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1 LUGLIO 2019
Per il nostro Amico la giornata iniziò abbastanza presto, in quanto doveva recarsi digiuno all’ospedale di Alba per gli esami del sangue; è per questo che, stanco dal giorno prima,non fu un risveglio dei più tranquilli… Tutto sommato il resto della mattinata trascorse tranquillamente, addirittura arrivò lo zio Guglielmo con quattro pesciolini rossi, uno a testa, e Samuele aiutò a metterli nell’acqua. Mentre stavano pranzando, arrivò la felicissima notizia: SAMUELE ERA STATO PROMOSSO! Il giovane era felicissimo e con lui tutta la famiglia, tanto che si era deciso per l’indomani di festeggiare andando tutti insieme a fare una gita in montagna… ma la cosa non si poté realizzare sulla terra, perché Samuele aveva già pronto il biglietto d’ingresso per la festa in Cielo. E poi via con gli amici a Novello… quello doveva essere un pomeriggio speciale. E veramente così fu!
VERSO LE ORE 17,00
Samuele stava per tornare a casa, perché avrebbe dovuto portare sua sorella Miriana ad Alba. Il tratto di strada che stava percorrendo era un rettilineo con nessun ostacolo particolare. Per cause tutt’ora sconosciute, pur viaggiando con la dovuta prudenza, forse perché cercò di evitare un animale che gli attraversò la strada all’improvviso, cosa frequente nel territorio di Langa, forse per evitare chissà quale altro ostacolo… sta di fatto che iniziò a sbandare; un paio di macchine che venivano dall’altro lato della strada riuscirono a schivarlo in modo tale che, se avesse continuato in quel modo, inevitabilmente sarebbe uscito di strada fermandosi nel campo lì appresso. Ma non fu così, perché sopraggiunse una terza macchina che, sicuramente andando a velocità sostenuta,causò un tremendo scontro contro la fiancata dalla parte destra della macchina del giovane. L’impatto fu così forte che Samuele batté la parte destra del capo così violentemente che subito passò da questo mondo al Padre.
In quel tragico momento, era necessario contattare i genitori e quella parte toccò a un nipote di Maurilio che abita lì vicino: “Ciao zio, dov’è Samuele?” e nello stesso istante arrivò un’altra chiamata da un amico che disse “mi sembra che sia la sua macchina…”. Appena arrivati sul posto constatarono che purtroppo la macchina era proprio quella di Samuele. A prima vista la cosa non sembrò vera, perché lui sembrava dormire appoggiato al sedile della macchina che era distrutta, un groviglio di lamiere. Ma Samuele non era più lì, era già in quel Cielo che spesso amava contemplare nelle sue giornate. Quante volte per lunghi momenti i suoi occhi azzurri si erano mescolati con l’azzurro del cielo e chissà quale misterioso dialogo s’instaurava tra loro due!
COINCIDENZE O DIOINCIDENZE?
“Sapete interpretare l’aspetto del cielo e non sapere distinguere i segni dei tempi?”. (Cfr. Mt 16,3)
LA SORELLA
Samuele un po’ prima di uscire per andare a trovare gli amici, alzando gli occhi verso il balcone di casa, vede sua sorella Angelica e la saluta in modo così affabile, fissandola negli occhi, tanto da non sembrar vero nemmeno alla sorella stessa. Normalmente non faceva così! Spesso aveva il cellulare in mano, metteva la musica ad alto volume, saliva in macchina, magari mal sopportando (come ogni giovane) le raccomandazioni alla prudenza, e partiva.
LA FOTO
In quel frangente di tempo anche a mamma Bruna succede una cosa particolare che, tuttavia, solo dopo riuscirà a “leggere” in una luce speciale. Dopo aver intrattenuto e servito alcuni clienti, riassettò tutto e, sapendo che al piano superiore avevano già riordinato le ragazze, decise di sistemare alcuni cassetti pieni di fogli lì ammucchiatisi con il tempo e da tanto non più utilizzati. Mentre stava facendo quel lavoro, ecco tra un foglio e l’altro saltar fuori una foto di Samuele scattata nel giorno della Cresima. Fu la sua ultima foto cartacea, perché quelle successive erano state scattate tutte sul cellulare. Come quella foto fosse finita lì, nessuno lo sa e perché mamma Bruna l’avesse “scoperta” proprio quel giorno, nessuno lo sa. Lei fu la prima a rimanerne meravigliata a tal punto che disse tra sé: “Ma guarda te, come ha fatto a finire qui? La metto da parte e appena posso la faccio incorniciare”. Una manciata di ore dopo, quella foto, servirà per il manifesto funebre di Samuele.
