PENTECOSTE E BATTESIMO
“Il giorno di Pentecoste, i discepoli, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posavano su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo”. (At 2,1-4)
La data del Battesimoera già statafissata per domenica 7 giugno 1987. Tale scelta era stata pensata e sollecitata anche dalla cara nonna materna Aldina,perché sarebbe coincisa con la festa di Pentecoste e nella Veglia della notte, Papa Giovanni Paolo II, avrebbeindetto per tutta la Chiesa un Anno Mariano straordinario. Al momento di questa decisione, chi avrebbe mai immaginato il trambusto che sarebbe avvenuto dal parto in poi? Mamma Margheritaavrebbe voluto rimandare questa festa, perché, dopo aver passato qualche notte su una sedia sdraio, e a sole due settimane dal parto, era veramente spossata.Non aveva nemmeno avuto la possibilità di preparare qualcosa.
Nonna Aldina è invece determinata e irremovibile: da annifrequentail Movimento di “Rinnovamento nello Spirito” econsidera la Pentecoste una festa importante. Alla fine prevale la considerazione della giornata speciale rispetto all’importanza dei festeggiamenti e dal 7 giugno 1987, Paolo Carlo diventa cristiano nella chiesa parrocchiale dei Santi Michele e Biagio in Cantù (CO). Il sacerdote battezzante è don Franco Cardani e lo accompagnano come padrino zio Claudio, fratello del papà Roberto e come madrina, zia Mariagrazia sua moglie, nonché cognata e prima cugina di Margherita. La celebrazione del Battesimo è molto bella,pur nella sua semplicità. Intanto da piazza S. Pietro in Roma, risuonano solenni nella recita del Regina Coeli le parole del Papa Giovanni Paolo che, rivisitate nel tempo, tracciano come un programma di vita per questo neo battezzato. Anche se non tutte, riascoltiamole. “Grande giornata è questa.
Come gli apostoli e i discepoli usciti dal Cenacolo insieme con Maria nella prima Pentecoste, guardiamo con cuore nuovo alle vie della Chiesa. Guardiamo al cammino dell’Anno Mariano, che ha iniziato i suoi primi passi nella solenne inaugurazione di questa notte. Maria, madre di Dio, tempio dello Spirito Santo, madre di Cristo e della Chiesa, ci precede con la sua luce, nel cammino verso il terzo millennio cristiano. Rivivendo oggi il mistero dell’apparizione della Chiesa sull’orizzonte della storia, noi sentiamo il vigore e l’ardore della perenne giovinezza che, dopo venti secoli, continua a pervadere il mistico corpo di Cristo. Guardiamo al tempo che verrà, facendo nostra la suprema consegna del Maestro: “Mi sarete testimoni fino agli estremi confini della terra”. (At 1, 8) La Vergine Madre ci si propone, discreta e suadente, nello splendore della sua spirituale bellezza, quale guida, conforto, esempio di singolare valore. L’eccelsa Figlia d’Israele, Madre di Gesù e Madre nostra, come in cielo è primizia della glorificazione finale della Chiesa, “così sulla terra brilla come segno di sicura speranza e di consolazione per il Popolo di Dio in cammino”. (Lumen Gentium, 68).
Attingendo a qualche passaggio del discorso del Papa, applicandolo a Paolo, si può pensare questo:
- “Grande giornata è questa!”… Paolo ha ricevuto il dono inestimabile del Battesimo. Ora il suo corpo è Tempio dello Spirito Santo e Dio dimora in lui.
- “Guardiamo con cuore nuovo alle vie della Chiesa”. Paolo è ora una creatura nuova e, con il suo cuore potrà fare grandi cose! La Grazia lo abilita a fare tutto questo.
- “Maria, Madre della Chiesa, ci precede, con la sua luce, nel cammino verso il terzo millennio cristiano”. Anche Paolo ora vive nella Luce del Signore e, dalla Casa del Padre, prega per tutti noi e ci aiuta a tenere alto lo sguardo là dov’è la vera gioia.
- “Noi sentiamo il vigore e l’ardore della perenne giovinezza, dopo venti secoli”. Paolo ora è eterna giovinezza e per lui il tempo è stato commutato in eternità. Da oriente a occidente, per lui, non c’è più confine. In Gesù egli è ovunque.
- “Mi sarete testimoni fino agli estremi confini delle terra”. Con la sua vita immersa nelle bellezze della SS. Trinità, Paolo canta la sua testimonianza di Risurrezione e di Vita. Continua a ripeterci che “La speranza non delude”. Mai!
