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Presi l'abitudine, sia al mattino che alla sera ,di segnare la fronte di Luca con l'acqua benedetta. Inoltre ,ci decidemmo per l'apertura alla vita sempre ,anche durante l'allattamento, mettemmo la Sacra Scrittura in un luogo ben visibile e ci iscrivemmo al movimento domenicano del Rosario.
Baldissero Canavese ,30 maggio 1999 Luca riceve il Santo Battesimo
Un bacino a Gesù e a Maria
Non lavorando fuori casa, avevo tempo, al mattino ,di portare Luca con calma a fare visita a Gesù in chiesa.
Ricordo che il bimbo sovente raccoglieva tante margheritine da portare alla Madonna , amava correre verso le varie statue ed accendere tante candeline. Da quando aveva circa un anno iniziammo a portarlo anche alla Messa della domenica perché era molto tranquillo e non disturbava nessuno. Quando andavamo a fare la comunione, man mano che diventava grande ,ci faceva molte domande e noi cercavamo di rispondere nel modo che ci sembrava più consono ad un bimbo piccolo ,pensando però sovente ed erroneamente, che un bambino così piccolo non avrebbe potuto comprendere molto…Quando gli rispondevamo che andavamo a ricevere Gesù , lui ci sorrideva .
Il lunedì della settimana Santa del 2000, alle ore 9, proprio come il giorno della sua nascita l’anno prima,Luca rivolse lo sguardo verso la Madonnina appesa alla parete della sua cameretta e sembrò vederla muovere; me ne accorsi dal movimento degli occhi ,oltre al fatto che iniziò a sorriderle come se incontrasse qualcuno
A casa si intratteneva sempre con molti giochi . Gli lasciavamo molta libertà di sperimentare ,anche a scapito di trovarci con qualche utensile guasto. Faceva le costruzioni ,sfogliava i libretti illustrati ,colorava con i pennarelli, amava passare un piccolo aspirapolvere facendo finta di aiutarmi nei lavori domestici e giocava tanto con il suo cagnolino Ralph ,il nostro piccolo meticcio .
Luca non era un bambino che amasse i giochi sfrenati , era piuttosto riflessivo e calmo. Andrea sovente lo portava a vedere gli elicotteri che decollavano da un piccolo aeroporto vicino a casa e sovente quando c'era la neve andavamo a fare delle belle uscite con il bob .
A due anni sapeva contare fino a venti e conosceva le lettere dell'alfabeto che si divertiva a comporre per terra utilizzando matite e pennarelli, imparava velocemente filastrocche e testi interi delle favole che gli leggevamo ,soprattutto quelle della Pimpa che la madrina regalava. Amava poi ascoltare le musiche per bambini ma anche le nostre e guardare l’orso Bear in tv.
Trasmetteva tanta serenità a chi lo incontrava:quante volte mi sono sentita dire dai vicini di casa che non avevano mai visto un bambino così buono e sorridente !In effetti non era affatto capriccioso e ubbidiva spontaneamente alle nostre correzioni.Un giorno il papà Andrea gli chiese:” Luca ,ma perché tu mi dici sempre di sì quando ti chiedo le cose?” Luca serenamente gli rispose:”Papà, perché io voglio farti contento!”
“Fai la nanna vicino a me”
Andrea ed io recitavamo il santo rosario quotidianamente ma non sempre insieme ,per cui dedicavamo, specialmente la sera, con Luca piccino, un tempo per la preghiera. Accendevamo la candelina sul tavolo, lo prendevamo in braccio e invocavamo la protezione del Signore, manifestandogli il nostro amore e grazie.Fu da questa semplicità che il nostro piccolo imparò il Padre Nostro, l'Ave Maria il Gloria al Padre ,l'Angelo di Dio, la sequenza intera dello Spirito Santo e quella che prediligeva, la Salve Regina.
