bacheca
 
FOTO FABRIZIO FIORE

Lui stesso si è improvvisato organizzatore sia nell’invitare i suoi cugini, gli amici e i parenti vari, sia nella modalità dei festeggiamenti.
Riuscì una bella festa trascorsa nella “normalità”. E questo, comunque, era anche il fermo desiderio dei suoi genitori. Con tutti gli accorgimenti e precauzioni del caso Fabrizio doveva vedere intorno a sé scorrere la vita normalmente.
Quanta sofferenza mista a costante speranza: “Dai, forza, ce la farà! Anche noi con lui ce la faremo a superare tutto!” Le lacrime non si contavano più, ma tutto veniva fatto di nascosto.
A Fabrizio bisognava riservare il meglio, la sofferenza bisognava tenerla nascosta, la serenità doveva essere sempre presente, il coraggio non doveva mai mancare, il positivo ci doveva sempre essere, anche nei momenti più bui, ma, soprattutto, la speranza di farcela a superare quel momento non doveva mai mancare.
Anche il giudizio delle maestre concordava con quell’impostazione di vita: diligente con voti massimi, socievole con tutti i suoi compagni “vedeva il lato positivo delle cose e delle persone, soprattutto di coloro che potevano diventare facile bersaglio degli altri con critiche gratuite”.

Questa sua spiccata sensibilità è poi andata sviluppandosi ancora meglio nel corso delle scuole medie:
quando si offre quasi quotidianamente di aiutare un suo compagno obbligato alla carrozzina. Quante volte gli ha dato una mano insieme alla sua insegnante di sostegno. Gli teneva volentieri compagnia, lo aiutava a mangiare e andava, durante l’estate, anche a trovarlo a casa sua;
quando si offre di ospitare un suo coetaneo del Marocco dando dimostrazione di alto senso di formazione intellettuale e di evoluzione della sua dimensione umana e culturale.

Ma torniamo alla malattia : Tutto sembra procedere bene in un contesto di “controllo della malattia” ma, ahimè, il 3 aprile 2009 una TAC dà il verdetto finale, riconfermato il 7 aprile da una risonanza magnetica: la ricomparsa di un’altra lesione tumorale .
Quella data è l’inizio della sua fine terrena, poiché il lunedì 4 maggio 2009, alle ore 23.23, presso il reparto di Pediatria dell’Ospedale di Alba Fabrizio saluta tutti per il suo ultimo viaggio. Pochi giorni prima (8 maggio) che potesse compiere il diciottesimo anno. I genitori hanno fatto tutto ciò che era umanamente possibile per sostenerlo e aiutarlo ad affrontare questa tragica situazione , provando anche un forte senso di impotenza per non essere riusciti a tirarlo fuori dal vortice atroce di una malattia che non perdona. A loro rimane il ricordo e la consapevolezza di questi tre anni e mezzo vissuti ancora meravigliosamente con lui.
Tutto questo percorso ha fatto sì che Fabrizio entrasse a pieno titolo nel

TERZO GIORNO

FOTO

È il giorno eterno, la seconda nascita che ha introdotto Fabrizio in quel “posto preparato per lui” nell’eternità secondo la promessa di Gesù: “Non si turbi il vostro cuore. Credete in Dio e continuate a credere anche in me. Ci sono molti posti nella casa del Padre, altrimenti io ve l’avrei detto; io vado a prepararvi un posto. E quando sarò andato a prepararvi un posto, tornerò a prendervi con me, in modo che là dove sono io ci siate anche voi” (Gv. 14,1-3).
Santa Faustina Kowalska, anch’essa prossima a presentarsi al Divino Sposo per rimanere con lui per l’eternità, parlando alle anime elette così aveva scritto nel suo diario: “Andate, fiori stupendi nelle ore mattutine; il vostro profumo esclusivo esalti, adori la Misericordia di Dio. Andate, meraviglie della terra, per le quali l’uomo non finisce mai di stupirsi, andate concordemente ad adorare Iddio, esaltando la sua inconcepibile Misericordia. Và, o bellezza indelebile di tutta la terra, ad adorare il tuo Creatore in grande umiltà, perché tutto è racchiuso nella sua Misericordia, tutto proclama con voce potente quanto è grande la Misericordia di Dio” (Ed.Vaticana pag. 912).

 

 

Pertanto considerando quanto dice il salmista : “Conosce il Signore la vita dei buoni, la loro eredità durerà per sempre. Non saranno confusi nel tempo della sventura e nei giorni della fame saranno saziati … Cerca la gioia nel Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore” (Sal. 36,18-19.4), ci facciamo accompagnare da Fabrizio nel “Giardino del Re”, ossia nel Paradiso, per scoprire:

“Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, perché queste sorprese ha preparato Dio per coloro che lo amano”(Cfr. 1 Cor. 2,9), per coloro ai quali “è stata concessa la grazia non solo di credere in Cristo, ma anche di soffrire per lui” (Fil. 1,29), “completando nella propria carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (1 Col. 1,24) e “Vidi la Città Santa”.

Là non c’è più bisogno di credere per fede perché la realtà la vediamo con gli occhi. Una città, una grande comunità intrisa della luce e della santità di Dio. Lì tutti si sorridono, tutti si amano, tutti si vogliono bene; lì si respira un’aria di gioia e di letizia sconfinate perché Dio … ha terso ogni lacrima dai loro occhi; non c’è più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate” (Ap.21,4).

Termini quali: solitudine, noia, tristezza, paura … non sono più perché: “Quella è la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il Dio- con- loro”(Ap.21,3). I sogni più pazzi che abbiamo fatto sulla terra e che non siamo riusciti a realizzare, lì si compiono al di sopra di ogni immaginazione umana. “La Gerusalemme nuova” (Jerushalaim = visione di pace) è intrisa della pace e della luce di Dio. Il cammino delle creature umane sulla terra è una ricerca continua della pace del cuore e dei sensi

Il paradiso è il compimento di questo anelito e aspirazione. Così come di là non esistono più le parole: monotonia, ripetitività, stress … perché in Cielo tutto è fantasia, pace e costante novità! Le risorse di Dio sono illimitate ed è suo stile far stupire e far passare di meraviglia in meraviglia, coloro che lo amano. Colui che siede sul trono a confermare questo: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap.21,5).

Una folgorante dimostrazione ce la dà ancora l’apostolo Giovanni mentre cerca di spiegare qualcosa di questa Città Santa (…) “Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. La città è cinta da un grande e alto muro con dodici porte … le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo. Le fondamenta delle mura della città sono adorne di ogni specie di pietre preziose. Il primo fondamento è di diaspro, il secondo di zaffiro, il terzo di calcedònio, il quarto è di smeraldo, il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, l’ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l’undicesimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta è formata da una sola perla” (Ap 21,11-12.18-21).

 

AVANTI

 

 

 


Gruppo S. Maria Porta del Cielo - www.gruppomariaportadelcielo.it - mariaportadelcielo@libero.it - 3245664056 - Termini e condizioni Privacy & Cookie Policy

Contatori visite gratuiti