“La Madre di Gesù e Madre nostra, come in cielo è primizia della glorificazione finale della Chiesa, così sulla terra brilla come segno di sicura speranza e di consolazione per il popolo di Dio in cammino”. A Casa, Paolo non è da solo. La Madre di Dio è la Regina del Paradiso e Paolo è al suo fianco; immerso nel fulgore della Luce, diventa per ciascuno di noi motivo di rinnovato coraggio finché anche noi saremo arrivati là dov’è lui!
Il fatto che Paolo abbia ricevuto il Battesimo proprio in questo giorno benedetto, è solo una coincidenza o una Dio-incidenza? Continuando la lettura di questo profilo sarà possibile percepire molte risposte che ci verranno dall’Alto. Non finiremo di stupirci!
IL FANCIULLO CRESCE
“Egli ha creato tutto per l’esistenza; le creature del mondo sono sane, in esse non c’è veleno di morte”. (Sap. 1,14)
Paolo cresce molto bene e viene allattato solo con latte materno anche se la produzione è scarsa. Il pediatra obbligava la mamma a continuarecon questo tipo di allattamento per evitare al neonato le allergie in cui erano incorsi i fratelli.
In particolar modo, quelle alimentari avevano reso la vita delfratello Mattia davvero dura, fino ai due anni. Un’amica della nonna, farmacista, donna davvero devota e santa, che aveva conosciuto personalmente San padre Pio, la notte di Pasqua si era recata sulla sua tomba. All’epoca padre Pionon era ancora stato riconosciuto santo. Ella gli chiese di guarire il bambino dalle allergie. Ebbene, Mattia guarirà anche se la mamma ci metterà qualche settimana,prima di rendersene conto.Persino il pediatra, agnostico dichiarato, in quest’occasione dovettericonoscere la straordinaria guarigione di Mattia. Il medico pronunciò testuali parole: “ Davanti a quell’uomo io taccio!”; parlava appunto di Colui che,da lì a qualche anno, sarebbe poi diventato santo: San Pio da Pietrelcina.
Mamma Margherita prosegue l’allattamento naturale fino ai sette mesi di Paolo, attaccandolo al seno almeno quattordici o quindici volte in una giornata, di cui due o tre in una sola notte.La produzione è poca e Paolo è un mangione, nonostante ciò cresce benissimo. Si arrivadopo Natale e la mamma è esausta; tuttavia abituata a lottare, sa nasconderemolto bene la sua stanchezza e combatte molto bene lo stremo che a volte le prende con i classici e infallibili “rimedi delle nonne”.Un uovo sbattuto e una moka da tre di caffèe riesce a tirare avanti. Nonostante la sua indomita forzadi volontà arriva il momento in cui la donna si trova costretta a cedere. Consulta il proprio medicocurante, spiegandogli che cosa sta vivendo.Il medico, dopo il consulto, avvisa il marito Roberto dicendogli che non la vede bene e chiede a Margherita di sospendere immediatamente l’allattamento. In quel momento, ella si trova su due fronti di battaglia: da una parte il pediatra che insiste per salvaguardare il bambino, dall’altra il medico che pensa alla salute della donna.C’è inoltre l’aggravante che Paolo non ama affatto il ciuccio: lo rifiuta da sempre, facendosi venire i conati di vomito al solo metterlo in bocca. Men che meno la tettarella del biberon di cui non ha mai fatto uso. In questa situazione arriva tuttavia l’esisto degli esami di Margherita, che confermanola presenza di una forte anemianella mamma: l’allattamento va sospeso immediatamente. Durante uno di questi concitati giorni, Margherita si sta recando in ospedale a Cantù per sottoporsi ad una visita di controllo: entra nella cappella del nosocomio e, davanti all’icona della Vergine Maria, fa una promessa: “Maria, ti chiedo di intervenire facendosì che Paolo prenda il biberon; in cambio, per un anno,ti manderò tutte le settimane un mazzo di fiori freschi”. Dopo questa semplice preghiera che affida con fiducia alla Vergine, esce dall’ospedale e passa dal fioristaper prendere gli accordi, iniziando così questo omaggio a Maria. In capo a due giorni,forse anche meno, Paolo inizia a prendere il latte con il biberon.Il piccololascia intravvedere il suo carattere deciso, a volte testardo:ha sempre la bocca spalancata a piangere, non sa aspettare quando ha fame, è pretenzioso e a volte non è per niente facile crescerlo. Sicuramente anche la mamma,che è già al terzo figlio, ha meno pazienza e tanta stanchezza accumulata dopo tante traversie.Il papà è sempre molto impegnato per il lavoro e riesce a stare coi figli soltanto la sera tardi e la domenica. E’ un papà attento e si prende cura dei figli ma 3bambini dalle esigenze diverse e il lavoro impegnativo sono davvero una battaglia.
