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E I MIEI ZII?
Vi presento zio Germano e zia Elena, coloro che hanno scelto di essere per me il padrino e la madrina di Battesimo. Voglio ringraziarli tantissimo perché anch’essi si sono offerti di aiutarmi nel mio cammino di crescita umana e cristiana. Che compito importante hanno accettato di assolvere, insieme a quello dei miei genitori! Ad essi, la Chiesa ha chiesto di accompagnarmi nella via delle fede con la loro testimonianza di vita cristiana, con la loro preghiera e con le loro parole. Quanti doni intorno a me anche se io non lo capivo ancora! Anche a padrino e madrina sarò sempre vicino.
UN DONO VERAMENTE PARTICOLARE!
Continuando a sfogliare il nostro album di famiglia, ecco saltar fuori una foto particolare: quella di un angioletto. Un bel regalo che mia prozia Vermiglia ha fatto a mamma e papà prima ancora che io nascessi. Questa statuetta ha due begli occhioni che sembrano guardare il mondo con innocenza; ha un fare sbarazzino che attira simpatia. Osservandola bene, c’è un particolare che attira l’attenzione. Al fianco di questo angioletto c’è anche una piccola croce (cosa insolita quando si regala un angioletto), con un cuore al posto di Gesù crocifisso e un grosso libro aperto ai piedi della croce. Le parole scritte su quel libro aperto non si comprendono. Quasi una velata profezia. Quante cose si fa fatica a comprenderle quando siamo chiamati a vivere nel tempo. Così è stato anche per me, anche se ero ancora piccolo, nel tempo. Oggi, invece, tutto è chiaro e comprendo appieno che nella Croce tutto diventa Amore e Vita, e che ciò che è incomprensibile agli uomini fa parte di uno sconfinato disegno d’Amore. Lo capirete anche voi perché sta scritto: “Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore d’uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo temono” (1 Cor. 2,9). Vedrete! A suo tempo anche voi comprenderete perché la sofferenza passa, ma l’avere sofferto no! Il dolore innocente lo si può accogliere solo nell’ottica della Croce di Gesù, se no, tutto è incomprensibile! La mia non è stata solamente la breve avventura di una vita stroncata, quasi come un fiore reciso. Ciò che a voi può essere sembrata la fine, in realtà ha dato il via a un nuovo inizio, di qualcosa di infinitamente superiore. Anche voi a suo tempo comprenderete e allora anche voi canterete con me e con gli angeli e i santi: “Benedici il Signore, anima mia, Signore, mio Dio, quanto sei grande! Rivestito di maestà e di splendore, avvolto di luce come di un manto” (Sal. 104,1-2).
CONTINUANO LE PRESENTAZIONI
Ora vi parlo un po’ di mia zia Elena, che è la mia madrina di battesimo, di mio zio Massimo suo marito e della mia cuginetta Beatrice. Non abbiamo fatto a tempo a giocare insieme; la guardavo con curiosità e mi piaceva farla sorridere. Però quando iniziava a piangere scappavo via subito perché altrimenti pensavo che zia desse la colpa a me. Ora, dal Cielo, proteggo tutti e veglio su di loro. Sulla terra ci sono troppi pericoli; ma loro sanno che possono contare su di me! Dall’alto vi custodirò in tutti i vostri passi, vi coprirò con le mie penne, sotto le mie ali le darò rifugio. Voglio essere per voi come scudo e corazza; non dovrete temere alcun male: né i terrori della notte, né la freccia che vola di giorno e nemmeno la peste che vaga nelle tenebre, o lo sterminio che devasta a mezzogiorno. Vi porterò sulle mie mani perché non abbia a inciampare il vostro piede. Vi mostrerò la salvezza del Signore! (Cfr. Sal 90). Cari zii e cara Beatrice, vi voglio bene. Non dimenticate mai che io cammino sempre al vostro fianco.
