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“Non ho nascosto la tua grazia e la tua fedeltà alla grande assemblea”. (Sal 39,11)

Ciao Marina , mi faccio portavoce di tutti quelli che ti conoscono. In questo momento è lo Spirito Santo che mi sta dettando, io schiaccio solo dei tasti. So in che situazione ti stai trovando, hai lottato per tutta la vita in silenzio senza mai lamentarti; non hai mai chiesto aiuto tranne alla tua famiglia. Gli altri, anche se ti hanno sempre voluto bene, non hanno capito che anche tu avevi bisogno di altri alleati.

Tu hai combattuto contro tutte le malattie che ti perseguitano, hai trovato dopo il pellegrinaggio a Medjugorje, una condizione di grazia   che ti ha portato ad essere una buona catechista, hai accompagnato i bambini alla Prima Comunione, sei impegnata su tutti i fronti per la parrocchia e per la Cappelletta. Sei stata chiamata a far parte del gruppo GAM, hai sempre partecipato, cantoria e tante corse per la festa di San Donato oltre al volontariato nella Protezione Civile e ambulanza e lavoro a casa.

Tutti gesti dettati dal cuore che tutti noi, senza contare tutti i tuoi problemi, non siamo stati capaci a fare. Solo domenica scorsa sei riuscita a convincere i tuoi genitori e Angelo a festeggiare  gli anniversari di matrimonio con una festa ben riuscita. Mi sembra che ora hai fatto  tutto quello che potevi e  che volevi  fare per gli altri; ora sei libera di farti avvolgere da quella serenità e stato di grazia che da tempo cercavi. Ora sei lì sul ciglio, tra lo stato di benessere spirituale e la vita dura fin qui combattuta, a decidere da quale parte andare. Vorresti scegliere lo stato di grazia tanto meritato, forse ti dispiace vedere che tutti stanno pregando per non lasciarti andare e che soffrono per te.

Pensa ad Angelo che ieri ha preso coraggio, è entrato e ti ha detto tutto quello che prova per te e l'importanza che hai nella sua vita, tu lo avresti voluto sentire prima. Ma con quello che già ha affrontato con te, con i problemi di salute della mamma Irma, con il lavoro, non ti ha detto...ma sicuramente prova, e lo ha dimostrato anche con i cambiamenti di ieri. Pensa ai piccoli del catechismo che non puoi  lasciare. Pensa a quante persone si sono unite nella  preghiera in questi giorni, oltre 50 a S. Donato , più tutti i gruppi GAM riuniti in Italia, tutti in maniera spontanea. Si sono riviste persone che da anni non entravano in chiesa, hanno riscoperto il valore e il gusto della preghiera.

Questa ora è la tua dote. Al GAM si va per poi lanciarsi nell’evangelizzazione, e tu lo hai fatto in maniera splendida e soprattutto nel silenzio. Ora non puoi ignorare tutto questo e pensare solo alla tua gioia spirituale individuale, non lasciar cadere queste certezze che tanta gente ha riscoperto grazie a te. Ora più che mai tutti aspettano il miracolo della tua guarigione. Questo sai che la Mamma Celeste te lo concederà, tocca anche a te decidere da che parte fare il passo. Noi saremo anche egoisti, ma ti vogliamo qui! Ora è  tempo di testimoniare e tu ne sei la protagonista. Tutti insieme divideremo il peso, ma con tanta gioia sapendo in che cosa stiamo credendo. Ora più che mai, non puoi lasciare Angelo solo, anche sapendo delle tribolazioni di Irma e del futuro. Ancora per una volta pensa agli altri e scegli! Anche il messaggio che hai ricevuto da Medjugorje  si riferiva a questo. Il resto te lo dico di persona quando ti svegli. FORZA!