STRANA CALMA
Allertato dall’annuncio del nipote, papà Maurilio si precipita sul luogo dell’incidente e là giunto, resosi conto di quant’era successo, dice tra sé: “Ecco che cos’era quella specie d’angoscia che mi ha accompagnato negli ultimi tre giorni (e il numero tre nella Sacra Scrittura ha sempre un significato particolare, specialmente se legato alla Risurrezione di Gesù). Eppure non capivo! Mi interrogavo con insistenza sul perché di quel malessere in quanto quello era un periodo dove tutto sembrava procedere bene, a partire dalla salute, al lavoro, i figli, la fede, la serenità in famiglia… proprio non capivo”. In quel momento per Maurilio tutto fu chiaro. Si avvicinò alla macchina, prese le mani ancora calde di Samuele e provò a chiamarlo più volte perché sembrava veramente che dormisse. Ma il figlio non rispose agli appelli del padre. Continuò il suo sonno ormai proiettato in un’altra dimensione. Da quel momento in poi sarebbe diventato l’Angelo della sua famiglia, proprio come aveva ascoltato nel giorno della sua Cresima: “Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero che preparerà la tua via davanti a te” (Mt 11,10). Da quel momento in poi, il dolore circonderà il cuore di questo papà, ma non lo invaderà mai, anzi si riempirà di pace, perché in lui arrivò ben presto il DONO DELLA CONSOLAZIONE!
“Il Dio di ogni consolazione consola i suoi figli in ogni loro tribolazione perché, a loro volta, possano consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di tribolazione, con quella consolazione con cui lui stesso è stato da Dio consolato” (Cfr.2 Cor 1,3-4). Da quel momento in poi Maurilio scoprirà un’altra sua vocazione: il ministero della consolazione.
IL RAGGIO DI LUCE
Intanto avvisate dal padre, poco dopo arrivarono sul luogo anche la sorella Miriana e mamma Bruna. Anche loro non poterono subito avvicinarsi al corpo di Samuele; in un primo tempo, la madre specialmente fu trattenuta da alcune persone lì presenti che, vedendo come era conciata la macchina, le sconsigliarono di avvicinarsi… quasi quasi lei non sarebbe andata. Miriana, invece, non esitò nemmeno un solo istante; partì e si diresse verso l’auto. Quando mamma Bruna vide il coraggio della figlia, pensò tra sé: “Ma come, ha il coraggio di andare lei che è sua sorella, e per di più è più giovane, e non ci devo andare io che sono la sua mamma?”. Prese il coraggio a due mani e vi andò anche lei. Vide Samuele che sembrava dormire, provò a chiamarlo… ma, come successe un po’ prima col papà, Samuele non rispose. Ed è lì che capitò un fatto particolare. Quel pomeriggio il cielo era ben nuvoloso, tanto che non molto dopo le diciassette iniziò a piovere, obbligando tutti ad allontanarsi da quel luogo. Tuttavia mentre la cognata Beatrice, anch’essa ben provata nella vita, assisteva a quella scena pietosa e cercava di donarle qualche parola di consolazione, come d’improvviso il cielo plumbeo si squarciò nel mezzo e, per qualche minuto lasciò filtrare un raggio di luce che investì il corpo di Samuele. Mamma e cognata alzarono gli occhi al Cielo e Bruna disse tra sé: “Ecco la Luce è venuta a prendere l’anima di Samuele per portarla in Cielo!”. In quel momento anche Bruna ricevette il DONO DELLA CONSOLAZIONE che inondò il suo cuore di pace, quella pace che Dio dona a coloro che confidano in Lui. Ora Samuele è chiamato a passare il suo Cielo facendo del bene sulla terra.
DULCIS IN FUNDO: LA STELLA DI SAMU!
