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La grande prova
“Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto. Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa. Allora io ho detto: Ecco, io vengo!”. (Sal 39, 7-8)
Ma, come in un bel libro il finale riserva sempre grandi sorprese, così anche la sua avventura stava entrando nella parte migliore. Ormai essa è tutta proiettata verso il Cielo. Conoscendo don Eligio, nuovo parroco di Mango-San Donato e da lui invitata a partecipare a un’esperienza con il Movimento GAM, nell’allora gruppo adulti “Piccolo Gregge”, aderisce con gioia. Per più mesi, la domenica sera, con altri amici e amiche di Mango partono alla volta di Alba per partecipare alla preghiera e alla formazione spirituale del suddetto Movimento.
È contenta, entra subito in sintonia con questa nuova spiritualità intensificando ancor più gli impegni già assunti dandone maggior impulso spirituale. Un particolare interessante qualificherà ancor più il suo cammino interiore. Soprattutto nelle ultime sue S. Messe comunitarie, non si mette più tra le file dei cantori nella cappella laterale, ma nei primi banchi della navata centrale. Desidera, soprattutto dopo la Comunione eucaristica, rimanere raccolta con Gesù ricevuto nel tempio del suo cuore. In ginocchio socchiude gli occhi e lì, nel raccoglimento del cuore a cuore con Gesù, diventa ignara di ciò che le avviene intorno. Solo un occhio attento poteva percepire ciò che stava avvenendo in lei.
Lo Sposo divino la preparava per quel “Qualcosa di più” che solamente lei stava percependo. Un nitido ricordo che è rimasto scolpito nel cuore dei presenti, risale a domenica 22 gennaio 2017, giorno in cui i suoi genitori celebrarono il 40° anniversario di matrimonio e 15° per lei e Angelo. Fu anche il suo ultimo incontro GAM. Quella sera Marina è veramente raggiante, contentissima più del solito; è attenta, partecipe alle proposte fatte con interventi ripetuti e mirati. Il commento dopo l’incontro era inevitabile: “Avete visto quant’era contenta Marina questa sera?”.
Dopo i saluti ci siamo dati appuntamento per la domenica successiva. Il tempo della settimana scorre e arriva venerdì 27 gennaio. L’orologio segna le 00,15. Marito e moglie, di ritorno da una serata benefica, stanno prendendo qualcosa di caldo confrontandosi sulle proposte ascoltate; da lì a poco sarebbero saliti a riposare. Ma ecco che all’improvviso, senza preavviso alcuno, Marina accusa un forte mal di testa, balbetta qualche parola confusa e perde presto conoscenza. Urgentemente allertati, intervengono medico e ambulanza ma, il caso è talmente grave che, con l’elisoccorso la trasportano all’ospedale “Molinette” di Torino.
Ricoverata al Pronto Soccorso, dopo un’immediata visita il referto medico, riferito a Angelo, è molto duro e chiaro: “Il tempo riservato a Marina è ormai ristretto. Nel giro di cinque sei giorni, o si sarebbe risvegliata oppure avrebbe chiuso gli occhi per sempre”. In un baleno si diffonde la notizia in san Donato, Mango e tutto il circondario. Spontaneamente, per più sere, la chiesa parrocchiale si riempie per una preghiera accorata. Tanti e tutti uniti per chiedere con dolce insistenza la guarigione di Marina. Seppur sempre vicino alla moglie, una sera ha voluto partecipare anche Angelo. Ogni incontro è una vera manifestazione d’affetto.
Umanamente non conosceremo mai il perché ma, sicuramente nei Piani del Signore c’era un altro Disegno perché, la nostra cara Amica, mercoledì 1 febbraio 2017, sicuramente accolta dalla cara Mamma Celeste, che tanto ha amato in vita, nascerà al Cielo verso le ore 10,45. Questa Perla preziosa, di qui “chiuderà gli occhi per sempre”,ma per spalancarli ormai nell’eternità.
Una morte inutile? Tutto finito?