( Torino ospedale Molinette, sms di Andrea letto a Marina )

Ho conosciuto Marina che aveva circa 15 anni quando, con Angelo, ci trovavamo a San Donato, insieme a tutti i giovani di quel periodo. Marina era sempre di buona compagnia anche se aveva già i suoi problemi di salute. Tra lei e Angelo è nata fin da subito quell’Amicizia che si è poi trasformata in affetto, tanto che ho visto Angelo trasformarsi, cambiare in meglio. Più paziente, più premuroso fino ad arrivare a condividere, con lei, tutto; dal volontariato alla fede. E questo sia prima e anche dopo il matrimonio, nella gioia come nella prova. Quanti giorni passati in ospedale accanto a lei, al suo fianco e sempre con quell’ottimismo che lo caratterizzava. Anche adesso che Marina non è più fisicamente al suo fianco, vedo in lui una gran forza, oserei dire serenità. Sicuramente Marina è accanto a lui e, come prima, continua a sostenerlo, sempre. Per me sono un grande esempio di fede. Anche in questo momento, mentre scrivo, gioisco dei bei ricordi dei nostri incontri di gruppo Amici di San Donato. Sicuramente un bel ricordo!

(Marco, testimone di nozze e grande Amico di Angelo)

Praticamente con Marina ci conosciamo da sempre. Anche se ho qualche anno più di lei, da bambini ci si conosceva tutti perché salivamo spesso dai nonni, dagli zii a San Donato e là giocavamo tutti insieme. A quel tempo la nostra conoscenza era tuttavia superficiale. Invece, con il passare degli anni, ho avuto il dono di conoscerla meglio, soprattutto durante un pellegrinaggio a Medjugorje, nel 2014. Là è nata la nostra forte Amicizia. Abbiamo condiviso la stanza e, ignare l’una dell’altra, custodivamo nel cuore il medesimo intento: pregare la Madonna perché ci concedesse la grazia di poter diventare madri.

Era per noi una grande necessità, un gran desiderio quello di diventare madri. Il sogno che ci accomunava, mi ha introdotta nella nostra conoscenza e là ha avuto inizio la nostra forte unione. Riconosco che ho trovato in lei una persona meravigliosa! Mi ha aiutato molto nell’imparare a dominare il mio carattere forte. Io facevo spiccare personalità e volontà; lei, invece, metteva al primo posto l’Amore, la fede, proprio come aveva fatto la Madonna. Nutriva una grande fiducia in Lei, grande capacità e virtù di accettare la Volontà e i Disegni del Signore. Questo, almeno per me, era una cosa difficilissima perché volevo mettere sempre la mia volontà al primo posto pur sapendo che questo è sbagliassimo!

Le sue sofferenze erano qualcosa da donare, disinteressatamente. Personalmente, penso sapesse che non sarebbe vissuta a lungo ma, non aveva paura della morte; anzi, grazie alla sua forte fede, fiducia che ciò che Dio faceva, era per il suo bene. Qualsiasi scelta, qualsiasi sua decisione, Dio avrebbe fatto il meglio per lei, per la sua vita. Ma non era una persona repressa, quasi sottomessa; nulla di tutto ciò. Era una persona gioiosa, felice, serena. Infatti io l’immagino come un Angelo custode, soprattutto dei bambini.

Entrambe non siamo poi diventate madri, entrambe abbiamo ricevuto altre risposte. Attualmente io ho aperto un asilo nido privato diventando praticamente quasi una “mamma spirituale” di tanti piccoli figli, mi occupo di bambini con difficoltà e ho tenuto in casa bambini in affido. Ho fatto un altro tipo di percorso che, se forse fossi diventata madre, non sarei mai riuscita a fare per mancanza di tempo. Lei, invece, la vedo come questo Angelo custode che, ovunque felice, fa del bene e porta bene. Tuttavia Marina mi manca molto. In tanti momenti, mi hanno proprio aiutato la sua gioia, la sua serenità, la sua accettazione della vita quotidiana. Rimane una continua risposta, la soluzione alla mia irrequietezza, insoddisfazione.

Lei era contenta, non perché si accontentasse, ma la sua quotidianità fatta di casa, di animali, di semplicità…la rendeva contenta. L’ho sempre ammirata. Io sempre alla ricerca di qualcosa che mai mi soddisfaceva, mentre quando stavo con lei, la sua Amicizia, mi trasmetteva serenità e forza. Grazie Marina, grazie di tutto.