Sovente, invece di recitarle, le cantavamo, a modo nostro. Fu questa la stessa intimità che avemmo negli ultimi istanti della sua tenera vita: insieme pregavamo e cantavamo, certi che presto il nostro piccolo sarebbe entrato in paradiso .Luca si divertiva a giocare con la corona del rosario e aveva presto manifestato il desiderio di averlo vicino a sé di notte accanto al suo Babau, un cagnolino di pezza.A volte voleva anche la statuina iridescente di Lourdes e le parlava come normalmente fanno i bambini con i loro bambolotti .Ma le sue parole erano veramente parole ispirate e celestiali :“Ti voglio bene Madonnina, fai la nanna vicino a me “.Più avanti avrebbe detto così al Crocifisso nel pieno della malattia .Luca cresceva forte e carino , cantava tanto ed era gioioso.
Luca con il papà al parco giochi
Nel 2001 nacque Giovanni e quando lo vide si illuminò in viso .Era dolcissimo e premuroso verso il fratello . Durante la gestazione sovente accarezzava il mio pancione facendo “Toc toc” per stabilire un primo approccio con Giovanni e gli parlava. A vederlo la prima volta disse “E’ uscito dalla pancia!” Gli inizi di quella gravidanza furono piuttosto turbolenti perché qualche mese prima avevo avuto un aborto spontaneo e la mia ansia era che si ripetesse tale evento, per cui ,alla prima visita ginecologica, prima di partire da casa, invitai Luca a dire una preghiera .Lui spontaneamente alzando gli occhi al cielo disse ” Ciao Madonnina come stai ?Salutami San Giuseppe!” Per Giovanni inventò una ninna nanna dal titolo :"Dormi ,dormi ,Giovannino tu che sei tanto buono" e tutte le sere gliela cantava.
Luca con il fratellino Giò
Un vasetto di Primule
Sabato Santo 2002 era una splendida giornata di sole.Ci vestimmo tutti e quattro per andare nella Chiesa dei frati . Luca scelse un vasetto di primule viola e lo posò ai piedi del crocifisso disteso sopra un tavolino. Questo gesto mi riporta alla mente a quando vidi le tante primulette colorate, sotto la sua piccola bara bianca il giorno del suo funerale,quasi due anni dopo , segno ,per me, che il Signore avesse molto apprezzato il gesto di Luca di quel giorno…
I primi sintomi del male accaddero da lì a due mesi circa, il 22 maggio ,giorno di Santa Rita. Non riusciva più a camminare e aveva forti dolori alle gambe ,che lo facevano piangere continuamente notte e giorno.
Furono quindi dei sintomi così violenti e inaspettati che lasciarono presagire a me e ad Andrea qualcosa di grosso .
Luca ,passando davanti alla Cappellina dell'ospedale, mi disse “Mamma andiamo a tenere compagnia a Gesù, se no piange”. Lo portammo anche da padre Nazareno, che ci consigliò di impartirgli il sacramento dell'unzione degli infermi.
A Torino, in ospedale
Dopo due settimane ci recammo a Torino perché i medici del luogo non erano riusciti ad approdare ad una diagnosi. Lì subito compresero che si trattava di una rarissima forma tumorale della prima infanzia ,con metastasi in tutte le ossa e nel midollo , il neuroblastoma. Dopo lo shock iniziale, Andrea ed io per una grazia speciale , solo per grazia, anche se desolati,accettammo la croce,nella sua nudità e nella sua freddezza ,senza tante chiacchiere, come un compito da svolgere ,come la volontà di Dio che è sempre da fare nel bene e nel male. Quante volte, pensavamo, abbiamo recitato con Luca la Salve Regina, la sua preghiera preferita! Ora più che mai ,la Mamma del Cielo ci rendeva coscienti delle parole “esuli, gementi, piangenti ,valle di lacrime, esilio”.