Mamma Bruna e papà Maurilio, dovettero comunicare anche alla piccola Isabella quanto era successo al suo amatissimo fratellone; ma come fare per non causarle un trauma incancellabile? Adottarono allora la classica formula “Samuele è volato in Cielo insieme agli Angeli; è diventato anche lui una bellissima stella luminosa”. Dal momento in cui la piccola sentì questa spiegazione, la fece sua e tutte le volte che la sera vede nel cielo una stella più luminosa di tutte le altre, immancabilmente a chi le sta vicino dice: “Guarda la Stella di Samu!”, strappando un sorriso a chiunque. In questa sua innocenza, non ci ricorda forse l’espressione del profeta Baruc? “Le stelle brillano dalle loro vedette e gioiscono; egli le chiama e rispondono: Eccoci! E brillano di gioia per Colui che le ha create” (Bar 3,34-35).
il cuorE vede meglio degli occhi
“Un cuore lieto rende ilare il volto”. (Pr 15,13)
Prima di parlare di Samuele, voglio dire che potrò raccontare di lui solamente partendo dalla frase tratta da “il Piccolo Principe” di Antoine De SaintExupery: per essere felici è essenziale “vedere con il cuore”.
Ho avuto la gioia di incontrare per la prima volta Samuele sui banchi della scuola media di Barolo; ricordo molto bene quegli occhioni azzurri che subito mi hanno trasmesso tanta semplicità, cordialità e purezza. Durante il primo appello timidamente rispose “presente” e subito il suono sottile della sua voce raggiunse il mio cuore; in quel momento percepii che era un alunno speciale e poco dopo ebbi la certezza che le mie sensazioni erano vere.
Oltre ad avere Samuele come alunno, ho accompagnato parte del suo cammino di formazione con gli incontri di catechesi cresima e giovani, ed è stato proprio in quei momenti che ho potuto conoscerlo da vicino in maniera più profonda.
Gli sguardi di Samuele racchiudevano un segreto custodito, un mistero, con il quale lui sapeva comunicare. Il suo cuore era il luogo in cui ogni parola si fondeva nel silenzio, dove ogni conoscenza diventava un abbraccio con le emozioni, un silenzio traboccante di semplicità che lui sapeva trasmettere. I suoi occhi erano lo specchio dell’anima, genuinità, riflessività, verità autentica che apprendevano e accoglievano la meraviglia, sapevano comunicare senza usare le parole, vedevano utilizzando la stessa frequenza, la frequenza dell’amore. Aveva la capacità di osservare il dettaglio, di guardare con il cuore, di apprezzare le piccole cose, che la quotidianità gli offriva.
Quando mi hanno chiesto una testimonianza su di lui subito l’ho sentito vicino, mi è sembrato di risentire la sua voce, e mi è tornato in mente il messaggio con cui mi informava orgoglioso della sua promozione: “Ciao Paola, finalmente ho finito, sono stato promosso, ora inizia una nuova avventura, aspettiamo gli altri e poi festeggeremo”, giorno in cui il destino lo ha portato via da noi.
Ho imparato a conoscerlo osservando attentamente i suoi atteggiamenti quando partecipava agli incontri del gruppo giovani, quando andando ad Altavilla per i ritiri spirituali ci si soffermava a parlare, a ridere, giocare, scherzare. Tutte le volte che proponevo un incontro con il gruppo a casa mia per condividere momenti di riflessione lui era il primo ad arrivare, prima con mamma Bruna poi da solo con la sua moto, e quando entrava in casa salutava con un“Ciao Paola, Ciao Frank. Sono il primo?”. Samuele era sempre presente con la sua timidezza e gentilezza che lo caratterizzavano, era proprio in questi incontri che insegnava a noi come il cuore poteva vedere meglio degli occhi. Ricordo quanto fosse bello il suo sorriso, un sorriso che sapeva parlare e mai criticare, proporre e mai imporre, aiutare e mai far pesare la sua presenza.
Sempre sfogliando tra i ricordi ho ripreso gli appunti utilizzati ai vari incontri, incontri che si concludevano sempre con una tisana, o una torta, o una cena… e proprio in quegli scritti ho ritrovato i promemoria di alcuni momenti significativi, i biglietti che riportavano il gioco spalla-piede-mano, le tracce delle cacce al tesoro, le foto fatte a sorpresa, l’elenco delle squadre o delle coppie di gioco, i percorsi tracciati da fare bendati, guidati solo dalla voce del compagno. Ho anche recuperato l’ultimo schema della serata ad Altavilla di fronte al falò, iniziata con la preghiera: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”, proseguita con il canto “Il Disegno” (Avevi scritto già il mio nome lassù nel cielo, avevi scritto già la mia vita insieme a te, avevi scritto già di me) e la riflessione sull’importanza del silenzio (Il silenzio è il linguaggio dell'amore, è il modo adottato da Dio per bussare alla porta ed è anche il nostro modo di aprirgli) e conclusa con il canto “Te al centro del mio cuore” e la lettura delle meditazioni personali. Alcune di queste meditazioni sono poi state bruciate nel falò, altre invece incollate sul cartellone utilizzato il giorno seguente durante la Santa Messa celebrata in presenza dei genitori; cosa singolare è che tra tutte queste riflessioni, due molto significative mi hanno particolarmente commosso e portavano la firma di Samuele:
“Ci sono momenti in cui le preghiere sono spontanee e facili in cui le parole non servono e preghiamo in silenzio”, e ancora: “Chiudo gli occhi e mi concentro sul presente, libero la mia mente dalle preoccupazioni e dai pensieri ed esprimo il mio desiderio di stare vicino a Dio”.
