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FOTO PIERGIANNI RIVETTI

Pisa 23 aprile 2015  che cos’è la felicità?      3^ A

È un sentimento indispensabile, un’emozione rende la vita più semplice, bella e divertente. Se hai la felicità hai tutto! La felicità è quando non vedi l’ora di tornare a casa dopo una stressante giornata di lavoro; quando tua madre ti sussurra “Ti voglio bene” nell’orecchio. Quando ti impegni in un obiettivo e alla fine ci riesci, anche se non hai massimi risultati; quando un tuo lavoro o allenamento in qualsiasi cosa, dopo un certo periodo ti danno soddisfazione così grande da non poterti trattenere dalla gioia … e poi la felicità è quando sei a casa, solo, seduto su una sedia e rifletti con te stesso e pensi a tutto quello che potresti fare in un lontano futuro. “Tutto sommato, la felicità, è una piccola cosa” disse il poeta Trilussa in una sua celebre poesia. 

È vero, in fondo è davvero una piccola cosa, perché è un sentimento che richiede un po’ di tempo prima di concretizzarsi. Ma quando quel sentimento diventa realtà si trasforma in qualcosa di vero, così vero da percuoterti l’anima rendendotela più potente che mai. Allora possiamo dire che non è più una piccola cosa, ma una cosa talmente grande che ti permette di vivere la vita con successo. Secondo me la felicità deriva soprattutto dal progresso. Personalmente, in questo momento mi sto impegnando ad esercitarmi con uno strumento musicale, con il quale ho vissuto praticamente una buona parte della mia infanzia. Ora ho diciassette anni e suono la tromba da ormai sei anni e ancora oggi in un giorno come un altro, quando inizio a suonarla risento i brividi della prima volta in cui ho iniziato, dove all’interno di quelle tubature in ottone, un po’ vissute e consumate dal tempo scoppiano e rimbombano armonie di suoni potenti ed efficaci … e ogni volta che le sento mi scoppia quasi da piangere, perché è una cosa che adoro e per me è una grande felicità anche se in fondo piccola.

Magari poi un giorno spero anche di diventare un grande trombettista e suonare in una famosa orchestra. Infatti spero tanto che questa mia felicità da piccola diventi grande e che finalmente questo mio desiderio si concretizzi e diventi realtà. Ci sono anche persone nel mondo che di felicità ne hanno poca, c’è chi non ha lavoro, chi non ha una casa, chi ha problemi di salute, chi ha perso una persona cara, chi non ha una famiglia, o chi ce l’ha e non ha i soldi e le attenzioni per mantenerla. Ma dobbiamo capire e credere che un raggio di luce si veda sempre nell’oscurità, se solo ci impegniamo a cercarlo come dicono le frasi di una poesia di Giovanni Pascoli:” Io la inseguo per monti, per piani, nel mare, nel cielo: già in cuore io la vedo, già tendo le mani, già tengo la gloria e l’amore”.