Arriva il momento di iniziare la scuola materna ma Paolo la frequenta mal volentieri e solo al mattino;non c’è verso di trattenerlo il pomeriggio. La notte esige di stare nel lettone dei genitori e, per dirla tutta, non è un bambino facile, soprattutto con la mamma,con il papà ha invece un feeling particolare.
ARRIVA IL TEMPO DELL’ETÀ SCOLARE
“In noi sarà infuso uno Spirito dall’alto; allora il deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una selva”. (Is 32,15)
Paolo a sei anni inizia a frequentare la stessa scuola dei suoi fratelli: la “FRANCESCO E CHIARA DI ASSISI” a Cantù. Le insegnanti si meravigliano di come si comporti bene e della sua attitudine allo studio. Alla mamma tutto ciò pare nella norma ma loro, che conoscono bene anche Alessandro e Mattia, un giorno le faranno notare di come lei e Roberto siano stati genitori particolarmente graziati perchè, scolasticamente parlando, tutti e tre i loro figli sono veramente in gamba. Paolo è un bambino socievole e stringe volentieri amicizia con i suoi compagni; tuttavia l’amico del cuore sarà Boris.
La mamma ci riporta oraun ricordo particolare della quinta elementare:
“Riunione dei genitori.Le maestre ci avvisano che nel primo quadrimestre non useranno il voto ottimo per nessuno e in nessuna materia. Paolo, invece, torna a casa con la pagella conun ottimo. Sono meravigliata e gli chiedo come mai e lui rimane spiazzato; mi dice che non lo sa e che le maestre avevano avvisato la classe della scelta fatta. Il giorno dopo mi reco dalle maestre per consegnare la pagella firmata e chiedo spiegazioni, voglio capire. Loro mi guardano e mi rispondono candidamente: “Vuoi dare un po’ di soddisfazioni anche a noi? Se non davamo a Paolo quel voto a chi altri dovevamo darlo?“ Poi, visibilmente soddisfatte, mi vogliono raccontare il comportamento che ha avuto dopola consegna della pagella. Lo hanno tenuto d’occhio. Tornato al suo posto,haaperto il documento, ha letto ed è rimasto fermo, senza esultanze particolari o proclami per mettere in evidenza chelui aveva l’ottimo!Questo suo comportamento, insolito in un bambino, le ha fatte gioire ancora di più”.
Anche se cosciente delle sue capacità, non le ostentava, così come i suoi genitori che mai hanno pensato di avere dei figli geni; seri si, rispettosi degli adulti e degli insegnanti, ma comunque nella norma.
OLTRE IL BATTESIMO
“Ogni giorno, coloro che erano diventati credenti, stavano insieme, frequentavano il tempio e spezzavano il pane con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo”. (Cfr. At 2,44-47)
In terza elementare Paolo inizia il percorso di iniziazione cristiana.La sua mamma è una delle catechiste che si curano del gruppo della sua età. Precedentemente aveva coperto il ruolo di catechista anche degli altri due figli, tuttavia mamma Margherita gli chiedese anche lui fosse contento di stare nel suo gruppo. Ci pensa un po’e le risponde: “Nonlo vorrei, ma vengo lo stesso. Faccio il gruppo con te!”. Essere catechisti dei propri figli, per chi lo può fare, è un’esperienzaveramente molto bella e arricchente.
PRIMA CONFESSIONE
“Beato l’uomo a cui è rimessa la colpa, e perdonato il peccato”. (Sal 31,1)
All’età di nove anni Paolo vive la sua prima Confessione sacramentale: è domenica 24 novembre 1996, solennità di Gesù Cristo Re dell’universo. Dopo essersi preparato con molta cura, tuttavia timoroso di accostarsi al sacerdote, va e posa davanti a Gesù il piccolo fardello dei suoi peccati. Il sacerdote lo ascolta con tenerezza e poi lo assolve tracciando su di lui il segno della Croce. Torna al suo posto nel banco tra i compagni emettendo un sospiro di liberazione. I suoi occhi sprizzano gioia. Anche a casa racconta con tanta emozione come ha vissuto questo sacramento per la sua prima volta. Papà e mamma lo ascoltano compiaciuti. Paolo è doppiamente felice: sia per la confessione, sia perché,ora, il TRAGUARDO GESÚ EUCARISTIA si fa sempre più vicino.