Improvvisamente la mia vita di mamma felice veniva violentemente gettata nell'angoscia più totale : vedevo il bambino come mai una mamma potrebbe immaginare di vedere la sua creatura fino a poco prima sana e paffuta e in questo oceano di sofferenza non eravamo i soli .Decine e decine di altri genitori come noi tutti gettati nello stesso vortice di dolore a soffrire nell’assistere i nostri piccoli .La sofferenza dell'uno diventava quella degli altri ,così come le piccole gioie e le speranze. Luca soffriva immensamente e non parlava più ,era tutto un lamento e tante piccole goccioline di sudore gli fuoriuscivano dalla pelle del viso quando era angosciato e dolorante. Voleva essere costantemente tenuto in braccio, lo vedevo deperire vertiginosamente . Prima di entrare nel reparto di oncologia pediatrica Luca mi disse con forza :”Mamma dammi la statuina della Madonnina che voglio darle un bacio”
Andrea ed io iniziammo ad incrociare i primi piccoli volti segnati dalla malattia nel corridoio del reparto con i loro pigiamini dai colori tenui e con tanti pupazzetti che ingentilivano quelle sembianze così provate.Bambini tutti calvi ,pallidissimi e con gli occhi cerchiati. Alcuni erano sformati dal cortisone, altri invece come prosciugati dal male ,nella loro magrezza. Alcuni mutilati di un piede o di una gamba, altri ancora con profonde cicatrici nella testa, appena reduci da interventi al cervello .Li vedevamo per la prima volta i bimbi malati di cancro e non immaginavamo che fosse così duro accettarne la sola vista sapendo che da lì a poco anche il nostro bambino sarebbe diventato così .
Immediatamente iniziò per lui ,per la sua guarigione,come una cordata di preghiera che coinvolse anche persone all'estero; amici sacerdoti ,monasteri di clausura, gruppi di preghiera parrocchiali e persino diversi amici non praticanti , toccati però dalla vicenda del bambino, con noi supplicavano il miracolo.Il Santo Padre,Giovanni Paolo II, grazie ad una richiesta di mia sorella , impartì la sua benedizione, donandoci un grandissimo conforto.
“Lo sai che non mi perdo mai d'animo”
Luca perse presto tutti i capelli .Iniziò un protocollo di cure tremendo tra i più intensivi di questo ambito : otto cicli di chemioterapia in reparto a distanza di dieci giorni l'uno dall'altro ,con controlli continui in day hospital per le trasfusioni di sangue e piastrine .
Poi fu la volta dell'intervento chirurgico per l’asportazione della massa tumorale dal surrene di destra .Senza tregua ,a distanza di dieci giorni dall'intervento,iniziava il trattamento di autotrapianto di midollo osseo , in una camera sterile, per la durata di trenta giorni consecutivi .In quell’epoca riuscì a inghiottire fino a cinquanta pastiglie al giorno, senza ribellarsi mail. Infine, si sottopose ad un ciclo di quaranta giorni consecutivi di radioterapia da sveglio. |
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Luca e la nonna Rosy nel pieno delle cure a Feletto Canavese
Scrisse più tardi in una delle sue letterine ,alla cuginetta di Milano ,Chiara :”Lo sai che io non mi perdo mai d'animo?” E di coraggio doveva averne tanto. Per diversi mesi dovette sopportare l'angoscia delle medicazioni del catetere venoso centrale, due tubicini che spuntavano dal petto da cui dovevano passare tutte le terapie,per evitare i mille buchi sulle braccia .” Madonna mia, aiutami “ gridò un giorno ,mentre le infermiere lo stavano medicando procurandogli molto dolore . Dovevamo essere almeno in tre per tenerlo fermo ;fino quando non imparai a medicarlo, dopo alcuni mesi. Un altro momento angoscioso per Luca era l'alimentazione :non si nutrì più di cibo solido per sei mesi e le uniche fonti di sostentamento erano le spremute d'arancia e il latte col miele, perché aveva una nausea continua, di cui però non si lamentava mai .
