortis. Chiunque ti vedeva, rimaneva colpito dalla bellezza e dalla serenità del tuo volto, tanto che alcune mamme hanno persino deciso di portare i loro figli, i tuoi amichetti, a salutarti e lasciarti i loro giochi per il tuo ultimo viaggio.
La mattina del tuo funerale,che fatto straordinario! Sono sbocciati in tutta Milano, almeno un milione di “Non ti scordar di me” ed io ho subito pensato che fosse un tuo dono. Erano davanti alla Camera ardente, davanti al Santuario dove ti abbiamo vegliato prima del funerale,davanti alla chiesa parrocchiale dove è stato celebrato il tuo funerale, al cimitero. Poi mi son detta: "Ma, magari è solo un caso", ma, mentre pensavo questo,ecco che un'amica, ma che non ci si frequenta molto, e che quindi non poteva sapere che proprio quelli fossero i nostri fiori preferiti, è arrivata da me con un mazzolino proprio di “Non ti scordar di me”, dicendomi: "Spero non ti dispiaccia se accanto a tutti gli altri bellissimi fiori che sono in chiesa, aggiungo anche questo mazzolino. Sono spuntati oggi in tutta Milano e mi sono sentita di raccogliere questi per voi". Daniele caro, anche quand’eri nella tua piccola bara bianca, eri bellissimo e sorridevi ancora.
SEMBRAVA AVESSI FRETTA, QUASI UNA FEBBRE DI VITA
“Questo vi dico fratelli: Il tempo ormai si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; coloro che piangono, come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo”. (1 Cor 7,29-31)
E come ti piaceva ascoltare quando ti leggevo qualcosa. Soprattutto la sera quando mi portavi un libro perché, accompagnandolo anche dagli immancabili abbracci, avessi a ricevere anche una buonanotte “a parole” e, a volte,con una poesia. E tu pur di farmi piacere, tentavi addirittura di impararle a memoria!
Ecco perché ora ti ri-dedico la tua poesia preferita, forse l’unica che avevi imparato interamente:
“Quando il leoncino fa colazione
la leonessa ridiventa giovane.
Quando il fuoco reclama la sua parte
la terra avvampa.
Quando la morte le parla dell’amore
ha un fremito la vita.
Quando la vita gli parla della morte
ha un sorriso l’amore”.
J. Prevert
E come dimenticare la tua festa di compleanno "a giugno”, sognata da te fin dall’anno precedente?
E noi, che,a motivo del tuo insistente desiderio, abbiamo acconsentito di anticiparla di due mesi?
Perché a giugno e non al 17 agosto?“E’ ovvio: a giugno ci sono tutti i miei amici. Ad agosto no. E io, invece voglio che ci siano proprio tutti!”. Quanta simpatia, quanta festa in quel giorno! Ricordo che tuo papà, per farvi ridere, si era travestito da beduino e, insieme a voi, cercava di ritrovare i suoi cammelli perduti. Come io, che sto ora scrivendoti, sto cercando di ritrovare la lucentezza dei tuoi occhi in quel giorno. Che bello quando, la sera, stanco e felice mi hai gridato: “Mamma è stato Il giorno più bello della mia vita!” e subito dopo: “Mamma, ma adesso, quando la rifacciamo?”. Inutile spiegarti che bisognava attendere un anno, che dodici mesi hanno un loro corso e che anche la pazienza è una virtù. Ma già la tua anima abitava il Cielo. Non mancava occasione che non mi chiedessi: “Mamma, quanti giorni mancano a giugno?”, sognando insieme quali giochi e travestimenti avrebbero potuto rallegrare te e i tuoi amici. Che spasso quando osavo esplorare se proprio giugno fosse il mese migliore e se, invece, non fosse pensabile anche di settembre?Mi guardavi con il tuo sguardo sornione e irresistibile e tagliavi corto: “Ma mamma, giugno ... è ovvio".
Sembrava avessi fretta, quasi una febbre di vita, quasi presentissi quella febbre che ti ha rubato la vita, tre mesi prima di giugno. Poi potevano aspettare la nanna, i vestiti, i compiti, la doccia e persino le cene (eppure mangiare non ti dispiaceva affatto), ma non potevano mai attendere i giochi e le feste, come tutte le cose più belle e i giorni “migliori della vita”.Quante volte mi hai ripetuto: “Oggi è stato il giorno più bello della mia vita!”. Me lo hai detto per la tua festa di giugno e te l’ho sentito ripetere anche per la festa del tuo cuginetto Richi al lago, o per le altre festicciole e merende con gli amici. Ancora me l’hai sussurrato quando ti ho portato con me a nuotare oltre la boa (e nessuno voleva crederci!), o quando c’era la neve con cui giocare o sciare. Insomma eri felice sempre e di tutto.
