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- Parlano di me su Radio Mater

Maya Liotta

<< Un bocciolo di rosa >>

 

    “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua Luce”.   (Is 60,1)

 

 

 

       

“Le labbra di Maya erano rosse e lei tanto tenera e piccina; Niccolò, il suo fratello maggiore, era molto più robusto e grande di lei. Appena la vidi e la tenni tra le mie braccia, sentii fin da subito nel profondo del cuore che lei non era mia, che non mi apparteneva. Era tutta della Madonnina! Mi riesce molto difficile spiegare questa sensazione a parole. Poi, nello scorrere dei mesi, compresi quanto quella “piccola”, nella realtà, fosse già così “Grande nella Sapienza”, quanto Spirito Santo abitasse nel suo cuore! Anche se piccola piccola, mi confortava, tanto da rannicchiarmi su di lei e sperimentare le sue coccole. Mi bastava quel suo sguardo che comprendeva tutto! Quante volte mi sono chiesta se mai sarei riuscita ad amarla come ho fatto con Niccolò!”.

PEDARA

“Il Regno dei Cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo” (Mt 13,44)

È un grosso paese, in provincia di Catania, alle falde dell’Etna.
Non esistono precise indicazioni etimologiche: le ipotesi più probabili ci conducono prima al nome di Epidauros, città greca del Peloponneso da cui, secoli fa, partì una colonia per la Sicilia; dopo al latino Apud Aramo Ad pedes arae, ossia "ai piedi dell'ara", con riferimenti a fatti mitologici relativi ai resti di una costruzione (un altare) esistente sull'Etna e consacrata a Giove Etneo che, per anni, fu simbolo del Comune. Ecco perché la strada principale del paese è denominata corso Ara di Giove. Un'altra origine ci riconduce alla presenza, un tempo, di molti alberi di pero nella parte bassa del paese.Durante la stagione estiva esso è luogo di villeggiatura per il clima più fresco rispetto a Catania, dovuto alla quota altimetrica. È qui, in questo paesaggio fiabesco, che si svolge la nostra nuova storia.

GIUSEPPE E LAURA DISTEFANO

                   “Come sei bella, amica mia, come sei bella!”. (Ct 1,15)

Gli allora fidanzatini, provenienti entrambi da due buone famiglie, dedite al lavoro e attente a coltivare una fervente vita religiosa, si uniscono in matrimonio (in continuità con il fidanzamento avvenuto il giorno 25 aprile 2004), mercoledì 25 giugno 2008, nella Basilica Santa Caterina Alessandrina, in Pedara. Ha benedetto le nozze padre Sebastiano Cristaldi, di venerata memoria. Di quel giorno, da parte di entrambi, il ricordo è quello di un’emozione immensa, senza pari. Quando Laura, avvolta in un meraviglioso abito bianco, scese dalla macchina, Giuseppe la vide e pianse calde lacrime di commozione, attirando lo sguardo dei presenti ma soprattutto quello della sua fidanzata, che ne apprezzò “la dolcezza, la tenerezza, e l’umiltà”. “Era infinita la riconoscenza che sperimentammo verso il Signore, perché stava benedicendo la nostra unione. Ciò che Dio stava unendo sarebbe diventato inseparabile”. Da allora sono trascorsi14 anni e “Possiamo dire che, veramente, abbiamo mantenuto fede alla promessa pronunciata davanti a Lui; siamo rimasti fedeli, nella gioia e soprattutto nel dolore, anzi il dolore ci ha uniti ancora di più”. Non a caso, quel giorno benedetto è stata scelta, come prima lettura, la pagina biblica di Genesi 2,18-24 che, tra l’altro dice: “Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall’uomo è stata tolta. Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne”. Il corso della vita con i vari eventi che saranno chiamati a vivere, li porterà anche a concretizzare il “consiglio” che, la Madre di Gesù, dà ai servi al banchetto di nozze a Cana di Galilea: “Fate tutto quello che Egli vi dirà” (Gv 2,5).

