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Più vi si ascolta e più si accende nel cuore la gioia di avere conosciuto questo nuovo straordinario Amico. Ci avevate parlato di una macchinina da competizione di Nicolas, ci raccontate qualcosa in merito?
Papà Claudio:” Anche questo è un particolare interessante perché quella di cui vi abbiamo parlato è una macchinina da competizione con il motore a scoppio. Quello era un regalo che Nicolas ha voluto fare a se stesso. A forza di usarla si era guastata. Lui che cosa ha fatto? Invece di buttarla l’ha smontata tutta, pezzo per pezzo, ha trovato il guasto, lo ha riparato e dopo averla rimontata… è tornata a funzionare che era una meraviglia. La sua maestria e dimestichezza con i motori hanno fatto rimanere tutti a bocca aperta! Si può dire che lui a scatola chiusa non portava a casa niente. Dopo che l’oggetto era nelle sue mani, amava smontarlo per sapere che cosa c’era dentro, poi lo rimontava e tutto tornava come prima, dopo che aveva imparato come era fatto. I suoi amici del gruppo “Il Carro di Carnevale” hanno avuto modo di sperimentare questa sua creatività e hanno voluto testimoniarlo davanti a tutti: “Grazie Nicolas per l’aiuto pratico che ci hai dato nel costruire e montare i carri di carnevale, ma soprattutto grazie per il modo con cui lo hai fatto! Con la tua gioiosa ed entusiasta disponibilità, con la tua creatività un po’ fracassona, ma sempre tanto simpatica. Non finisce tutto qui perché anche quest’anno sfilerai con noi, ne siamo sicuri… e anche se fisicamente non potremo vederti correre e scherzare cogliendo di sorpresa gli spettatori coprendoli di coriandoli, siamo certi che dall’Alto continuerai a regalarci il tuo bel sorriso pulito e il tuo volto solare e cordiale”.
Nicolas vive anche nel ricordo del suo catechista che lo aveva preparato alla Cresima: “Ogni volta che l’incrociavo mi fermavo a parlare con lui, di tante cose. Dopo la sua adesione alla Pro Loco, che avevo molto apprezzato, o ancora prima degli esami quando avevamo parlato del suo futuro, o quando mi vedeva, ed era sulla sua inseparabile bicicletta. Mi puntava dritto per poi fermarsi con perizia a pochi passi da me. Anche queste piccole cose mi accompagneranno” (Gianni Fogliato).
Cari mamma Piera e papà Claudio, dovete sentirvi veramente dei genitori privilegiati ad avere avuto un figlio così vivo, così speciale. Noi spesso calcoliamo il valore della vita dal numero degli anni che uno ha vissuto. Ma forse, potrebbe capitare che novantaquattro anni di vuoto, valgano meno di sedici di amore! E Nicolas ha vissuto veramente un’avventura d’amore!
Mamma Piera: “Non vi abbiamo ancora parlato dell’ultimo atto d’amore di Nicolas. Quando il 16 giugno, dall’ospedale S. Croce di Cuneo dov’era stato portato subito dopo l’incidente con la moto, i medici ci hanno chiamato per dirci che non ce l’avrebbe fatta a superare il giorno, abbiamo preso in considerazione la possibilità dell’espianto-trapianto degli organi. All’inizio avevamo un po’ di comprensibile titubanza, ma nostra figlia Aurora, la sorella di Nicolas, con convinta insistenza ci ha aiutato ad accettare, perché così Nicolas avrebbe continuato a correre, sorridere e fare del bene come aveva fatto fino ad allora. Con il dono delle cornee continua a vedere, con il dono del cuore continua ad amare, con il dono del fegato continua ad infondere rinnovato coraggio, con il dono dei reni continua a correre in bici per raggiungere sempre nuovi traguardi”.
Ci avete detto che è stata vostra figlia e sua sorella Aurora a suggerirvi di fare subito dono degli organi. Saremmo veramente contenti di poter ascoltare anche la sua testimonianza su questo fratello di cui potrà andare sempre orgogliosa.
Aurora: “Tutto è successo così in fretta e troppo veloce per capirlo. Forse non ho ancora realizzato. In un momento tutta la mia vita è cambiata e mai lo avrei pensato! Devo però andare avanti anche se tu sei “volato via”. Tuttavia, ancora adesso voglio sentirti vicino. Sai, non so spiegarti la cosa ma, quel mercoledì mattina, mi sono svegliata al suono della voce di mamma che ti diceva: “Nico ti alzi?”. Ovviamente, com’era tua abitudine, ti eri infilato nuovamente sotto le coperte dopo che papà ti aveva già svegliato. Come ringrazio di essermi svegliata, quel mattino, ed aver sentito ancora una volta la tua inconfondibile voce. Ogni volta che la sentivo era per me motivo di gioia. Poi sei partito con la tua vespa, ed io mi sono riaddormentata. Ore 7.30 è suonata anche la mia sveglia, mi sono alzata e, mentre facevo colazione, ho sentito un’autoambulanza passare di corsa. Non so spiegarti, ma il cuore mi voleva dire qualcosa e allora ho fatto una cosa insolita: ti ho inviato un messaggio per chiederti se eri arrivato a scuola non ricevendo alcuna risposta. Ho subito chiesto a papà se lui sapesse qualcosa, ma anche lui non sapeva nulla. So solo che io continuavo ad essere agitata, non so perché, ma è come se, inconsciamente, sapessi già quanto era accaduto, quasi come una sorta di telepatia con te. Ed infatti da lì a poco è arrivata la conferma: la telefonata di papà. Erano le 7.50 del giorno 11 giugno 2014!