Suo padre ed io cercavamo di compensare alle tante carenze dovute allo stare in ospedale, con tante coccole ,incoraggiamenti, giochi e piccole sorprese di ogni genere.Ci rendevamo conto di esagerare ma non potevamo farne a meno :videocassette, libri ,computer,giochi da fare a letto, CD da ascoltare, libretti da colorare … In realtà era lui a dare sempre la forza a noi con la sua serenità e dolcezza ,elementi che anche con la malattia non aveva perduto e rendevano ancora più tenera la sua persona. Anche la dottoressa psicologa che veniva ogni tanto nella camera sterile ad osservarlo in silenzio ,diceva di lui che era di una dolcezza e mansuetudine veramente particolari. Andrea ed io vedevamo crescere Luca in intelligenza e bontà . Accettava sempre con mansuetudine, a differenza nostra che sovente diventavamo nervosi e impazienti, tutti i sacrifici che stava vivendo e ,piano piano, i medici, le infermiere ,il personale sanitario, i volontari che lo facevano giocare, gli altri bimbi del reparto, tutti erano diventati per lui volti familiari. La sua mente sempre attiva e vivace(imparò presto a scrivere) sembrava come separata dal corpicino immiserito dalle cure e dal male .
Vicino al cuore di Dio
Per quanto mi dovessi sforzare di essere sempre serena accanto a lui, sovente il bambino mi vedeva piangere:”Dai mamma,non piangere ,vedrai che il tuo angelo ti ascolta e ti farà passare tutto “, mi diceva. Un giorno ,prima dell'intervento chirurgico, mi disse: “Sai mamma, io dovevo volare in cielo e poi non sono più volato via “. E alla mia affermazione che la Madonna è la Mamma del Cielo mi rispose “ Si, però se vado in Cielo, voglio che vieni anche tu con me”. Sempre in quel periodo , un giorno gli chiesi :“Ma tu preferisci Gesù o la Madonnina?” Subito stette un po' in silenzio continuando a disegnare .Poi mi rispose “Adesso ti do una bella risposta. Se l'acqua non bagna l'erba non cresce” .Pensai superficialmente che avesse detto una delle tante stravaganze dei bambini ma qualcosa non mi convinceva e riferii la frase a Marilena ,una mia amica del Rinnovamento nello Spirito che mi disse che quella era stata una frase ispirata dallo Spirito Santo poiché senza il sì di Maria, l'acqua, non ci sarebbe stata l'incarnazione, l'erba . La risposta rappresentava quindi come invito dello Spirito Santo ad amare Gesù e la Vergine Maria in egual misura.
Una domenica prima di andare alla Messa in ospedale gli dissi :“Cosa vuoi che dica a Gesù da parte tua?” Luca rispose seriamente : “Dagli un bacio”.
Era sempre attento alle sofferenze degli altri bambini e capitava che spontaneamente ,sentendo le loro grida di dolore ,pregasse per loro l'Angelo di Dio. Altre volte, quando dovevamo lasciare la stanza dell’ospedale , voleva che lasciassi l’immagine della Madonna di Medjugorie nella camera : “Così potrà aiutare un’altra mamma che verrà qui dopo di noi”.
Guardando il crocifisso diceva sorridente una preghiera “per far contento Gesù” ,diceva lui:
“ Oh Gesù d'amore acceso non ti avessi mai offeso ,oh mio caro e buon Gesù non ti voglio offendere mai più, più né mai più disgustarti perché ti amo sopra ogni altra cosa”, preghiera insegnata dalla bisnonna Giulia e che il papà gli aveva trasmesso.
Tutto pelato , a tre anni e mezzo pesava come un bimbo di un anno, infatti gli si potevano contare tutte le ossa, barcollava come un vecchietto dalla debolezza ma per noi noi era lo specchio della grazia di Dio.Questi bambini non sono “ disgraziati” come invece mi è capitato di sentire ….chi più loro , piccoli innocenti, è infatti vicino al cuore di Dio?
Piuttosto, la vera disgrazia, non è forse quella di trovarsi, magari perfettamente sani fisicamente, ma in uno stato dell’anima di peccato grave?