LUNEDÌ 28 DICEMBRE  2009 - MERCOLEDÌ  14 GENNAIO 2016

“Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi”. (Gen 1,28)

In queste due date importanti, il buon Dio benedisse l’unione di questa novella coppia: due grandi e attesi momenti. Il primo grande dono fu, nel 2009,la nascita di Niccolò, il primogenito. Poi, nel 2016, arrivò la secondogenita, Maya. Racconta mamma Laura: “Quando seppi che per la seconda volta cresceva dentro di me un piccolo e meraviglioso tesoro, il mio cuore fu ricolmato di una gioia e di un’emozione indescrivibili, proprio come fu per il nostro primo Amore, Niccolò. Sin dal principio di questa mia seconda gravidanza, pensavo che forse non sarei mai riuscita ad amare questa nuova creatura che il Signore ci aveva donato tanto quanto Niccolò. Ma non fu così perché ogni figlio ha in sé un valore meraviglioso, unico! Alla dodicesima settimana la ginecologa ci disse spontaneamente che era una femminuccia. Eravamo felicissimi perché il Signore aveva accolto la nostra richiesta”.
La vita di Maya sboccia come bocciolo di rosa, all’ospedale “Garibaldi Nesima”, di Catania, il 14 gennaio 2016, alle ore 10,38. La mamma Laura ricorda che “Era così piccina per noi. Niccolò era più robusto di lei. Si vedeva che desiderava il calore della sua mamma ed io non desideravo altro che tenerla tutta per me, soprattutto nell’“ora sacra” in cui ci tenevano in osservazione. Papà Giuseppe commenta: “Anch’io ho assistito al parto di entrambi i nostri figli e l’emozione fu davvero indescrivibile!”.  La piccola fin da subito illuminò la vita dei suoi giovani genitori, un vero gioiellino, un angelo prezioso. Ma perché il nome Maya, quando sappiamo che, soprattutto nell’Italia meridionale, è rimasta forte la tradizione di imporre il nome di qualcuno della parentela? Mamma Laura rivela: “Con mio marito Giuseppe, esaudendo un mio forte desiderio, abbiamo scelto di dare alla bimba un nome che fosse legato alla Madonnina; però, con il nome Maria, nella parentela ce n’era già più di una. Non volendo tuttavia rinunciare al nostro intento, ci siamo allora documentati e abbiamo scoperto che i primi cristiani chiamavano la Madre di Gesù con il nome di Maya. Così abbiamo scelto per la nostra piccola questo bel nome: senza saperlo, abbiamo consacrato la nostra piccola al Suo Cuore Immacolato”. E veramente, la breve parabola terrena della bimba farà trasparire il suo strettissimo rapporto con la Mamma Celeste.

 

 DOMENICA 15 MAGGIO 2016
“Noi sappiamo che tutto concorre al bene per coloro che amano Dio”.
  (Rm 8,28)

Altro giorno meraviglioso per la famiglia Liotta: Maya viene portata al Fonte Battesimale nella chiesa parrocchiale di S. Caterina d’Alessandria in Trecastagni (CT). Alcune Dio-incidenze molto significative hanno caratterizzato la bellezza di quell’evento. Innanzitutto era la domenica di Pentecoste. Più avanti vedremo come lo Spirito Santo ha “investito”, nel vero senso della parola, la nostra piccola Maya. Secondo: suddetta domenica coincideva con la ricorrenza annuale della festa della mamma. La sua stessa mamma arriverà a chiamare la piccola “mammina”. Laura ci svelerà il perché di questo titolo così importante dato a una bimba ancora tanto piccola. Terza cosa: quel giorno coincideva anche con l’onomastico di Maya. La comunità di Trecastagni era in festa in quanto domenica. La piccola arrivò alla chiesa accompagnata dai genitori, dal fratellino Niccolò, dalla madrina Katia, e Graziella, sorelle del papà, Gabriele, fratello della mamma, dai nonni paterni Salvatore e Agata, e da quelli materni Nunzio e Antonella. Il Battesimo venne amministrato durante la Santa Messa dal parroco padre Antonio Sapuppo. “Noi genitori – racconta mamma Laura – eravamo emozionatissimi perché la nostra piccola stava diventando figlia della Luce, anche in lei stava per entrare il germe della Vita eterna. Il Signore la stava benedicendo, infondendo nel suo cuore il suo Santo Spirito. Maya è rimasta tranquilla durante tutto il tempo della celebrazione. In chiesa abbiamo assaporato gioia e unione. Così quello rimase veramente un giorno “magico” per il valore del Sacramento e per il calore della festa creata intorno al nostro tesoro prezioso”.

   LA LITURGIA DEL GIORNO DI PENTECOSTE   ANNO C
La Parola di Dio di quella domenica ha tracciato per la piccola un preciso sentiero di vita.

Flash dalla 1^ lettura.
“Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”.
(At 2,3-4)
Con questa investitura di Spirito Santo, fin da piccolissima, Maya parlava con gli occhi, con la bocca, con il cuore, con i gesti. Tutto in lei traboccava Amore,  un Amore tale che lasciava una scia di bellezza, di Luce gentile, di profumo autentico. Ancora di pochi giorni, tuttavia era già una benedizione per tutti.

