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Andammo anche  in treno , Luca ed io ,a Roma per pregare sulla tomba della piccola Serva di Dio Nennolina ,nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme e poi a San Giovanni in Laterano .
I controlli medici erano invece ormai radi ,circa una volta  al mese. La medicazione avevo imparato nel frattempo   a farla io stessa a casa. In quell’occasione il bambino mi prescriveva dal suo block notes le sue medicine :  “Sciroppo di petali di rose e pastiglie di fiocchi di neve” .E ogni tanto mi diceva : “ Da grande vorrei fare l'infermiere o il dottore”.
La tata Flora , la ragazza napoletana  che mi  aiutava a casa da quando Luca era nato ,veniva ancora ogni  tanto a giocare con lui .Quante volte mi disse anche lei di non aver mai conosciuto un bambino così così dolce e buono.
Intanto  Luca oltre a scrivere, aveva imparato a leggere benissimo ed era molto contento di poter   leggere le fiabe al suo fratellino che   riusciva finalmente a stare fermo.
Infine, potevamo di nuovo ritrovarci con i parenti a festeggiare insieme serenamente..
 Che bella questa normalità.

 


         Luca  in braccio al padrino Stefano con la zia , i cuginetti , un amico ed il fratellino                     

Nell’ agosto del 2003, ci recammo in montagna a Bardonecchia. Fu un periodo dolcissimo : tutti e quattro sempre insieme. Le giornate erano serene, si andava ogni giorno al parco giochi e a far passeggiate .Potevamo di nuovo gustare cose normalissime ma che ai nostri occhi ormai sembravano un vero miracolo, come il mangiare un gelato o  correre sui prati.
Un giorno capitò un fatto singolare : entrammo nella chiesa parrocchiale dove c'era un tabernacolo bellissimo . Vi andammo dicendo a Luca che lì nascosto c'era Gesù .
 Dopo poco il bambino ,indicando il leggio e in particolare la Bibbia  disse : “Anche lì  c'è Gesù”. Ne parlai più tardi  con Andrea e comprendemmo che il Signore, attraverso Luca , desiderava invitarci a  conoscerlo di più nella Sua Parola.
È in quell'epoca che Luca iniziò a scrivere a macchina. All'inizio si trattava di frasi un po' sconnesse ma, poco alla volta, da autodidatta riuscì a comporre dei veri e propri pensierini che ora conserviamo con cura. Sovente si dilettava a disegnare i suoi soggetti preferiti :   gli orologi, gli arcobaleni , i fiori, il sole, il mare , le chiesette con il campanile, le croci ,il calice e l'ostia con dietro i raggi , ma anche gli alberi ,le rondini e i personaggi dei cartoni animati che guardava . .
Una grande passione furono i numeri : imparò da solo le tabelline anche quella dell' undici ,del dodici  e del tredici.Voleva che la nonna  gli insegnasse le moltiplicazioni e le note musicali. Poco prima di morire a quattro anni e mezzo , aveva imparato a moltiplicare due cifre per una cifra. Le somme e le sottrazioni le faceva ad una velocità sorprendente .Mi commosse molto  quando uno dei medici del Day Hospital di Torino mi disse:: “Noi medici siamo tutti concordi nel definire Luca uno dei bambini più intelligenti che siano mai passati da questo reparto”.
Quando eravamo in camera sterile nell'ottobre del 2002, una delle mie ansie era proprio il timore che le cure potessero ledere  le sue facoltà mentali e chiesi l’intercessione di  San Tommaso d'Aquino. Il giorno seguente Luca iniziò a comporre su un foglio la sua prima frase in stampatello e via via la sua grafia si fece sempre più sicura, come quella di un grande. In estate iniziò a scrivere in corsivo sempre da autodidatta ,per lui era un bellissimo gioco.
Certamente anche la sua intelligenza fu un frutto della Misericordia di Dio :scriveva letterine a tutti, a mano a macchina ed erano tutte impregnate di “ Io sto bene “come per rassicurare coloro che aveva saputo in ansia per lui. Raccontava le piccole cose della sua vita ,ciò che faceva durante il giorno,  e terminava sovente con preghiere semplici e spontanee.
 “Maria, prega con me”, “Salve Regina, ti voglio bene!” , “Marilena, prega con la croce”. In estate impararò a giocare a pallone con Giovanni .
Andammo per due settimane anche al mare  vicino a Fondi  , dove venne in contatto con la libertà della spiaggia ,l'aria aperta ; costruiva con il fratellino i castelli di sabbia con paletta e secchiello e  potè di nuovo provare la gioia di fare il bagno nell’acqua  fresca del  mare .
La sera si recava  nella Parrocchia di Santa Maria  dove conobbe, oltre al Parroco, le signore, amiche della nonna ,che avevano pregato tanto per lui.