“Mi ha tratto dalla fossa della morte, dal fango della palude; i miei piedi ha stabilito sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi”. (Sal 39,5)
Charles Péguy, scriveva: “Se Dio ha delle intenzioni su di te, tu non troverai mai, tu non troverai mai riposo, il riposo come gli altri, il riposo di tutti, il riposo su questa terra. Dio non ha delle idee come tutti. Ha delle invenzioni incredibili, e precisamente quelle che non ci si aspetta. Ascolta,dunque. Se Dio ti chiama, tu non resisterai a Dio”. È così! Dio non sciupa nulla. Gesù ci dice: “Ora, la volontà di Colui che mi ha mandato è che io non perda nulla di quanto mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno” (Gv 6,39). Lui non ha voluto la sofferenza di questa sua diletta figlia. Ha raccolto quanto capitato e, in Gesù risorto, ha offerto la chiave per accedere al tesoro della Salvezza. E Marina continua ad essere “il buon profumo di Cristo” che accende Vita ovunque passa e arriva.
Suo marito Angelo sicuramente è uno dei frutti più attesi e desiderati. Dopo la nascita al Cielo di Marina, accompagnato dall’inevitabile momento di smarrimento, di buio, ecco arrivare la Luce. “Marina che cosa desiderava da me, pur rispettando i miei tempi? Oggi, che cosa continua a volere da me?”. E anche Angelo rafforza il suo cammino, o meglio, continuerà il percorso iniziato da Marina nel gruppo GAM “piccolo Gregge”, oggi “Il chicco di grano”. Accrescerà la sua fede alla luce della Parola di Dio, si ciberà alla mensa del Signore, attingerà forza al Sacramento della gioia, impugnerà la corona del Rosario, seguirà gli ideali del GAM. Chissà sua moglie, dal Cielo, come gioisce di tutto ciò! L’Apostolo Giacomo ci ricorda nella sua lettera: “ Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro ve lo riconduce, costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati”. (Gc 5,19-20) Che strade strette ha l’Amore! Ma più queste esigenze vengono accolte, più il compimento in Paradiso sarà grandioso!
Marina amava incoraggiare e sostenere chiunque fosse nella difficoltà, nel bisogno. Chi l’ha conosciuta, amata e frequentata, continua tutt’oggi ad amare, incoraggiare e sostenere. Anzi, pensando a lei e sentendosi sostenuti da lei, cerca di agire di bene in meglio. I suoi genitori sono i primi ad essere coccolati dalla loro figlia, uscita di casa ma, mai allontanatasi da essa. Sì, perché, come scrive San Girolamo: “È un grande dolore averla perduta, ma ti ringraziamo, o Dio, di averla avuta; anzi di averla ancora perché, chi torna al Signore non esce di casa”.
Marina ha dimostrato fin dalla sua tenera infanzia, segnata ben presto dalla malattia, di comprendere molto bene le parole del Card. Carlo Maria Martini: “I colpi con cui il dolore percuote l’uscio di casa sembrano essere i segni di un destino implacabile che assegna alla morte l’ultima parola. Ma se tendo l’orecchio e imparo a discernere i segni dei tempi, distintamente odo i segnali della Tua rassicurante presenza alla mia porta, E adesso se è lei a bussare, io so che sarai Tu a entrare; il tempo della morte è finito”. Essa ha insegnato e continua a insegnare ad essere intraprendenti, volitivi, a non avere paura del sacrificio, della fatica, a combattere quotidianamente fino alla fine. Avere sempre davanti a sé, nel cuore, lo striscione “traguardo”. Marina continua a spronarci a non mollare, anche se il cammino della vita presenta prezzi molto alti. Se ce l’ha fatta lei, possiamo farcela anche noi. Amiamo la sua intraprendenza e non temiamo i colpi bassi perché: “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?” .(Rm 8,31)
Marina grande amante della vita, delle meraviglie che, nonostante tutto, la vita riserva. Una sua particolarità era quella di valorizzare molto il giorno del suo compleanno. Occasione importante dove era invitata praticamente tutta la popolazione di San Donato. Si faceva in quattro perché l’organizzazione fosse il più possibile perfetta. Lei era raggiante, felice perché vedeva gli altri felici. In quelle circostanze diventava instancabile. Ma da dove tanta energia, soprattutto conoscendo le sue patologie? Lei infatti non ne ha mai fatto mistero pur senza piagnistei, ma anche senza sconto alcuno su quanto stava vivendo. Sicuramente anche questo è stato uno tra i motivi per cui Marina è stata tanto amata, da tutti! Sant’Agostino insegnava che: “La vera potenza di Dio consiste non nell’impedire il male, ma nel saper trarre il bene dal male”. Se non ce lo lasciamo scappare, l’esempio l’abbiamo davanti a noi!