Samuele, è volato via come un soffio di vento, era un ragazzo unico, speciale, trasparente, onesto, corretto, leale, autentico e buono. Lui sapeva parlare in modo semplice e naturale, amava la vita, aveva la capacità di volere bene senza limiti, di accettare gli altri così come erano, senza pretese di cambiarli. L’amore per le piccole cose, per la gioia, la grande bontà d’animo, il suo entusiasmo, la sua allegria, la sua generosità e il suo altruismo hanno fatto di lui una persona singolare ed indimenticabile. Un ragazzo senza malizia e con tanta voglia di costruirsi il proprio futuro; sapevo bene chi era e chi sarebbe potuto diventare, ma mai avrei pensato che sarebbe così presto diventato un “angelo". Ha lasciato un grande vuoto, la sua sincerità, il suo modo di vedere la vita e di affrontare il mondo, la sua serietà che diventava simpatia all'occorrenza, il suo essere amico e confidente, il suo essere custode prezioso di tanti segreti hanno fatto di lui un amico ed un alunno speciale da prendere come modello di bontà, come esempio di sensibilità e di grandezza d'animo.
Ringrazio il Signore per avermi regalato un amico come Samuele, per avermi dato la possibilità di conoscerlo e permesso di condividere con lui emozioni ed armonia. Grazie, perché Samuele con la sua vita semplice, con le sue azioni generose e con il sorriso dell’amore, ha sempre suggerito che “dare” senza aspettarsi il contraccambio si trasforma in un “ricevere” traboccante.
Paola Marengo.
NON TEMERE
Come dimenticare quel bambino tanto timido, riservato, con due occhioni azzurri e luminosi? Non ero la sua maestra, ma agivo sulla sua classe in qualità di insegnante di potenziamento sulle attività di laboratorio. Di lui mi rimase impresso l’atteggiamento di disponibilità nell’aiutare i compagni con maggior difficoltà ad inserirsi nel gruppo classe, in particolare gli extra comunitari da poco arrivati. Passando poi nelle medie, ci siamo persi di vista. Da allora rimasi la mamma di Roberto, amico di suo cugino Francesco, e, quando avevamo l’occasione di incontrarci nelle vie del paese, non mancava mai un reciproco saluto gentile.
Qualche mese dopo che Roberto, causa un grave incidente sul lavoro, nacque improvvisamente alla vita del Cielo, mi capitò questo aneddoto che non dimenticherò mai. Con mio marito Giorgio eravamo andati fino al cimitero di Monforte a fare una visita a nostro figlio. Come le altre volte ne sono uscita con il cuore straziato. Arrivati nella piazzola panoramica di Novello, Giorgio decise di fermarsi a guadare con il cannocchiale se nel bosco sottostante ci fossero stati dei caprioli. Io non volli scendere dall’auto, preferendo rimanere immersa nei miei pensieri. Da lì a poco arrivò un gruppo di ragazzi con la moto e si fermarono vicino alla macchina. Tra costoro c’era anche Samuele.
Non so dove e come abbia trovato il coraggio di fare e dire ciò che ha detto e fatto. Mi ha intravisto dal finestrino aperto, è sceso dalla moto, si è levato il casco e, vedendomi tanto triste, dopo avermi salutata, si mise a parlare rivolgendomi espressioni di consolazione. Con orgoglio mi raccontò anche che ormai era pronto a sostenere l’esame di maturità. Sicuramente apprezzai quel gesto, soprattutto conoscendo la sua timidezza, ma le parole che mi hanno toccato nel profondo furono queste: “Non temere, ora Roberto ti è ancora più vicino!”. E, pronunciando quelle parole, mi appoggiò la mano sulla spalla. Il suo sguardo mi colpì, perché era profondamente intenso. Non aspettandomi né quel gesto di sincero affetto, né quelle parole di accorata partecipazione al mio dolore, fu quasi come una doccia fredda. Non avrei potuto ricevere parole più giuste al momento giusto! Dopo di ciò mi diede la mano e tornò dai suoi amici. Circa un anno dopo anche Samuele sarebbe stato vicino al mio Roberto, insieme per tutta l’eternità. Da quell’incontro in poi, ogni volta che mi reco al cimitero da Roberto, pur avendo sempre il cuore ferito, non esco però più con l’angoscia di prima, bensì con un senso di pace e desiderio di continuare a combattere.