 


Vado in ospedale a offrire a Gesù

In ottobre , in piena notte,si svegliò urlando dal male .Mi si raggelò il cuore. ma aveva fatto la scintigrafia da poco e  risultava essere buona,… Il mattino dopo volle essere preso in braccio dal papà che lo stava portando alla scuola materna. “In braccio?” dissi io  con disappunto. E lui ,fissandomi seriamente in viso ,mi rispose :” Sì mamma perché io non sto di nuovo bene”. Da lì a venti  giorni eravamo di nuovo daccapo e tornammo nell’ospedale di Torino.. I dolori ossei che la prima volta lo colpirono alle gambe ,questa volta erano localizzati nelle braccia e nelle spalle.  Improvvisamente gli si gonfiarono gli occhi e la fronte in quanto le cellule malate si erano poste sotto il bulbo oculare e spingevano in avanti gli occhi .Mi sembrava Gesù incoronato di spine…Questo fenomeno gli durò una decina di giorni,poi dopo la prima chemio rientrò. Purtroppo il tumore a quel punto iniziò a  prendere possesso dei polmoni, in particolar modo di quello sinistro . “Mamma, non ne posso  più “mi disse un mattino dispiaciuto  di dover andare in ospedale..
  In quell'epoca la nostra amica Marilena  portò al bambino, di ritorno  da Fatima ,un libretto sulla vita dei pastorelli e sul compito  che la Madonna aveva assegnato ai bambini : offrire le proprie sofferenze più piccole per la conversione dei grandi  peccatori.  Non so fino a che punto, a quattro anni e mezzo,  Luca  avesse la percezione della cattiveria del mondo, visto che era cresciuto in un ambiente sereno, dove tutti si comportavano con lui molto bene anche per via della sua malattia. Ma amava molto che gli leggessi quel libro e penso che qualcosa riuscì veramente ad interiorizzare, perché spontaneamente un giorno scrisse in  una letterina :”Vado in ospedale a offrire a Gesù “.
 Un giorno sorridendo mi disse   : “ Sai mamma, Gesù mi vuole tanto bene” .
Da lì in avanti   non se ne uscì più con espressioni di stanchezza per le cure che a cui doveva ancora sottoporsi .Mai , in un anno e mezzo di sofferenza e fatica, gli abbiamo  sentito pronunciare frasi del tipo :” Perché proprio a me?”o “Perché un bambino piccolo deve stare così male?” espressioni del tutto lecite e frequenti anche nei piccoli .
Poco prima di Natale scrisse tante  letterine e pensierini nei  quali mandava i suoi saluti con piccole toccanti frasi come ad esempio : “Stanotte ho sognato il nome di Gesù”, ad un sacerdote,   ”...Sei andata a Messa e io sono contento  , “Adesso dimmi che mi fai il cuore e l’anima” . In alcuni foglietti scrisse  : “O Gesù mio io te lo dico del perdono” , “ Maria, noi facciamo molte preghiere” .
Scrisse anche una letterina all'arcivescovo di Milano dopo aver letto ad alta voce  un libretto regalato dalla zia Giovanna: “ la storia di Bertina e del suo pastore”, una bellissima fiaba natalizia composta dal cardinale  per i bambini della sua diocesi.
Intanto i medici tentarono di curarlo con un nuovo farmaco sperimentale americano, ma purtroppo dopo un mese e mezzo si dimostò inefficace .
Anche se era molto debole lo portammo da un noto gesuita Torinese, padre Quaglia, perché ricevesse una benedizione speciale.Pregò su di lui e disse “ Diverrà un gigante!”.
Dopo la seconda chemio,  intorno al 10 di  gennaio ,la situazione è peggiorò .Soffriva molto alla gola sia per una fortissima  mucosite ,sia perché la trachea ed il cuore venivano spostati verso destra dal polmone ingrossato dal tumore .Respirava con l'ossigeno, e anche questa volta non aveva posto resistenza alla mascherina, per quanto gli desse molto fastidio .
Parlava poco, non poteva più mangiare, continuavamo a sperare nella guarigione ma per la prima volta in un anno e mezzo,  Andrea ed io sentimmo nel cuore che era giunto il tempo di affidarci completamente alla volontà di Dio senza più chiedergli il miracolo.
 Luca voleva sempre accanto a sé l'abitino di San Domenico Savio, uno dei suoi Santi preferiti, insieme a Nennolina .Scrisse le ultime lettere al fratellino con le sue raccomandazioni e mi disse pianino, lasciando presagire che intuisse l'arrivo della propria fine su questa terra ,”Mamma ,ricordati che il 31 gennaio è l'onomastico di Giovanni” 