Gabriella Domini

Una luce particolare, pura e rarefatta, brillava nei tuoi occhi quando ci incontravamo, seppur poco negli ultimi anni. La vita ti porta dove vuole e spesso la distanza diventa un bosco fitto dove incontrare lo spazio per ritrovarsi è una piccola lotta quotidiana.
Fin da bambine la nostra piccola gioia era fatta di cose semplici, ricordo con tenerezza la tua camera con il copriletto rosa, sul quale ci raccontavamo i nostri piccoli segreti, i tuoi splendidi gatti col musino bianco e rosso, che amavi di un bene viscerale.

Quella volta in cui i tuoi genitori ti regalarono la tastiera pianoforte e l'entusiasmo per imparare a suonarla...i compiti a scuola, le risate e i pensieri sul futuro. Poi siamo cresciute e le nostre telefonate sono diventate può po' una cadenza fissa, un appuntamento con un sentimento che non è mai cambiato, anche se ogni tanto non ci siamo capite, oggi credo, forse solo perché non si aveva la possibilità di guardarsi negli occhi come un tempo. Cosa dire del tuo amore per la cucina, amavi cucinare con il tuo cuore grande per chi era per te importante... e mi sembra di ricordare che lo erano tutti! 

Non mi hai dato la ricetta del panettone, ti era riuscito molto bene sai?
Oggi l'ultimo regalo che mi hai fatto è appeso al mio letto e mia figlia ha vicino al cuscino il regalo che hai dato a lei quando è nata. Mi chiede ogni tanto chi lo ha regalato.
Le rispondo che è un dono dell'angelo più bello e grande che la mamma abbia conosciuto, che ora è in cielo, ma è sempre con noi nella nostra anima. Mi chiede: "Cos'è l'anima"?

E io le dico che è una cosa che abbiamo dentro e che ci rende unici e speciali, come una gemma preziosa che brilla sempre. Tu sei così, una gemma che brilla. Hai superato mille difficoltà e non hai mai perso la tua luce, anche se a volte quando ci incontravamo a Milano in ospedale eri triste e preoccupata. Non so se sono riuscita a sollevare il tuo cuore in quei momenti, forse non l'ho fatto abbastanza. Ma la tua forza era disarmante e faceva sembrare piccolo ogni aiuto, ogni gesto; tutto pareva essere sempre troppo poco in relazione alla Grandezza che avevi tu.

Troppi rimpianti, come sempre capita quando viene strappato un bene così grande, restano nel cuore e lo saranno sempre.
Ma io so che tu sei Grande ancora, lo si sente in tutti quelli che ti ricordano e che hanno imparato da te ad essere felici di quello che si ha, ad amare sempre e comunque. Quando passo davanti al San Raffaele penso a quell'atrio dove eri scesa con un abbraccio caldo... e io ti avevo portato lo spazzolino da denti. E tanto tanto tanto amore. 

Chiara 

Il giorno 11 Maggio 1978, Caterina Mecca e Angelo Cardino, annunciano con tanta gioia la nascita della loro Marina. La felicità per questo evento viene subito ben accolta nella borgata Cardini e in tutto il piccolo paese di San Donato. Ai Cardini ormai da anni non si vedevano più neonati da coccolare. Marina è la più piccola della borgata; è graziosa, la ricordo con le trecce e con due bei occhioni vispi. Gli anni passano veloci e Marina inizia ad andare a scuola e là fa subito amicizia con gli altri bambini dal paese, frequenta volentieri il catechismo e l’oratorio. Sta volentieri con me e le mie sorelle, nonostante i 10 anni di età che ci separano. Siamo sempre state bene insieme tanto che nasce un’amicizia speciale.

Marina trascorre una vita normale in tutta semplicità ma, purtroppo, nell’età quasi adolescenziale accusa problemi di salute abbastanza seri e, ricoverata in ospedale, le viene diagnosticato il diabete. Anche in questa triste circostanza lei e la sua famiglia non vengono lasciati soli. Proprio in quei momenti, ripensandoci dopo anni, rivedo Marina con tanto coraggio e tanta speranza, iniziare la sua battaglia con le cure e la nostra amicizia rafforzarsi sempre di più. Intanto io mi sposo e, senza volerlo, ci perdiamo un po’ di vista, pur continuando a mantenere i nostri incontri, le nostre chiacchierate e le nostre risate.