Marina ha saputo condividere tante gioie ma, la sua sensibilità si esprimeva in tutta la sua pienezza, specialmente quando si trovava di fronte a fratelli e sorelle segnati dalle sue stesse patologie. In quel caso diventava ancor più “sorella, amica, madre e compagna di viaggio”. Quando parlava con loro, soprattutto attraverso la vita, insegnava che avere coraggio non significava solo avere la forza di andare avanti, ma di andare avanti anche quando manca la forza. Stringere i denti, impugnare la corona del Rosario e camminare consapevoli che, quando la notte è più buia, significa che l’alba è vicina. Quando vedeva qualcuno soffrire e pronto a “gettare la spugna”, gli sussurrava all’orecchio parole simili: Pensi di non farcela, giusto? Ma pensaci davvero bene. Ne hai passate di tutti i colori, hai sofferto molto e, ogni volta, credevi di non farcela ad andare avanti. Eppure qualcosa ti ha spinto ad alzarti in piedi e a continuare a lottare. Forse un po’ a pezzi, forse più debole ma guardati, sei qua, ora. Ce l’hai fatta! E ce la farai sempre, anche quando penserai che, di alzarti in piedi, non ne avrai più le forze. Coraggio. Avanti. Ti rialzerai sempre! Così facendo ha seminato speranza ovunque trattando tutti con bontà, con gratuità perché sapeva bene che molto spesso l’essenziale è invisibile agli occhi.
Mamma e figlia
Venite, figli, ascoltatemi; v’insegnerò il timore del Signore”. (Sal 33,12)
La cappelletta, così chiamata la chiesetta della Madonna dell’equilibrio, tanto cara a Marina, si può dire che fosse quasi la famosa “ciliegina sulla torta” scelta da Marina, per la sua cara Mamma Celeste. Un rapporto, il loro veramente intenso, per non dire unico, meraviglioso! Mamma e figlia si assomigliano nella semplicità, nell’ascolto amoroso, nell’umiltà, nello slancio servizievole verso chiunque avesse bisogno di loro. Prese a cuore la sopra citata amena cappelletta e, si prodigò per essa in tutti i modi. Recita del Rosario, celebrazione della S. Messa, celebrazioni del mese di maggio e in occasione di altre festività mariane, all’ombra della statua posta sul tetto della chiesetta. Insomma tutto ciò che poteva ruotare intorno alla cappelletta, era diventato il suo pane quotidiano.
E la sua cara Mamma Celeste, dal Cielo, corrispondeva con grazie speciali quali: la cristiana sopportazione della sofferenza, la gioia di sentirsi viva e partecipe in qualcosa che rendeva vivo il paese, la grazia di far arrivare la carezza di questa buona Mamma, oltre che al suo cuore, anche a quello di tanti altri che là approdavano per offrire una preghiera sincera. E ognuno torna a casa rafforzato dentro. Quando Marina poteva condividere tutto questo, era particolarmente felice.
Ci piace pensare che, almeno in uno dei tanti dialoghi “cuore a cuore” tra figlia e Mamma, sia potuto sbocciarne anche uno simile: “Mamma, perché tanto soffrire?”. Tu sappi vedere questa malattia come un dono. Vedrai come, attraverso questo dono accolto nella tua vita, tu potrai scoprire molte cose che prima non sapevi. Conoscerai sempre meglio l’Amore di Dio la Sua forza e che cosa Lui è capace di realizzare con i figli che lo amano. Se Lui ha permesso la tua malattia è perché sapeva che tu avresti testimoniato i Suoi doni. Ti dà la forza e ti darà la forza! E tu, sarai viva testimonianza che parlerà al cuore delle persone che incontrerai dicendo loro: Dio esiste! Grazie Marina, tu ci hai aiutato a capire che dietro a quello che facciamo, che scegliamo, c’è quello in cui crediamo. Con il tuo esempio ci hai insegnato a non parlare di Dio a chi non ce lo chiede, ma a vivere in modo tale che, prima o poi, ce lo chiedano.
“O dolce Madre del Signore, su Te modello la mia vita, tu sei per
me un’aurora radiosa, estasiata mi immergo tutta in Te. O Madre,
o Vergine Immacolata, in Te si riflette per me il raggio di Dio. Tu mi
insegni ad amare il Signore nelle tempeste, Tu il mio scudo e la mia
fesa dai nemici”.
(Dal diario di suor Faustina Kowalska)
Ed ora la parola agli Amici e Amiche
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