Lunedì 19 gennaio il primario   disse tristemente che era solo questione di due o tre settimane. In quelle ore Luca era particolarmente agitato, era sotto morfina , ma  lo udii dire chiaramente : “Sono di Gesù”. A quel punto, improvvisamente, l'agitazione gli scomparve.  Di sera mi  venne un emicrania fortissima “Luca,abbi pazienza, mamma deve stare in bagno a vomitare,perchè ha  tanto mal di testa ”
In quell'istante  iniziò con uno sforzo sovrumano a recitare tutte intere l'Ave Maria ,il Padre Nostro e il Gloria al Padre.Le parole gli uscirono  a fatica,  la voce sembrava quella di un angelo e fu quello il momento veramente in cui capii che era già arrivato alle Porte del Paradiso .Luca pregava per la sua mamma che non aveva niente in confronto a lui …
 Disse al papà :”Che cosa fai papà?” Ti sto vicino, lo sai che ti voglio bene, rispose Andrea e lui con una dolcezza indescrivibile gli sussurrò un flebile “ Grazie” .Fu questa l'ultima parola che rivolgeva  al papà . Gli diceva quel grazie per il bene che il papà gli aveva voluto  da sempre e che Luca aveva capito. I medici ,pure in quelle condizioni ,gli effettuarono una biopsia al polmone da sveglio, per aiutare la ricerca, mi dissero. Mi pentii a lungo per aver dato il consenso a quell'esame  che potevo  evitargli .
Gli misero una pomata lievemente anestetica e poi gli bucarono il polmone sinistro con un ago lunghissimo, ultimo grande dolore fisico.
 Ottenemmo il giorno 20 gennaio la grazia  di fargli fare la prima  Comunione e  la Cresima. Don Domenico aveva avuto il  permesso di due Vescovi ,quello di Torino e quello di Ivrea che promisero di  pregare  per lui .Molte  volte avevo immaginato questo momento ,sapendo che Luca era pronto. Avevo portato da casa una bellissima Croce, quella regalata da Padre Nazareno che lui tante volte aveva baciato e come nascosta gelosamente sotto le coperte, in un dialogo a “tu per tu” che solo il Signore ha ascoltato perché il bambino non mi voleva vicino…. Gliela indossai .Gli misi un paio di pantaloni grigi e , per non procurargli  dolore gli lasciai la maglia gialla  che aveva. Tolsi le immaginette di vari santi e lasciai solo la statuina di legno  di San Giuseppe, patrono della buona morte sulla finestra della camera .Quando don Machetta entrò nella cameretta dell'ospedale insieme a suor Luisa  domandò :”Luca vuoi ricevere la comunione?”  Luca rispose:”Sì!”
Fece un po' fatica  ad inghiottire quel pezzettino di Ostia ,ma al terzo tentativo ci riuscì.Conserviamo come una reliquia cucchiaio grazie al quale nostro Signore poté entrare  con un po’ di acqua  nel povero corpo del nostro bambino . Fu poi il momento della Cresima .Luca era vigile anche se non parlava .
Recitammo la sequenza dello Spirito Santo con la stessa intensità di quando eravamo a casa ,seduti con la candelina accesa. Luca non poteva ripeterla ma senz'altro l’ avrà recitata con il cuore.  Luca era ormai un soldato!
Il primario due giorni prima aveva parlato di due o tre settimane ma,dopo aver ricevuto i Sacramenti, la situazione precipitò,  la sua missione era compiuta ,aveva raggiunto la perfezione , era completamente immerso nell'amore di Dio .
Erano circa le otto di sera quando ad un tratto Luca, percependo la nostra stanchezza, ci disse le sue ultime parole :” Pregate il Rosario”.
Eravamo talmente provati che non avevamo più neanche la forza di pregare e ci eravamo addormentati .Ma fu lui a spronarci, lui che amava tanto la Madonnina, alla quale a soli tre anni e mezzo, una sera aveva scritto sul mio libro di preghiere  la sua piccola dichiarazione d'amore :” Lo sai che ti amo Madonna mia ?”
E  la tenera Madre di Dio  il mattino seguente, 21 gennaio, accompagnata dalla martire Agnese, avrebbe accolto questo suo piccolissimo  “Caro figlio” nella gioia  senza fine !
Un’omelia per un “prodigio”di Dio (Salmo 138)