ORA VI STRAPPO UN SORRISO
Adesso vi parlo di un episodio che sicuramente vi farà sorridere. Soprattutto negli ultimi tempi, ripetevo spesso a papà e mamma che io non sarei cresciuto, in quanto ogni volta che mi dicevano: “Adesso Pietro diventa grande”, io gli rispondevo: “No, grande no, solo piccolo!”, dall’altra, invece, saltavo già sopra alla vecchia 126 della mia bisnonna Beatrice, parcheggiata in cortile e, controllato da mia mamma, mi fingevo uno dei più grandi piloti. Eh, sì. Per le moto e, soprattutto per i trattori, avevo una grande passione. Tutto ciò che aveva un motore, mi affascinava. Ora, per le sconfinate strade del Cielo non c’è più nessuno che mi ferma. Qui non ci sono più i limiti di velocità, qui è tutto: “Come la folgore che viene da oriente e che brilla a occidente” (Cfr. Mt 24,27). Adesso ho davanti a me tutta l’eternità per dare sfogo a questa mia passione. Se mi sentirete fare qualche capitombolo, non preoccupatevi, sono al sicuro, più di quanto lo potessi essere sulla terra. Ora sì che posso far di tutto, divertirmi un sacco, senza avere paura dei pericoli! Credetemi, sono lo spasso, il divertimento di tutto il Paradiso!
MA NON VI HO ANCORA PARLATO DI MIO ZIO IVANO
Vi voglio presentare un’altra persona a me tanto cara, mio zio Ivano che, amorevolmente chiamavo “nano bianco”; non ero ancora capace di pronunciare bene le varie sillabe perciò, da zio Ivano era diventato semplicemente il mio caro “nano bianco”. Che gioia e quale festa quando, tornando dal lavoro con il suo camion, passava a salutare la nonna. Gli correvo incontro festoso e lui, abbracciandomi felice, mi sedeva sul camion così io mi sentivo già capace di guidare. Mi chiedeva se stavo bene, se avevo obbedito alla mamma, se avevo fatto i capricci … insomma con le tante cose che aveva da fare, sembrava che in quel momento ci fossi solo io da guardare. Comunque anch’io facevo di tutto per fargli capire quanto anche lui fosse importante per me. Ora non posso più guidare il suo camion, però posso “guidarlo sul sentiero della vita e condurlo a scoprire che alla Presenza di Dio si sperimenta la pienezza della gioia, e la dolcezza senza fine” (Cfr. Sal 15,11). Di tutto questo, zio carissimo: “Gioisce il mio cuore, ed esulta la mia anima perché anche il mio corpo riposa al sicuro; perché Lui non ha abbandonato la mia vita nel sepolcro e non lascerà che il suo piccolo veda la corruzione” (Sal. 15,9-10). Continuerò ad amarti, a pregare per te e per tutti quelli che mi hanno voluto bene. Non dimentico nessuno!
IL MIO PARCO GIOCHI
Il terrazzo di casa mia era il mio “parco giochi” preferito. Quante volte qui mi sono divertito a giocare; da solo, con mio papà, con mia mamma, con i nonni, con gli zii. Tutto mi divertiva e tutto mi rendeva felice. Vi voglio però raccontare uno strano particolare: due giorni prima che mi ricoverassero all’ospedale di Alessandria, ospedale dove poi mi hanno operato d’urgenza e da dove non sono più tornato a giocare nel mio “parco giochi”, con un’insistenza del tutto insolita, ho chiesto ai miei genitori di ritirare tutti i miei giocattoli e di portarli in casa. Questa richiesta non l’avevo mai fatta prima di allora, e finché non li hanno portati tutti in casa, non sono stato tranquillo. Quei giocattoli ora hanno fatto contenti altri bambini, a me basta la gioia sconfinata del Paradiso dove tutto è avventura, gioia e novità continua. Solo chi sta vivendole può comprendere l’infinita distanza tra le gioie del Cielo e quelle della terra! Adesso comprendo bene le parole del salmista: “Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore” (Sal. 26,13-14). Solo chi ha il Paradiso nel cuore ha la forza di superare qualsiasi difficoltà, qualsiasi prova. Chi pregusta già la gioia del Traguardo, centuplica le forze pur di arrivarci. Io, ora, ci sono, e da qui prego affinché anche tutti voi possiate arrivarci! Alé, forza, dagli spalti del Cielo, insieme a tantissimi altri amici, facciamo il tifo per voi.