Rosalba
A luglio ho perso un Angelo in un mondo di coriandoli,
subito fu il panico, ora è Luce accanto a me,
e a volte basta un attimo, uno sguardo azzurro, un palpito
e avere accanto l’Angelo è ancora realtà.
Di questa terra arida mi può spiegare il vivere
una preghiera lacrima, il senso del non dire.
È il Divino che c’è in noi, come il battito di un ciglio
Per credersi magia nel tempo che non c’è.
(Zio Guglielmo, scrittore)
SOTTO LA LENTE DI INGRADIMENTO
“Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova trova un tesoro. Per un amico fedele non c’è prezzo, non c’è peso per il suo valore. Un amico fedele è un balsamo di vita, lo troveranno quanti temono il Signore. Chi teme il Signore è costante nella sua amicizia, perché come uno è, così sarà il suo amico” .
(Sir 6,14-17)
“Ognuno ama il suo simile”, dice un antico adagio, così che Samuele seppe scegliersi degli amici con la A maiuscola, proprio come desiderava essere lui per e con gli altri. Due in particolare erano i suoi preferiti: Riccardo e Francesco, forse perché, abitando vicini, erano più agevolati nell’incontrarsi, o forse perché molto simili di carattere. Sta di fatto che tra loro tre nacque un’amicizia talmente forte che, quando la piccola sorellina Isabella sentiva arrivare le loro moto in cortile, diceva spontaneamente: “Samu, sono arrivati i tuoi fratelli!”. Interessante da annotare è questo, che saranno proprio i suoi amici a “tirarlo fuori” dalla sua marcata timidezza tanto che, se prima erano i suoi genitori a dirgli di uscire un po’ di casa, poi ci prese talmente gusto che diventò difficile trattenerlo. Apriamo allora questi “due diari”.
RICCARDO
Con Samuele ci siamo conosciuti nelle scuole medie e da allora non ci siamo più mollati; otto anni di Amicizia con la A maiuscola in quanto eravamo due persone tranquille, addirittura siamo stati spesso anche compagni di banco sia alle medie sia alle superiori. Infatti dopo la media frequentammo la stessa scuola: l’Istituto di Agraria Umberto I di Gallo Grinzane (CN). Noi due abbiamo iniziato a legare maggiormente verso la terza media anche perché entrambi appassionati di moto, ci piaceva il modello HM-CRE. Inizialmente le nostre uscite furono più a livello paesano, mentre verso fine seconda-inizio terza superiore, i nostri giri come la compagnia, cominciarono ad allargarsi e da Vergne spesso con la moto ci si portava a Novello. Quando poi nella compagnia arrivò qualcuno di più grande che aveva già la macchina, più volte ci spostavamo ad Alba con meta preferita il CARREFOUR. Visto che questo locale lavorava praticamente tutta la notte, ci fermavamo e parlavamo interminabilmente fino a tarda ora. E lì, quand’era nella compagnia giusta e si sentiva a suo agio, diventava brillante e dava il meglio di sé e i discorsi gli uscivano come un fiume.
Ricordo anche volentieri quanto amasse la musica RAP e come avesse l’abitudine, soprattutto se eravamo in macchina, di mettere la radio a tutto volume e tenere i finestrini abbassati perché, così diceva, “possono sentirla tutti”. Insomma c’era in lui l’argento vivo tipico dei diciottenni. Comunque quando gli capitava, ascoltava volentieri anche la musica degli anni 80, quella preferita dai suoi genitori: i Nomadi o Venditti o Zucchero. Un altro suo forte interesse era il calcio: uno Juventino convinto! Come dimenticare quando partiva da casa con il suo “Cinquantino” per salire in paese o per andare a scuola il mattino? Teneva la moto a tutta manetta pestando sull’acceleratore così che il suo passaggio risultava tanto inconfondibile quanto udibile e i suoi amici, specialmente durante l’anno scolastico, dicevano: “È passato Samuele, andiamo!”. Perciò senza neanche guardare l’orologio, noi sapevamo che era arrivata l’ora di uscire per prendere l’autobus. E neanche a farlo apposta, lui è stato l’unico della compagnia a cui il cinquantino non ha mai dato alcun problema. Per noi tutti, a turno, ogni tanto c’era qualcosa che non andava; a lui, niente! Tutto filava liscio.