Flash dalla 2^ lettura.
“Tutti coloro che sono guidati da Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà Padre!”  (Rm 8,14-15)
Il suo sentirsi figlia prediletta del Padre, il tenero affetto con il quale è stata sempre circondata, la gioia di sapersi amata… Tutto ha contribuito a far emergere dal suo intimo degli autentici tesori nascosti. Non ultimo il coraggio di lottare per potersi consegnare, senza macchia, a Colui che l’ha amata e scelta fin dal principio.

Flash dal Vangelo
“Se uno mi ama, farà tesoro della mia parola e il Padre mio l’amerà e noi verremo a lui e faremo in lui la nostra dimora”. (Gv 14,23)

La piccola Maya è diventata Cattedrale dei Tre, Palazzo di virtù, Cielo dell’anima. In mezzo agli altri ha fatto pregustare la bellezza della dimora Celeste. Nel suo piccolo cuore puro Gesù aveva preso dimora e, nel dolce murmure dello Spirito Santo, le sussurrava: Rimani nel mio Amore”. La Missione di Luce di Maya era ormai iniziata.

 

ALLA LUCE DEL SOLE IL FIORE DI CAMPO CRESCE

          “Le grandi acque non possono spegnere l’Amore”. (Ct 8,7)

Meravigliosamente allegra, divertente. Piena di vita, sprizzava gioia da ogni poro della sua meravigliosa pelle. Rideva in continuazione e, se si accorgeva che mamma e papà erano un po’ giù, faceva la burlona finché non li vedeva sorridere. Sempre disponibile, attenta osservatrice e ascoltatrice. Non parlava bene, ma le si poteva discutere e domandare qualsiasi cosa e lei capiva tutto. Amante dei libri sugli animali e sulla natura. Entusiasta del sole, della luna, delle stelle, degli uccellini, dei cani, dei fiori che lei accarezzava delicatamente e poi del mare, che osservava così intensamente.  Amava il vento. Appena lo sentiva su di lei si fermava, rimaneva proprio immobile per un po’ a fissare l’infinito. Chissà, anche a soli 17 mesi, quali pensieri attraversavano la sua mente, il suo cuore! Sicuramente lo Spirito  parlava al suo cuore puro anche attraverso un soffio di brezza leggera o di vento gagliardo.

 

PERCHÈ MAMMINA ANCHE SE ANCORA TANTO PICCOLA?

“La Sapienza nelle anime sante forma Amici di Dio e profeti”. (Sap 7,27)

Quanta tenerezza ricordarla quando incontrava dei neonati: lei che era solo una “piccola pigmea” – com’era solita chiamarla la sua mamma, visto che era bassina – con le mani giunte (perché lei abitualmente le metteva così, in atteggiamento di preghiera, soprattutto mentre si addormentava), guardava con immenso amore quei cuccioli nel passeggino come fosse una mammina se non addirittura una nonnina. Mamma Laura racconta: “Da quando ci trasferimmo nello stesso palazzo dove vivono i miei genitori, mia mamma si prendeva cura di Maya nel pomeriggio perché io andavo a prendere Niccolò a scuola, pranzavo con lui e lo aiutavo a fare i compiti. Maya si addormentava tranquillamente con la nonna che, per non farla svegliare, ascoltava la televisione a volume molto basso. Ma quando alle 15,00 iniziava la coroncina alla Divina Misericordia, Maya improvvisamente quasi per una chiamata misteriosa, anche se in pieno sonno, si metteva in piedi nel box e iniziava a ballare, a saltellare piena di gioia. Mi spiace immensamente non averla mai vista in questa veste. Inoltre, sempre quando era su dai miei genitori, camminava per casa con il Rosario di Padre Pio al collo.  È di legno e, in realtà, non doveva attrarre la sua attenzione perché molto semplice, ma lei vedeva già oltre!”. Anche papà Giuseppe conferma questa sua particolare maturità: “L’amore che riservava e riversava sul suo fratellino era, si può dire, immenso. Lo chiamava “Coccooò” e a lui si donava completamente. Ad esempio in lei non albergava neanche un piccolo accenno di egoismo o egocentrismo; quando le davamo un cioccolatino aspettava che gliene dessimo un altro per darlo anche a Niccolò; controllava che lo mangiasse e che andasse tutto bene … insomma: che lui fosse felice e, solo dopo, mangiava il suo. Lei era veramente come una mamminae noi la chiamavamo proprio così!” Mamma Laura completa queste parole aggiungendo: “Quando non stavo bene mi rannicchiavo su di lei e lei, accarezzandomi i capelli, mi dava quel conforto e forza di cui avevo bisogno. Mi sentivo così piccola davanti a lei! Una sensazione davvero tanto particolare”.