PRIMA COMUNIONE
“Tutti da te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno. Tu lo provvedi, essi lo raccolgono, tu apri la mano, si saziano di beni”. (Sal 103,27-28)
E finalmente arriva la domenica 1 maggio 1997. I piccoli sono impazienti e entusiasti; anche l’allora parroco don Giorgio Mondonico dimostra grande contentezza nel vedere tanti fanciulli approdare all’altare per ricevere Gesù per la prima volta.Anche lui mai avrebbe pensato che, solo pochi anni dopo, sarebbe tornato a quell’altare, dal quale Paolo ha ricevuto Gesù Eucaristia per la prima volta, per ritrovarlodiciottenne, nel suo funerale, a concelebrare la sua ultima S. Messa. Questo perché lo stesso don Giorgio, il 31 ottobre 2005 acausa di un tumore al fegato, si incontrerà per sempre nella Casa del Padre, nella piena Comunione dei Santi, con questo suo giovane parrocchiano. Raccontano i genitori di Paolo: “ Il giorno luminoso della Prima Comunione, purtroppo, è stato accompagnato da una pioggia insistente che non ha dato tregua, nemmeno il pomeriggio quando abbiamo fatto un po’ di festa insieme ai cuginettidai padriConcezionisti di Cantù. Ha piovuto a dirotto tutto il giorno, tanto che i bambini presenti non sono potuti uscire nemmeno per un attimo. E’ stato un vero peccato perchèc'era un parco bellissimo.Nonostante ciò, Paolo era felice ed esprimeva la sua felicità con gli occhi, con la gioia del correre insieme ai suoi piccoli amici, con tanti piccoli segni d’affetto all’indirizzo delle persone care che lo circondavano in quel giorno tanto bello”.
A ben pensarci, l'acqua a catinelle non è mai mancata nella vita di Paolo,fin dalla notte della nascita, dove pioveva a dirotto, fino al giorno in cui, 18 anni dopo, ci ha salutati per salire in cielo. Riletta alla Luce della parola di Gesù, potrebbe essere questa un’altra Dio-incidenza? “Chiunque beve di quest’acqua, avrà ancora sete; ma chi berrà l’acqua che io gli darò non avrà più sete in eterno”. (Gv 4,13)
SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE
“Mandi il tuo Spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra”. (Sal 103,30)
È domenica 16 maggio 1999 e Paolo riceve il sacramento della Cresima amministrato daMons. Severino Pagani, fondatore di una congregazione di suore laiche che opera in Milano. Lo zio Claudio Marelli, che in precedenza è stato padrino di Battesimo di Paolo, prolunga il suo mandato anche per la Cresima.Per annunciarequest’altra importante celebrazione,sono stati stampati dei biglietti da distribuire a parenti e amici in cui è raffigurata l’immagine di un quadro del pittore Toppi di Cantù, che attualmente si trova nella piccolissima cappella della Barisella in Cantù.Il quadro raffigura il Cenacolo dove sono riuniti gli Apostoli con Maria mentre ricevono il dono dello Spirito Santo sotto forma di fiammelle di fuoco.In preparazione a questo sacramento è doveroso sottolineare che in terza media Paolo ha fatto anche la Professione di fede con i suoi coetanei frequentando regolarmente l'oratorio di San Michele a Cantù, dove soprattutto in estatesi offrivacome educatore dei più piccoli.La vigilia della Cresima Paolo chiede alla mamma di potere andare in chiesa a pregare per essere meglio preparato e, in sella alla sua bici, parte. Rientrato a casa la mamma gli chiede. “Sei riuscito a pregare bene?”. “Certo mamma, le rispose: dubitavi?”.
Dopo la cerimonia le catechiste sono invitate a un tè col vescovo in casa parrocchiale.
Don Giorgio Mondonico, davanti a tutte e al vescovo, con il suo modo semplice e schietto, rivolgendosi alla mamma che è catechista dice: “Ma cosa diventerà Paolo? Ieri è venuto spontaneamente in chiesa a pregare per essere meglio preparato a ricevere beneil sacramento della Cresima!” Questa affermazione sorprende Margheritache è colta da gioia mista a imbarazzo e cerca di “alleggerire” la situazione con una battuta.