Ti lodiamo e ti benediciamo Santa Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo per averci donato il piccolo Luca che consumato in breve tempo ha raggiunto una splendida carriera avendo compiuto il tuo disegno concepito dall’eternità. Ti chiediamo ora di compiere su di noi ciò che hai voluto comunicarci attraverso di lui. Fa’  che conserviamo in umiltà questo dono prezioso andando avanti verso le mete che ci indicherai. Grazie per avercelo dato come amico che pregava con noi e siamo sicuri che che ora continuerà dal Cielo, per la Salve Regina che recitava. Grazie perchè da tempo sapeva a memoria la sequenza dello Spirito Santo. Grazie perché condiva sempre le letterine che ci scriveva di Padre Nostro, Ave Maria e Gloria al Padre. Grazie perché nella sofferenza cercava la compagnia di Gesù e prendendo il Crocifisso e stringendolo accanto a sé gli diceva: “Stai qui Gesù, fai la nanna vicino a me”.
Grazie perché nel mezzo del dolore riusciva ancora a recitare il Padre Nostro , l’Ave Maria ed il Gloria al Padre, quando si accorgeva che la mamma aveva tanto mal di testa.
Signore,  ci hai insegnato attraverso questo piccolo a gettare gli affanni su di Te, a dire AVE MARIA di abbandono per risolvere tutti i problemi e a ringraziare sempre. Ora lo abbiamo riconsegnato a Te per riaverlo per sempre. Lui è ormai al sicuro. Lo hai portato via sul tuo carro di fuoco e noi siamo ancora qui a lottare e a camminare nella notte. Ma aiutaci a rallegrarci come hai fatto dire da Luca attraverso la liturgia di Sant’Agnese: “Rallegratevi, fate festa con me, ora vivo accanto a Lui, nella splendida dimora dei santi!Lode a Te nei secoli Trinità d’Amore”

Foto e pensierini del nostro caro Luca

(Tratto dall’omelia di Don Domenico  Machetta nella Messa di Trigesima del  20 febbraio 2004 ,presso la Fraternità di Nazareth)

 

 

 

 

Scritto biografico a cura della mamma di Luca: Teresa Casertano Passaglia

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