STRAORDINARIA MATURITÀ NELLA FEDE

“Se uno desidera anche un’esperienza molteplice, la Sapienza conosce le cose passate e intravede le future, conosce le sottigliezze dei discorsi e le soluzioni degli enigmi, pronostica segni e portenti, come anche le vicende dei tempi e delle epoche”. (Sap 8,8)

Continua mamma Laura: “Ho sempre sentito dentro di me che lei non era  MIA, ma che apparteneva tutta alla Madonna. Non la sperimentavo mia, come invece sentivo Niccolò. Mi dispiace non riuscire ad esprimere meglio ciò che provavo. Era una ‘piccola’ troppo grande per la sua età. Adesso lo Spirito Santo ci ha illuminati a comprendere che era grande nella Sapienza, che tutto guardava già con gli occhi di Dio. Ricordo come fosse ieri la frase che disse mio padre: “Questa bambina sento che farà grandi cose!”. Maya, a 15/16 mesi circa, sapeva già tenere in mano il suo cuore. Più il tempo trascorre, più sono certa che tutto ciò che chiedeva al Signore Lui glielo concedeva. Un giorno ero sdraiata sul divano e, anche se mi sentivo proprio male, non volevo chiedere a mia mamma di scendere a casa mia per occuparsi dei bambini. Maya in piedi mi stava vicina e, nel frattempo, sfogliava uno dei suoi libri. Improvvisamente le chiesi: “Mammina chiedi a Gesù di far guarire la mamma?” Lei mi rispose subito: “Ti, mamma” e, all’istante, stetti subito bene! Rimasi sconvolta per quello che era appena successo. A dire il vero non ci avrei mai creduto. Ma il Signore, che ci Ama infinitamente, ha voluto sorprendermi e donarmi un altro pezzetto di Paradiso, aggiunto a tutti quelli che ci fece vivere tramite Maya”. Anche papà Giuseppe ricorda: “Sia a mia mamma sia a Laura, faceva baciare la croce che portano al collo come ciondolo. Nessuno mai le aveva insegnato quel gesto. Nelle varie chiese dove andavamo per partecipare alla Santa Messa, mandava baci a tutte le Madonnine che vedeva, a Gesù e a Padre Pio. Anche se ora so che è in Paradiso, ricordo con così tanta nostalgia il suo saluto al mio rientro dopo una faticosa giornata di lavoro … Era il mio tonificante.  Una cosa molto importante è che lei ha pronunciato solo una volta il suo nome: quando le chiedevamo di ripeterlo era così emozionata che non riusciva proprio a pronunciarlo. La nostra interpretazione, alla luce degli eventi, è che forse, essendo il nome appartenuto alla Madonna, magari lei si sentisse indegna”.

 

VIENI MIA DILETTA, ALZATI E VIENI

“La Sapienza è più bella del sole e supera ogni costellazione di astri; paragonata alla luce risulta superiore; a questa, infatti, succede la notte, ma contro la Sapienza il buio non può prevalere”.  (Sap 7,29)

Prosegue mamma Laura: “Nel periodo natalizio, del mese di dicembre 2017, per settimane accusavo dentro di me un’angoscia che non mi lasciava vivere serenamente. Quasi una voce insistente sembrava mi ripetesse che qualcuno della nostra famiglia sarebbe morto. Il dolore era troppo forte. Piangevo d’improvviso cercando di non farmi vedere da Maya perché questo, spesso, succedeva il mattino quando eravamo da sole. Sentivo che o mio figlio, o mio marito, o mio fratello avrebbero potuto lasciare questo mondo. Non capivo perché provassi tutto questo. Tuttavia mai ho pensato che, di lì a poco, avrei invece salutato la nostra amata. Non so, magari il Signore mi stava preparando? Questa è una domanda alla quale non avrò risposta se non di là. Ho comunque davanti questa questa visione di Maya. Quindici giorni prima della sua nascita al Cielo (aveva appena compiuto 2 anni), mentre cenavamo, lei iniziò a guardare verso l’alto in un punto preciso della cucina. Sicuramente stava vedendo qualcuno. Parlava, anzi farfugliava qualcosa e sorrideva. Con molta serenità le chiesi se stesse parlando con gli angioletti e lei mi rispose di sì. Io volli insistere per capire se mi stesse dicendo la verità, o se stesse giocando, ma lei, seria in viso, mi rispose a tono: “Tii mamma!” Quando poi andammo a letto, lei continuava a guadare verso l’alto sorridendo a qualcuno”.  

 

AVANTI

 

 

 


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