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LUCA DI PIETRA - Mi hai chiamato? Eccomi!
“Sentinella, quanto resta della notte?” (Is 21,11)
Ecco un nuovo amico. È un giovane GAM di Roma, un giovane GAM della prima ora, schietto, deciso, diretto, anticonformista. Ci parlano di lui mamma Felicia Palangio e papà Guido. Accogliamo con amore la loro testimonianza.
LUCA BAMBINO
“Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel grembo di mia madre”. (Sal 138,13)
Mamma Felicia, che ci racconti di Luca?
Luca è nato a Roma il 10 luglio 1975, al policlinico Gemelli. È il nostro secondogenito. Il primo è Maurizio, poi Luca e, dopo di lui, sono arrivati Cristina ed Emanuele. Ho un ricordo particolare e curioso di Luca: nel tempo della gravidanza, durante il giorno, nel mio grembo non si muoveva affatto e sotto certi aspetti ha continuato ad essere un pacioccone. Alla notte invece, quando finalmente riuscivo a coricarmi per riposare, egli decideva di farsi sentire e non stava fermo un momento!
Papà Guido, confermi?
Sì, certamente, perché Felicia me ne parlava. E aggiungo un altro aspetto simpatico e interessante: Luca dava l’impressione di essere un bambino insaziabile. Quando in famiglia sentiva parlare del Paradiso, che veniva presentato come un posto dove si sta bene, egli preoccupato chiedeva alla mamma: “Ma in Paradiso si mangia anche?”. Non era possibile trattenere una risata, fosse stato anche solo per il modo serio con cui poneva la domanda.
Mamma Felicia, ci racconti un episodio della sua infanzia?
Amava servire all’altare come chierichetto e lo faceva molto volentieri; sembrava fosse in prima linea, sempre molto attento a tutto ciò che avveniva. Don Armando, il nostro parroco, al termine del servizio liturgico, regalava ai ministranti “le pasterelle" e naturalmente il nostro Luca non si tirava mai indietro. Tanto si dimostrava contento nel dare, quanto felice nel poter ricevere. Quante volte siamo stati spronati a partecipare alle celebrazioni liturgiche dal suo esempio e dal suo entusiasmo.
Papà Guido:
sì è vero! Era molto attento a quanto avveniva intorno a lui. In famiglia, il venerdì, avevamo l’abitudine di rispettare l’astinenza quale forma di digiuno. Ricordo che un venerdì pomeriggio l’ho accompagnato dal barbiere per aggiustarsi i capelli e mentre il barbiere lavorava in silenzio, Luca improvvisamente gli chiese: “Oggi che cosa hai mangiato?”. Il barbiere, che non sapeva il motivo di questa curiosa domanda postagli da un bambino, rispose visibilmente meravigliato. Sì, Luca vedeva, osservava, commentava.
Mamma Felicia, ti stupivano alcuni comportamenti di Luca bambino? Con il famoso “senno del poi”, sicuramente sì. Anche se ancora piccolo e molto vivace, era sempre pronto a dare il suo parere su quanto gli era possibile vedere e comprendere. Era bello vedere come si fidava degli adulti che, oltre alla sua famiglia, lo hanno educato ad essere l’uomo di domani: le suore della Scuola Materna e dell’asilo, il “suo maestro” delle elementari; guai a chi glieli toccava!
Intanto cresceva e si stava formando in lui il
LUCA ADOLESCENTE
“Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio”. (Sal 138,14)
Papà Guido, chissà quant’era bello vederlo crescere …
Quanti dolci ricordi! Man mano che cresceva metteva sempre più in evidenza la sua intelligenza e la sua operosità. Studiare ed applicarsi solo a scuola non gli bastava; era anche molto concreto e non amava stare con “le mani in mano”. Appena terminava l’anno scolastico veniva “assunto” da un amico elettrauto dal quale andava molto volentieri. Era così precoce nell’imparare e così responsabile nell’impegnarsi che si era ben presto guadagnato la stima e la fiducia del suo “padrone” il quale, se qualche volta doveva assentarsi per qualche commissione, si fidava a lasciarlo da solo.
Mamma Felicia, che rapporto aveva con suo fratello più grande?