In ospedale ,dopo l'intervento chirurgico da cui si riprese grazie a Dio in breve tempo, mi disse, con la sua dolcissima vocina :”Mamma ,Gesù ci ascolta! Dillo un po' !”. Avvicinò la manina verso il mio viso, mi apri gli occhi sorridendo e aspettò che io ripetessi “Gesù ci ascolta”. Poi nuovamente :” Mamma ,dillo ancora !” e me lo fece ripetere ben tre volte. Fu un momento intensissimo in cui percepii la presenza di Gesù nella sua piccola anima.
Un altro giorno,in ospedale ,vedendo che papà Andrea stava uscendo per recarsi a Messa parlammo della presenza di Gesù nell’Ostia , dicendogli che quel piccolo pezzo di pane a forma di cerchio era Gesù. . Lui disse :“Sì mamma , però non è a forma di cerchio ,è a forma di cuore, è un cuore ”
Ritorno a casa, primavera 2003
Dopo nove mesi di cure, Luca si stava ormai riprendendo, iniziava a nutrirsi con appetito e i medici di Torino ci salutarono con una bellissima lettera di dimissioni . Nel giro di pochi mesi , riprese a camminare e poi a correre .
La nostra famiglia che per molto tempo era stata forzatamente separata ,si stava finalmente riunendo .Tornammo finalmente a casa ,vicino a Modena. Che gioia vedere giocare normalmente i bambini , eravamo persino contenti di vederli litigare ogni tanto.
Decidemmo di iscrivere Luca alla scuola materna, ascoltando il consiglio della responsabile del neuroblastoma di Modena. Il bambino venne accolto in un’ottima scuola materna parrocchiale ,a Levizzano Rangone, piuttosto lontano da casa nostra. Il preside, don Vittorio, pur non conoscendoci , da subito si mostrò molto sensibile e disponibile,dando testimonianza concreta di che cosa sia la vera carità cristiana .
Una domenica di maggio ,al santuario di Puianello, Luca raccolse una margheritina e mi disse :”Mamma, questa è per il mio battesimo , grazie per il mio battesimo”
Qualche giorno dopo ,una mia amica dedita al volontariato soffriva per il comportamento incomprensibile di alcuni giovani in difficoltà che seguiva e aveva deciso in preghiera di abbandonare questo compito . Rimase stupita e consolata quando per telefono le raccontai di ciò che successe lo stesso giorno. Ci trovavamo al parco giochi e Luca sorridendo mi portò alcune margheritine dicendomi :”Questi fiori sono per i bimbi di Marilena”
Da notare che la stessa non ha figli propri ma sentì in queste parole la voce di Dio che
la incoraggiava fortemente a proseguire nella sua missione .
Da quando stava bene ascoltavamo in diretta da Radio Maria ogni 25 del mese il messaggio della Regina della Pace, dalla parrocchia di Medjugorje. Ricordo che il 25 agosto del 2002 ,nel pieno delle cure più forti, ascoltammo messaggio:
“Cari figli, anche oggi vi invito a ringraziare Dio nel vostro cuore per tutte le grazie che vi dà anche attraverso i segni e i colori che sono nella natura. Dio desidera avvicinarvi a sé e vi esorta a dare a Lui gloria e lode. Perciò vi invito di nuovo, figlioli, pregate, pregate, pregate. E non dimenticate: io sono con voi, intercedo presso Dio per ognuno di voi, fino a che la vostra gioia in Lui sia piena. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
Luca ci disse :”Adesso dobbiamo ringraziare la Madonna che ci ha dato il messaggio” e così facemmo, semplicemente, di cuore... seguendo l’invito del nostro piccolo. Quanta superficialità avevamo avuto,fino a quel momento, nel non aver mai pensato di ringraziare la Vergine Maria in semplicità?
Molti fine settimana portavamo i bambini in luoghi speciali : alla basilica di San Luca a Bologna, al Colle Don Bosco , al Santuario di Loreto, a Collevalenza, a le Fontanelle di Montichiari (Brescia), alla Madonna dell'Arco ,a Le Laus in in Francia , sempre per ringraziare e pregare.
Luca a Loreto
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