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LORIS RIGATO

 

 

Se non avessi questa certezza, senza dubbio sarei sprofondato nel buio più totale. Questo non è avvenuto, perché:

"Pur camminando in una valle oscura, il Signore, non mi ha fatto temere alcun male, Lui è sempre stato con me, il suo bastone e il suo vincastro mi hanno sostenuto e dato sicurezza" (Sal 22,4).

Con la luce della fede e con il senno del poi, ho provato a "decifrare" la scena di quel cuore che si era gonfiato a dismisura, calandola nei 26 anni di vita terrena di Marco, e sono arrivato a queste conclusioni. Marco, per noi suoi genitori, ha sempre avuto un grande rispetto e mille premure. Ancora oggi che ci vede soffrire molto e a volte scoraggiati, lui è lì con noi e ci fa sentire la sua presenza viva. Difficilmente, se era in suo potere farlo, lasciava incompiuto o intentato qualcosa che sapeva poteva farci piacere o che fosse stato utile alla famiglia.

Ora sento tutto come prima. L'unica differenza è che prima lo vedevo in "carne ed ossa", mentre oggi lo sentiamo come un "Angelo custode" sempre al nostro fianco. Quante volte durante il lavoro prego e sento Marco che mi suggerisce: " Papà fai così... Papà perché il cingolato funzioni bene segui attentamente queste istruzioni....; Papà stai attento a non andare da solo in quel punto là perché è pericoloso..." e così via. Come mi sento aiutato nelle mie giornate a volte molto faticose e pesanti, da questa sua costante presenza! Veramente Marco continua ad essere al mio fianco come "Angelo custode" mandato dal Signore. A conferma di questa sua disponibilità, voglio condividere un particolare che è stato raccontato sulla piazza della chiesa la sera del Rosario in suo suffragio.

Un anziano signore di Mango (CN), commosso, ha detto: "Un giorno, Marco è venuto a sapere che avevo dei seri problemi con una cisterna piena di gasolio che dovevo assolutamente svuotare ma che non riuscivo a fare da solo. Non era passata un'ora e Marco era già là ad aiutarmi. In poco tempo il gasolio era tutto aspirato. Ero in difficoltà e Marco ha saputo esserci!". Anche se qualche volta il lavoro incalzante o tensioni varie lo spazientivano, anche se si discuteva animatamente, non l'ho mai sentito pronunciare il Santo nome di Dio in modo irriverente. Anzi! Un giorno mentre si trovava nella vigna nuova a cimare i tralci e stava usando il cingolato, all'improvviso scoppiò un brutto temporale accompagnato da forti tuoni e fulmini. Il pericolo di scivolare giù dal pendio era molto serio e concreto. Egli ripartì per tornare subito a casa e come ha posato il mezzo nel garage ha detto con sollievo: "Anche questa volta il Signore mi ha aiutato. Se con il cingolato fossi disgraziatamente scivolato poteva succedermi veramente il peggio ".

 

 

 

Questo suo rapporto con il buon Dio è cominciato molto presto, prima con la spicciola educazione cristiana in famiglia, poi proseguito con la partecipazione alla vita liturgica nella comunità cristiana di Neviglie.

Quante volte andando alla Messa, la domenica, insieme a sua sorella Daniela, sia dall'allora parroco don Lorenzo Almondo, sia da altre persone, mi arrivavano i complimenti per la loro educazione e compostezza. Una volta cresciuto ha ancora partecipato e si è pure fatto promotore verso i suoi coetanei, di alcuni incontri per giovani organizzati dalla parrocchia; e ogni volta tornava a casa soddisfatto.

Tuttavia la pesantezza delle giornate passate al freddo o sotto un sole cocente hanno condizionato, e non poco, la sua frequenza agli incontri serali. Un aspetto che ho comunque sempre apprezzato e che mi faceva piacere quando me ne parlava e quando, ogni tanto, sempre di sera dopo il lavoro, andava a trovare il parroco, parlavano, si confrontavano, pregavano e poi si confessava.

Era qualcosa di suo personale, era contento di farlo e tornava a casa, oltre che contento, anche più motivato. Di questo ho piacere che ve ne parli don Eligio che lui stimava non solo come parroco, ma anche come amico dell'anima. Ecco, come ha detto sopra mia moglie, anche se per adesso non lo vediamo fisicamente, Marco non è " uscito di casa", è con il Signore e da lassù veglia su di noi. Quando al calare della sera spuntano le prime stelle e brillano nel cielo, alzo lo sguardo verso quella più luminosa e sento che Marco è lì che mi invita a pregare con lui. Allora scende in me la pace e sento rinnovata energia per vivere l'indomani con nuova grinta, volontà ed entusiasmo.

"Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l' hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato" (Sal 8,4-6).

AVANTI

 

 

 


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