LORENZO E SARA: UNA BELLA AMICIZIA

Lorenzo, ormai sedicenne, continua a frequentare un caro amico di lunga data, Riccardo. Si sono conosciuti alle elementari,  hanno frequentato insieme le medie e, se pur le loro strade si sono divise alle superiori, essendo entrambi appassionati di tromba fin dai tempi dell’orchestra della scuola, continuano a coltivare la loro amicizia. In quel tempo, Riccardo presenta a Lorenzo un altro suo amico che, a sua volta, presenterà la compagnia con la quale gira. Ragazzi e ragazze nuove che ci mettono ben poco ad accogliere Lorenzo che, così, allarga la cerchia dei suoi amici. Tra questi troverà anche Sara Cicciotto, allora quindicenne, che diventerà ben presto la sua “amica del cuore”. Man mano che il tempo passa, si rivelano complici, simpatici, capaci di stare volentieri in compagnia ma, soprattutto, desiderosi di conoscersi più profondamente a vicenda. Quanto sia bello e unico questo rapporto, ce lo mostra bene la seguente lettera di Lorenzo a Sara in occasione del suo 17° compleanno:” È incredibile quanto bene provo verso di te. Un bene esagerato perché sei stata e sei tutt’ora una delle persone più importanti della mia vita. La prima volta che ci siamo incontrati non pensavo nascesse un qualcosa tra noi che ci unisse così tanto, come i nostri pensieri, le nostre parole, le nostre risate. Un’amica che non troverò mai più come te, non basta dirti che sei speciale, vai al di là dell’essere speciale, hai un qualcosa di immenso che mi costringe a volerti sempre più bene. Ma poi non sai quanto ho imparato da te! Ho imparato come comportarmi, come reagire nella vita, come distinguermi, mi hai insegnato in vari momenti il vero senso di vivere, perché tutto con te è davvero splendido. Basta uno sguardo, una risata, e nasce subito tra di noi un sentimento, un emozione, un’intesa che ci dà forza e che ci fa continuare a sorridere, soprattutto nei momenti più tristi che purtroppo non mancano mai. Ti ringrazio davvero tanto di questi anni, nei quali abbiamo avuto modo di conoscerci sempre più, ho capito veramente, ma già da tempo, che sarai sempre al mio fianco per sostenermi e aiutarmi come hai sempre fatto.  Sono davvero contento di averti conosciuto, la migliore amica che io potessi desiderare, non c’è dubbio! E ora goditi questi tuoi bellissimi 17 anni! Ti voglio bene”.

QUALCOSA CI STA ANCORA

Lorenzo vuole giocare bene le sue carte e, al suo già ben ricco bagaglio, aggiunge altre due esperienze. In uno dei tanti dialoghi con il papà, considerata la sua propensione a stare in mezzo al pubblico, gli viene suggerito di fare un breve corso per animatori di villaggi turistici; tipo dei tutto fare del divertimento estivo. Tutto serve a migliorare. Ci pensa un momento e poi accetta di andare. Con l’amico Lorenzo Russo vanno a Padova e si fermano il 2-3-4 febbraio 2016. Fa il corso e lo dichiarano abile. Viene accettato. Da questa società svizzera che tiene questi corsi-provino, viene poi inviato in Sardegna al villaggio turistico di Porto Conte in provincia di Cagliari. Termina il quarto anno di scuola e, dopo tutti i necessari preparativi, parte per la Sardegna. Un po’ di apprensione c’è, sia da parte sua, sia da parte dei genitori; è la prima esperienza di questo genere, fuori casa. Lo rassicura un suo professore ricordandogli che lui parte il giorno 13 e quel giorno ricorda una delle apparizioni di Nostra Signora di Fatima. “Và tranquillo, Lei ti guiderà” gli dice, e lui parte rassicurato e tranquillo. Arrivato nel suolo Sardo, ha un momento di smarrimento non ricordando bene le indicazioni per trovare il villaggio e sbaglia strada. Con un po’ di apprensione entra in un bar e chiede informazioni. Lì presente c’è una signora che sente la richiesta e, accorgendosi che il ragazzo è un po’ in difficoltà, gli dice: “Non temere, io devo andare proprio da quelle parti. Ti accompagno io”. E lo porta fino al villaggio turistico. È il 13 giugno. Lorenzo telefona a casa e racconta l’accaduto. La Mamma collega 13 giugno con la signora che lo accompagna, e gli dice: “Hai visto che la Madonna ti è stata vicino? Il tuo professore aveva ragione!”. Purtroppo per  alcune incomprensioni e difficoltà con il capo struttura, dopo alcuni giorni di lotta per vincere sé stesso, resistere e rimanere ugualmente, pur nel non facile ambiente trovato, alla fine cede e torna a casa il 23 giugno.

TRAGUARDO 18!