L’ultima nostra sciata è stata lo scorso febbraio ai Piani d’Alba in Val di Fassa in Trentino Alto Adige, vicino alla località di Campitello dove eravamo soliti andare con i nonni materni. Ti brillavano così tanto gli occhi che, nonostante io avessi il dito rotto, non ho resistito a seguirti sulla pista luccicante di sole e, ancora adesso, mi chiedo se fosse più luccicante la neve o il tuo ridente sguardo. Come amavi la neve! Pensa che è dovuta scendere a marzo per convincerti a salire là dove gli angeli ne disegnano i fiocchi. Ed io che cosa ti dissi anche in quell’ultima occasione?“Ma amore, hai tutta la vita davanti, come fai a sapere che è stato il giorno più bello della tua vita?”. E invece avevi ragione tu … avevi sempre ragione tu! Tesoro, tu per arrivare al culmine dell’Amorec’hai impiegato sei anni, quasi sette. Sei un vero Capolavoro del Padre! Noi siamo ancora in cammino, un lungo cammino.
FESTA IN PARADISO: AD LUCEM PER CRUCEM
“Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a voi queste cose. Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino. Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l’acqua della vita”. (Ap 22,16-17)
Ed ora, Daniele caro, con la consapevolezza del poi, provo a riscrivere i tuoi tre ultimi giorni di passione terrena. A tutt’oggi ancora mi sembra ancora tutto un sogno … forse qualcosa di preavvisato, sebbene solo ora inizi a collegarne i segni. Ti racconto ancora questo: se ti ricordi, nel mese di agosto del 2017, puntualmente come ogni anno, siamo andati in pellegrinaggio a Medjugorje con la Comunità Cenacolo e, approfittando del viaggio, siamo passati per l’isola di Badja, dove abbiamo incontrato padre Jozo, il primo parroco di Medjugorje al tempo delle apparizioni. Ci ha accolti benevolmente e ci ha benedetti. Fin qui la cosa potrebbe apparire abbastanza normale. Se non che, prima ha benedetto me, poi gli altri, quindi ha benedetto te soffermandosi a lungo e imponendoti le mani sul capo; infine è ritornato a benedire me un’altra volta. Al momento ricordo di avere gioito per quella “sorta di predilezione”, ma ora, credo, che lui, invece, avesse avvertito che di lì a pochi mesi una “spada mi avrebbe trapassato l’anima”. (Cfr. Lc 2,35)
PRIMA DELLA FEBBRE
Ricordo il tuo cuore puro,grato e brillante d'amore: quante volte mi hai detto abbracciandomi: “Mamma, sei la migliore mamma del mondo!”. Nell’ultima settimana eri però ancora più affettuoso del solito: ci cercavi di più, ci abbracciavi di continuo e avevi per noi parole di affetto e delicatezza estrema. Con me insistevi su quanto fossi la mamma più bella e più intelligente del mondo. Ed io che ti rispondevo: “Tesoro, nessuna mamma del mondo ti vuole bene come me, ma forse una più bella o intelligente di me si può certamente trovare”. “Ma no, è impossibile!”, mi rispondevi ridendo sornione con quel tuo sguardo irresistibile. “Che sei la più bella è ovvio, - proseguivi - , ma anche la più intelligente; nessuno è bravo nel fare i compiti come te!”. “Ma sei solamente in prima elementare,tesoro – ti rispondevo – e con il passare del tempo potresti cambiare idea”. “Impossibile mamma, non la cambierò mai! E poi sai aiutare anche Michele e i suoi compiti sono difficilissimi!”.
Uno degli ultimi rientri dal lavoro, giovedì o venerdì, mi hai abbracciata fortissimo continuando a dirmi quanto ti fossi mancata, ed io ricambiando il tuo tenerissimo abbraccio: “Anche tu, tesoro, ma abbiamo davanti tutta la vita!”. “Non importa mamma, - mi hai risposto, - ora abbracciami!”.
Il tuo amore, però, non era solo per me. Ti ricordo giocare sul divano con Michele e dirgli: “Sei il fratello migliore del mondo!”. Sai, a ripensarci adesso,anche Angelica era convinta che tu, in un certo qual modo, già sapevi che quelli sarebbero stati i tuoi ultimi abbracci sulla terra.
Per te ha poi scritto questa piccola poesia, intitolata
Al mio bambino preferito:
“Dame un piecito,
uno tropiecito”
vestiti fumanti per coccolare
il tuo corpicino d’infante.
Dai calzini alle scarpe
Tutto bello elgante…
I nostri giochi!
Le nostre gare di ballo e di lotta!
Quell’ultimo abbraccio
Così forte, così inaspettato e sincero
Mi stavi salutando vero?
“Sono davvero il tuo bambino preferito Angelica?”
Sempre!
(Angelica è una signora che ci aiuta in casa e che faceva compagnia a Daniele nei giorni in cui non andava a scuola).
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