ORA CI VEDO MEGLIO!
Prima di chiudere quest’album di famiglia, voglio ancora raccontarvi quattro cose importanti. La prima potrà sembravi una pura coincidenza, però, almeno per me rimane ugualmente un particolare interessante. Un cuscino? E' sempre stato sul divano del nostro salotto, eppure io non ci avevo mai fatto caso più di tanto. Ultimamente, prima di salire in Cielo, amavo coricarmi sul “mio”cuscino, e guai a chi me lo toccava; qualcosa come di “magico” mi attirava a riposare su di esso. Un altro particolare: la mia necessità di dormire con la luce accesa. Esigenza anch’essa legata agli ultimi tempi; prima non succedeva. Quando mi addormentavo dormivo e basta! Invece ultimamente se i miei genitori non lasciavano la luce accesa, io facevo i capricci e non dormivo. Sentivo il bisogno che la luce brillasse su di me e solo allora stavo tranquillo. La terza cosa è ciò che ha fatto papà. Ogni giorno lui andava a lavorare, e non mancava mai. Quell’ultima settimana è stato a casa perché non stava bene. Così facendo siamo stati molto vicini, e così ha potuto sostenere anche la mamma quando, il mio improvviso male ha mostrato tutta la sua “ferocia”. Insieme mi hanno portato all’ospedale di Alessandria, come insieme mi hanno accompagnato fino alle porte del Paradiso il 7 giugno 2015. L’ultimo particolare, invece, ve lo racconta la cugina di mio papà. “Il giorno del funerale di Pietro, il cielo era ricoperto di nuvole molto scure e minacciava pioggia abbondante. All’ora fissata, il carro funebre stava uscendo dall’obitorio dell’ospedale per dirigersi a Neive, ma ecco che una folata di vento spostò alcune nubi e da queste uscì un raggio di luce che illuminò il carro. Poco dopo, tutto tornò come prima”. Tutto un puro caso? Amici carissimi, ci tenevo a raccontarvi questi quattro particolari, ma lascio a voi l’interpretazione che credete più giusta. Io so solo che: ormai, per me “le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove” (2Cor. 5,17). La Mamma Celeste mi ha rivestito con la veste bianca che la mia madrina mi ha consegnato nel giorno del Battesimo. Prima era simbolo del mio essere creatura nuova; ora sono rivestito di Cristo e così rivestito sono entrato al banchetto di nozze dell’Agnello Pasquale, accolto dalla schiera gloriosa degli angeli e dei santi.
LE SORPRESE CONTINUANO
È proprio vero che: “La speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5), e dove c’è lo Spirito di Dio, lì c’è vita, c’è Luce, c’è Grazia che genera vita. Che meraviglia: nella mia famiglia la parola morte, non ha avuto l’ultima parola perché il 7 giugno 2017, alle ore 06,10, è sbocciato mio fratellino Davide, un altro fiore meraviglioso che ha aperto la sua corolla alla luce del sole. Grazie mamma, grazie papà per aver detto sì ancora una volta alla Vita. Avete resistito alla tentazione di mollare; non vi siete scoraggiati. Due anni prima, il 7 giugno io sono entrato in Paradiso, e il 7 giugno, due anni dopo è arrivato Davide. A tutti voi che mi ascoltate dico: “Quando arriverete a Casa, comprenderete!”. Adesso io sono ben impegnato a proteggere il mio diletto fratellino da tanti pericoli e aiutare papà e mamma ad accompagnarlo sulla buona strada. Come me ha ricevuto il dono del Battesimo, così dal 24 settembre 2017, anche “il suo nome è scritto sul Libro di Vita” . (Ap 3,5)
LA FORZA DELLA VITA: DIALOGHI CON IL “GRANDE SILENZIO”
Caro lettore, dopo aver letto la storia di Pietro, sicuramente tante domande sono affiorate anche in te: “Perché così piccolo?”, “Non è giusto!”, “Ci sono tanti che fanno del male, ma lui che male ha fatto?”, “Perché Dio ha permesso una cosa come questa?” … e si potrebbe continuare. Tutto però rimane senza risposta, a meno che, non si attinga alla Sorgente della fede. Allora si entra in un’altra dimensione, quella di chi accetta di pensare non solo con l’intelligenza, ma anche con il cuore. Di muovere i propri passi sulla via della fede poiché, in questa “ il Signore dà consiglio e anche di notte continua ad istruire il cuore”. (Sal 15,7)