Spesso mi capita di pensare al tipo di persona che sono diventato durante questi anni della mia vita.
In particolare, penso al passato, penso a quello che ho fatto, ai momenti che ho vissuto e mi piace soffermarmici, cerco di far riaffiorare i ricordi in ogni loro più piccolo dettaglio.
Ho costruito un piccolo museo per conservare questi ricordi, situato in un luogo sperduto della mia mente, dal quale, tutte le volte che voglio posso "entrare", prendere un fascicolo di ricordi e leggerlo, rileggerlo, studiarlo, capirlo fino in fondo, per cercare di apprendere la vera essenza, per trovare grazie a loro un metodo con il quale, attraverso la memoria e la rievocazione di sentimenti vissuti, io possa trovare lo scopo principale della mia vita!
Ma com'è possibile trovare uno scopo principale nella vita? Sembra impossibile. La strada per trovarlo è lunga, tortuosa, dissestata, ma soprattutto è in salita. Però ci si può arrivare! Tutto dipende dalla nostra esperienza, dalle conoscenze che in tutti questi anni abbiamo accumulato piano piano e immagazzinato nella nostra intelligenza.

Ne approfitto per dire che per questo mio ultimo pensiero mi sono ispirato a un grande filosofo inglese:  "John Locke", un empirista. Diceva appunto che la conoscenza è data dall'esperienza: infatti, tutti i ricordi che abbiamo vissuto ci possono aiutare, è grazie a loro se tutti i giorni abbiamo una gran voglia di vivere, una gran voglia di darci da fare, una gran voglia di ricordare. Tutto quello che so e tutto quello che mi circonda, lo devo al fatto di aver avuto una grande famiglia, che fino ad oggi mi ha sempre aiutato, mi ha sempre accontentato, soprattutto le persone più anziane, come le mie due care nonne, Franca e Edda, che con la loro vecchiaia, ma con la loro preziosa esperienza, hanno reso il mio mondo più facile da scoprire.

Sono le mie seconde mamme e tengo a loro tantissimo, un sentimento d'immenso amore che non finirà mai. I miei genitori, ai quali voglio un bene enorme, nonostante i loro numerosi difetti, il mio nonno Pepe, grande falegname, i miei zii, zio Raffaele e zio Alessandro, persone differenti ma con lo stesso gran cuore, Chiara, con i suoi genitori, con la piccola e bellissima Daiana. Un saluto a Nìco, grande ammaestratore di Gazze Ladre, a tutta la famiglia De Santis, persone di esempio per tutti noi, con i miei grandi cugini Dani e Simona e Francesca che ahimè stasera non è potuta esserci, per questioni di lavoro ... Tutte le famiglie di Perignano, che mi hanno accompagnato insieme alla mia famiglia fin da quando ero un nanerottolo a fare grandi passi e a crescere.

Un ringraziamento speciale va a tutti quelli che mi hanno sempre voluto bene, anche se a modo loro, altrimenti non sarebbero stati qui! I miei amici ... A partire dalle mie più grandi amiche, nonché sorelle: Sara, Asia, Rossella e Benedetta, che stasera a causa di un viaggio scolastico non è potuta venire. Un grazie di cuore a Paolo e a Margherita con i quali ho trascorso questo ultimo periodo!
Ai miei amici di vecchio stampo, come il grande trombettista Riccardo e il mio grande amico d'infanzia Dario insieme al mio famoso biscugino Alberto, con la sua splendida famiglia al completo!
Non mi dimentico nemmeno per idea dei compagni con i quali trascorro ogni mattina della mia vita. Voglio tanto bene a tutti i miei compagni di classe, che sono qui presenti stasera, con loro chiacchiero sempre di tutto, senza vergogna e anche se li faccio spesso arrabbiare, comunque so che su di loro  potrò sempre contare, soprattutto con tre di loro! Passiamo molto tempo insieme, come una piccola famiglia, perché ci vogliamo un bene davvero unico! Lorenzo, Andrea e Fabio! Non mi dimenticherò mai dei tre grandi “dell'Ave Maria”: Alberto, Loris, e Tommaso, i più bravi tennisti della Toscana, e il grande Ferraro, fortissimo compagno di risate! Un altro particolare ringraziamento va alle mie care amiche di scuola media: Martina, Adele e la famosa Cicarelli. Insomma grazie a voi e alla vostra intelligenza, mi avete aiutato a crescere, a diventare quello che sono oggi! Ah, comunque, dimenticavo di dire una cosa fondamentale ... E che cappero, ho 18 anni!

                             (Lettera scritta in occasione del suo 18° compleanno)

 

AVANTI

 

 

 


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