Tutto sembrava essersi fermato lì, immobile, come se tutti stessimo trattenendo il respiro, e questo fino al giorno 16 quando sei definitivamente partito per il nuovo viaggio, per una nuova avventura, per te e anche per noi! Quante cose mi scorrono davanti agli occhi! Come un film, tra lacrime e sorrisi. Mi ritorna alla mente quanto ti ho desiderato, quanto ho fatto dannare mamma e papà perché volevo anch’io un “fratellino”. Dopo sei anni “il fratellino” finalmente è arrivato. Anche se troppo tardi per essere un compagno di giochi, ma non certo per poterti accudire e coccolare, quasi fossi come il più bello dei “ bambolotti” che possedevo. Ero orgogliosa! Non eri ancora nato e già ero pazza di te … Alla domanda: “Vorresti un bambino o una bambina?”, rispondevo che non mi interessava, “l’importante era che non fosse un cammello e che stesse bene!”. Mi ricordo quando venivi a dormire nel letto con me, quanto mi arrabbiavo perché tu eri sempre il più grosso! Penso al carro attrezzi che ti preparavo ogni domenica mattina, per portarti sul ponte levatoio del meccanico e poi solleticarti il pancino. I dispetti con gli elastici, le puzzette in faccia mentre cercavo di dormire. Gli abbracci a volte anche un pochino grossolani per non mostrare la nostra sensibilità. Le feste… già, perché nonostante i sei anni di differenza, siamo arrivati anche ad andare alle feste insieme, ad imparare a divertirci e conoscerci ulteriormente. Sai Tato, non è facile parlare di te, ma spero che il fluire del tempo non mi faccia mai scordare la tua allegria, vivacità, spensieratezza, generosità e umorismo . Ce la metterò tutta per riuscire a far rivivere i tuoi modi di fare e il tuo sorriso attraverso il mio sorriso. Ciao Tato, sei e rimarrai unico: il mio “tatino gas gassino”. Ti voglio bene!”.
Genitori e Aurora ai membri del gruppo Maria Porta del Cielo:
“Grazie, perché sapere di poter far parte di una famiglia viva dove tutti siamo accomunati dallo stesso dolore ma anche dalla stessa speranza, è per noi motivo di sollievo e di rinnovato coraggio a non mollare. Vogliamo concludere quest’intervista con le parole che Nicolas ha detto a suo cugino Paolo qualche giorno prima di salutarci per sempre: “Io amo la mia vita da sportivo ma sono anche cosciente dei pericoli a cui vado incontro. Ho però la speranza che, se mi succedesse qualcosa, mia mamma non abbia a prendersela troppo!”. Un presagio? O è solo una nostra supposizione? Sta di fatto che ora siamo chiamati a camminare su una strada tutta nuova dove però sappiamo di non essere soli perché: “Il Signore è il nostro pastore e noi non manchiamo di nulla; su pascoli erbosi ci fa riposare, e ad acque tranquille ci conduce. Ci rinfranca, ci guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. Se anche dovessimo camminare per valle oscura, non temeremmo alcun male, perché Lui è con noi, il suo bastone e il suo vincastro ci danno sicurezza” (Sal. 22,1-4).
Quando poi, anche noi un giorno raggiungeremo Nicolas al banchetto eterno, potremo cantare con Lui: “ Felicità e grazia ci saranno compagne tutti i giorni della nostra vita, e abiteremo nella casa di Signore per lunghissimi giorni” (Sal. 22,6).
Le espressioni dei suoi compagni della Leva del 1997 ci stimolano ad un impegno ancora nuovo e tutto da inventare con i nostri nuovi compagni di viaggio.
“Avevamo ancora un sacco di cose da fare, da organizzare insieme, da vivere insieme… Nonostante ciò, sappi che qualunque cosa accadrà, bella o brutta, rimarrai sempre nei nostri ricordi. Sarai sempre un ragazzo pieno di vita con tanta voglia di fare e di realizzare, con tanti obiettivi da raggiungere, e non mollerai mai davanti a nessun ostacolo. Questo non è un addio ma un semplice arrivederci. Sei sempre nei nostri cuori”.
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