PERCHÉ UN’AMICIZIA COSÌ FORTE?
- Ciò che attirava molto in lui era la sua semplicità. Samu le cose non amava ingigantirle, anzi, faceva di tutto per semplificarle.
- Lui salutava tutti senza distinzione, dal più giovane al meno giovane, lasciando al suo passaggio una scia di serenità.
- Era proverbiale la sua disponibilità. Qualsiasi cosa gli si chiedesse, lui c’era SEMPRE! Prima c’erano gli altri e poi veniva lui!
- Solitamente non era di molte parole, tuttavia quelle che diceva erano giuste.
- Lo abbiamo sempre sentito Amico leale; mai udito parlare dietro le spalle di nessuno. Anzi aiutava a mettere in risalto il bello, il buono, magari là dove gli altri non riuscivano a vederli.
- È sempre stato una persona sincera, un libro aperto dove non si trovava menzogna.
- Era il genio della simpatia soprattutto per la sua originalità sia riguardo le battute, sia per le sue geniali trovate, ma sempre senza offendere nessuno o arrecare danno. Le risate che ci facevamo non potrò non ricordarle con nostalgia.
SAMUELE OGGI?
Non posso nascondere che mi manca non poterlo più incontrare fisicamente. Come potrò mai dimenticare quando nel mese di maggio 2019 mi è stato diagnosticato un tumore, con il quale sto tuttora combattendo, e lui non mi ha mai lasciato solo, mai! La forza morale che mi ha dato è stata veramente tanta. Ha saputo ESSERCI in tutti i modi che gli erano allora consentiti e possibili: visite, messaggi, telefonate, compiti di scuola perché ho fatto parecchie assenze… Per il momento mi devo fermare qui perché altro non sento. Chissà che con il passare del tempo non si possano aprire altre prospettive?
FRANCESCO
La nostra conoscenza iniziò ad approfondirsi verso l’anno 2014 in quanto vicini di casa; inoltre entrambi giocavamo a calcio. Come dice un vecchio detto: “Ci tenevamo buona compagnia”. Le nostre frequentazioni erano quotidiane e, oltre a ritrovarci in paese, ci si incontrava anche con gli altri amici a Novello. Soprattutto nel tempo invernale le serate le passavamo nel garage di casa mia, sempre attaccati ai motori. Difficilmente restavamo con le mani nelle mani, qualcosa da fare lo trovavamo sempre! Diciamo tranquillamente che la moto era diventata il mezzo che ci permetteva tutti gli spostamenti tra un paese e l’altro, quasi a renderci le visite tra amici. Insomma si era veramente una bella compagnia.
PERCHÉ AMICO DI SAMUELE?
- Perché trovavo tanta somiglianza nel carattere, ci accomunavano parecchie caratteristiche.
- Perché nei nostri dialoghi ci accomunavano parecchie idee, e poi la nostra amicizia era bella anche perché ironizzavamo a vicenda l’uno dell’atro, e tutto finiva nelle nostre fragorose risate, che condivano e aggiustavano tutto.
- Di temperamento era abbastanza testardo e amava avere ragione. Eppure quando veniva posto di fronte alla verità, ci rifletteva sopra e ritornava sulle sue.
- Pur coltivando due passioni diverse, io più incline verso i motori e lui più verso tutto ciò che era viticoltura, tuttavia qualcosa in comune lo trovavamo sempre. Io posso tranquillamente ammettere che da questi nostri dialoghi, Samuele mi ha lasciato tanto; da lui ho imparato molte cose nuove.
- Sua caratteristica fondamentale era il rispetto per tutti. Già normalmente lui rimaneva neutrale in tanti discorsi su terze persone, non esprimendo alcun giudizio. Se poi quel qualcuno di cui si parlava era assente, da lui non usciva nulla. Anzi diventava per l’altra persona una sorta di “avvocato difensore” cercando di mettere in risalto le buone intenzioni che ci potevano essere dietro alla parola detta o all’azione compiuta.
- Una parola molto forte e bella che posso dire di Samuele è che era un vero Amico fidato. Quando gli veniva confidato un segreto o qualcosa di importante, da lui non usciva parola. Negli anni trascorsi insieme ci siamo fatti tante confidenze che rimarranno sempre tra noi.
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