Prima di noi c’è stato un uomo che anch’esso si è posto queste e anche tante altre lancinanti domande. Dopo aver molto ragionato è giunto a una conclusione: “Riflettevo per comprendere: ma fu arduo agli occhi miei, finché non entrai nel santuario di Dio e lì compresi” (Sal 72,16-17). Gesù con la sua incarnazione, passione, morte e risurrezione, non è venuto a liberarci dal male della sofferenza, ma dal male dell’inutile sofferenza. La sofferenza passa; l’avere sofferto no! E tutto quanto viene quotidianamente offerto sull’altare, tutto diventa salvezza e Storia di salvezza. Dice Gesù: “Ora, la volontà del Padre mio è che io non perda nulla di quanto mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno” (Gv 6,39). Questa verità quando la si accoglie con cuore sincero e la si fa propria, aiuta a comprendere più in profondità ogni avvenimento, felice o avverso, e a leggere la realtà con occhi nuovi.
Nella cappella del collegio di Anglet, in Francia, don Francesco celebrava la sua prima Messa: sua sorella Stefania era morta suora in quel collegio qualche anno prima. Finita la Messa, la superiora consegnò a don Francesco una busta chiusa. La lettera portava un’indicazione: “Da consegnare a mio fratello Francesco, dopo la sua prima Messa”. La calligrafia era di suor Stefania, la sorella morta. Il neo sacerdote l’aprì e lesse: “Francesco carissimo, benedici me; non per prima me, se lo vuoi, benedicimi subito dopo la mamma nostra. Credo di essere anch’io un po’ la madre della tua vocazione. Tre anni fa, quando ti ho visto in crisi, ho sentito che Dio, per salvare la tua vocazione e la tua fede, chiedeva a me un sacrificio: l’ultimo. Un giorno tu sei venuto a trovarmi. Mi sono sentita tanto desolata; non mi ascoltavi più, eri deciso ad abbandonare tutto. Allora io sono andata a inginocchiarmi nella cappella del collegio e ho offerto a Dio la mia vita per te. Io ti ringrazio per la dolcezza che mi hai procurato di morire per la tua vocazione. Grazie per il Paradiso che mi hai aperto prima dell’ora, dove ti attendo con le anime che noi avremo salvato: io per mezzo del tuo sacerdozio, tu per mezzo del mio sacrificio”.
Questo “linguaggio” lo comprende solamente chi entra nella Luce della Comunione dei Santi e, solamente guidato dalla fede, comprende che: “Se il chicco di frumento non cade per terra e non muore, resta solo; se invece muore, porta molto frutto. Chi ama la propria vita la perde; e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserva per la Vita eterna” (Cfr. Gv 12,24-25).
Ripensando alla storia del piccolo Pietro, inserita nella Comunione dei Santi, diventa come una “STELLA RADIOSA” del mattino. Applichiamo a lui le parole del Libro dell’Esodo.” Così dice il Signore: Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ti ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce e non ribellarti a lui. Se tu ascolti la sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari. Il mio angelo camminerà alla tua testa e ti farà entrare nella terra promessa” (Es. 23,20-23).
Maria, Regina degli angeli, prega per noi!
E IL NOSTRO PIETRO CONCLUDE:
Ed ora carissimi mamma e papà, nonno e nonne, zii e cugini, parenti, amici e tutti voi che avete letto questo profilo, a voi grido, con tanta gioia e forza nel cuore, la Parola di Gesù: “Vi ho detto queste cose perché in me voi abbiate la pace. Nel mondo avrete da soffrire. Ma fatevi coraggio: io ho vinto , il mondo” (Gv 16,33).
Arrivederci a Casa.
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