Marina oramai è una bella signorina e un giorno si confida con me dicendomi che il suo cuore batte forte forte per un ragazzo di nome Angelo: “Sai, penso di essermi innamorata!”. Le rispondo: “Sono felicissima per te!”. Infatti Marina e Angelo si frequentano per qualche anno e, nel 2002 si sposano. Dopo il suo matrimonio ci lanciamo nuovamente ma, questa volta, in un’amicizia ancora più profonda. E di questo siamo felici entrambe. Un giorno, mi dice: “Per me sei come una sorella che non ho mai avuto!”. Io mi commuovo molto per questa sua confidenza. Marina inizia a rendersi disponibile in parrocchia, fa il catechismo ai bambini, partecipa alla cantoria per animare i canti liturgici, si impegna molto nell’aiutare gli altri e si lancia anche nell’ambito sociale come volontaria.

La vedo molto felice e impegnata in tante cose, tra cui l’organizzazione della festa alla Cappelletta, nella festa del paese, si interessa al nostro bar/circolo facendo di tutto per tenerlo aperto e in funzione. Intanto la sua salute purtroppo si aggrava, ma lei, di nuovo, dimostra la sua tanta volontà di voler vivere. Marina? È stata e rimarrà una persona che poche volte si lamenta della sua vita e della sua malattia, mentre sa lottare tanto e con tanta fede, diventando così capace di insegnarmi che, dalla vita, bisogna saper accettare anche le prove più difficili. Cara amica voglio ringraziarti per tutto ciò che ho imparato da te. Tu così semplice e buona di cuore, voglio pensarti in una bella luce, la luce del Paradiso! Grazie di avere fatto parte della mia vita. Ciao Marina.


La tua amica Sandra Carelli.

Cara Marina tu lo sai molto bene che al fondo di noi stessi, non c’è il nulla, il buio, l’errore: c’è LUCE, LUCE, perché noi siamo amati da Colui che ci detto: “Finché avete la Luce credete nella Luce e diventerete figli della Luce” (Gv 12,36).  È questo il messaggio di Gesù! Se noi guardiamo in fondo a noi stessi, troviamo un Amore incandescente  irradiante Luce e, se troviamo questo Amore,  se ci sentiamo AMATI, se mi sento AMATO, AMATA, allora si scopre che tutto questo è LUCE!

Quando uno è consapevole di aver trovato questa LUCE, diventa cosa irresistibile donarla. Proprio come hai saputo fare tu! È Gesù che dice: “Non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lampada per tenerla nascosta sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa”.  (Mt 5,14-15)

Questo per affermare che servirebbe a poco celebrare la Pasqua, se poi, essa, non venisse messa in alto a illuminare tutta la stanza che è il mondo. Il mondo ha bisogno della Pasqua ma, la Pasqua che il mondo aspetta, non viene da un cielo qualunque. Siamo noi quel CIELO, dobbiamo essere noi quel CIELO che potrà rendere possibile ancora oggi la Pasqua. Quando questa Luce arriva in noi, allora si diventa Cattedrale dei Tre e potrà arrivare anche nel resto del mondo. Se non arriva in noi, non soltanto lasceremo al buio noi stessi, ma lasceremo al buio anche il mondo. Ecco il valore della tua testimonianza, Marina cara! Non si è mai cristiani solamente per sé stessi. Si è cristiani con responsabilità.

Il Signore ti ha dato  il dono di una fede forte perché, risplendendo di questo DONO, “tu potessi rischiarare, come sole che sorge dall’alto, anche coloro che giacevano nelle tenebre e nell’ombra della morte”. (Cfr. Lc 1,78-79)  Grazie di essere passata tra noi come una meteora di bontà e ci sarai, per sempre, di sprone a fare ancora meglio.

Il gruppo GAM “Il chicco di grano”.

 

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