COME TUTTI GLI ALTRI, MA CON UNA MARCIA IN PIÚ
“Ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro”. (1 Cor 7,7)
A nove anni circa,Paoloesprime la volontà di diventare santo e chiede alla mamma come si fa.Gli viene suggerito di andare a parlare con don Carlo edi chiedere a lui. Paolo non se lo fa ripetere due volte; salta sulla bici e via in oratorio a cercare la risposta. Torna a casacon un’immaginetta di san Domenico Savio e prende l’impegno di invocare ognigiorno questo nuovo amico, per riuscire a diventare santo come lui.Per un certo periodo è stato fedele a quest’appuntamento. Ha anche svolto il compito di chierichetto per gli anni in cui si poteva fare questo servizio. Gli piaceva e sull’altare si comportava in modo veramente serio. Con la mamma, dato il carattere forte di entrambi, continua ad avere un rapporto un po’ conflittuale.Proprio non si azzeccano finché mamma Margherita capirà che Paolovuole staccarsi dalle scelte dei fratelli per dimostrare la sua unicità. Questa scelta è stata la sua ancora di salvezza perché ha sempre svolto attività simili, ma non uguali, a quelle dei fratelli. Ad esempio i grandi hanno fatto basket, lui ha tentato tutti gli altri sport ma senza successo,finchéa quindici anni èapprodato nel mondo del ciclismo.Paolo e la bicidiventano inseparabili!Ovunque debba andare, ci va pedalando, tranne che a scuola.I genitori non permettono che si mettaper strada nell’orario del traffico, per di più con la cartella pesante sulle spalle, usando la bicicletta. Paolosubirà sempre molto mal volentieri questa decisione. Sia alle scuole elementari che alle medie. Tuttavia i genitori su questo punto sono irremovibili.
Appena raggiunge l’età giusta Paolo partecipa con entusiasmo ai campeggi estivi in montagna, un’altra sua grande passione. Questi campeggi sonoguidati da due sacerdoti con personalitàmolto differenti l’uno dall’altro. Ovviamente Paolo preferisce partecipare al campeggio sotto la guida del sacerdote meno rigido,quello che mette meno regole o, come si usa dire, con quello che è di manica più larga. Non riesce a stare al passo di chi lo vuol frenare:d’altra parte, con le sue gambe lunghe e secche, come può fare passi piccoli?A dirla tutta, l’amore di Paolo per la montagna non è stato immediato o istintivo.Sono passati alcuni anni prima che imparasse ad apprezzarla. Ma nonostante le difficoltà che opponeva per viverla, alla fine, da “buon Marelli”, la passione è entrata nelle sue vene.
ARRIVA IL TEMPO DELLA SCUOLA SUPERIORE
“Di’ alla sapienza: Tu sei mia sorella, e chiama amica l’intelligenza” .(Pr 7,4)
Ed eccoci alle superiori.I suoi fratelli avevano frequentato il Liceo Scientifico. Ora, uno è quasi giunto alla laurea in ingegneriamentre l’altro sta frequentando la facoltà di Fisica. Anche con Paolo i professori delle scuole mediesuggeriscono in particolare il Liceo Scientifico.Tuttavia, come sempre, “le scelte dei suoi fratelli non devono essere le sue” e Paolo decide di iscriversi presso il Liceo Agrario “Luigi Castiglione” di Limbiate (Monza Brianza). Negli studi dà sempre belle soddisfazioni e ci tiene che i genitori vadano due volte l’anno a fare i colloqui personali con i professori. Strano ma vero. A volte sono un po’ imbarazzati perché vedono che il figlio non ha problemi; sembra quasidi andare solamente per sentir tessere le lodi del figlio. Glielo si fa notare,ma lui quasi li rimprovera e pretende che ci vadano ugualmente, perché ci tiene che sentano dai suoi professori i meriti che si conquista con il sudore dell’impegno.Detto così sembra quasi di avere davanti agli occhi un ragazzo del tipo classico, quasi un secchione.Invece è l’esatto contrario!I professori all’unanimità riferiscono sempre che lui èamico di quelli che non vanno bene a scuola. A volte lo vedono parlare con qualcuno di questi compagni durante le lezioni, ma lo lasciano fare perché sta impartendo dei consigli per le verifiche delle ore successive. Si prende a cuore soprattutto le sorti di un compagno che abita molto lontano da Cantù, che non ha soltanto problemi scolastici,maanche famigliari: Paolo ogni pomeriggio lo chiama per ricordargli i compiti da svolgere e le lezioni della settimana.Questo comportamentoai genitori fa certamente piacere, ma sonoben consapevoli di avere un ragazzo tutt’altro che dolce e remissivo. È ben determinato, deciso, e nulla lo ferma! Nel carattere assomiglia moltissimo al nonno paterno che abitava nella stessa casa.Con loro c’è anche la famiglia degli zii di cui fanno partele due cugine: Silvia e Chiara.Dei cinque nipoti, il “preferito” del nonno è Paolo!Quando con Paolo ci sono delle discussioni mamma Margherita gli dice: “Sei un testone, come il nonno, siete uguali!”