Direi molto buono. Anche lui lo ricorda molto volentieri e ne sottolinea sempre la generosità che lo contraddistingueva: ciò che aveva, amava condividerlo. Luca non riusciva a concepire l’avarizia. Un esempio per tutti: quando riceveva la sua paghetta settimanale, non la teneva gelosamente per se stesso, ma sentiva la necessità di condividerla con suo fratello Maurizio che divenne ben presto suo amico e compagno di gioco. Interpellato a tal proposito, il fratello Maurizio ha confermato tutto e ha aggiunto: “Tra me e Luca c’è sempre stato un legame un po’ particolare che non ho avuto con gli altri due fratelli; sicuramente dovuto anche alla ravvicinata età. Quanti momenti abbiamo trascorso insieme! In famiglia, all’oratorio, nel GAM, nel lavoro … Tante scelte importanti della nostra vita, le abbiamo praticamente decise insieme, quasi fossimo in simbiosi. Luca lo vedrò sempre come un buon fratello, un uomo buono, una spalla su cui contare, un amico con cui confidarmi! Sì, ci sono stati anche dei momenti di discussione tra di noi, più che altro per divergenza di pensiero ma, grazie al suo bel carattere, tutto si risolveva presto tornando ad essere più fratelli e più amici di prima”. Erano sempre insieme e questo legame è durato fino alla fine. Ancora adesso, anche se in forma diversa, continua e continuerà per sempre.
Papà Guido, lo ricordi come un ragazzo sincero?
Come già accennato, chi lo ha conosciuto fin dalle scuole medie, frequentate nel quartiere Casalotti a Roma, lo ricorda come un ragazzino autentico, sempre pronto nel rispondere con naturalezza. Quando pensava una cosa, difficilmente la nascondeva dietro un linguaggio diplomatico. Se era nero era nero e se era bianco era bianco. A volte per questo suo modo di essere molto schietto, gli capitava di essere frainteso, quasi fosse un ragazzo troppo orgoglioso o presuntuoso. Mentre a lui piaceva solo la schiettezza, la verità e non amava i giri di parole.
Mamma Felicia, praticamente un ragazzo controcorrente!
Quanto fosse controcorrente, lo dice anche la scelta come studente. Studiava volentieri, e questo in genere non è tanto comune tra i ragazzi. Amava studiare preferibilmente in due momenti della giornata: dopo cena e al mattino molto presto, così era riposato e riusciva a dare il meglio di sé. A scuola non ci ha mai dato preoccupazioni, al contrario ci ha riservato parecchie soddisfazioni.
LUCA SABRA GAM
“Sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo”. (Sal 138,14)
La sua presenza nel GAM ha fatto sì che potesse assorbire ancora meglio alcuni valori che, unitamente a quelli ricevuti dai suoi genitori, hanno segnato le sue scelte. L’ascolto attento e obbediente della Parola di Dio, lo ha tradotto in ascolto attento e responsabile dei suoi Superiori. La necessità di un’adesione alla Parola di Dio caratterizzata da quella radicalità che ti fa dire sì quando è si, no quando è no, sono diventate serietà e fedeltà alla parola data. Il coraggio che ogni giovane GAM acquisisce, anche umanamente, nell’opera evangelizzatrice del volantinaggio e nelle missioni ad gentes, è rimasto come sua caratteristica nell’affrontare, a testa alta e con determinazione, tante situazioni difficili che la missione di carabiniere quotidianamente comporta.
E non è stata da meno la caratteristica che segna il giovane GAM: l’attenzione agli altri. Suo fratello Maurizio, giovane GAM insieme a lui, con certezza afferma: “Se qualcuno aveva un problema e si rivolgeva a lui, se era in suo potere farlo, si faceva in quattro pur di aiutarlo. Io stesso molte volte lo chiamavo quando avevo un problema sul lavoro, e da lui mi è sempre arrivata una risposta attenta e utile per risolverlo. Mi hanno confortato le parole di un collega, maresciallo carabiniere, quando, nell’ultima ora, con un filo di voce mi parlò della stima che aveva di Luca e di quanta fiducia lui si fosse conquistato tra i colleghi. Mi raccontò: Io dovevo andare a Milano per un’udienza in tribunale e Luca, libero quel giorno dal servizio, si offrì di accompagnarmi per non lasciarmi solo”. E di una volta quando ha riportato sulla retta via un altro collega combattuto per problemi familiari. Insomma Luca era e rimarrà sempre una persona speciale!”.
È bello vedere chi è giovane GAM anche sotto questo profilo, proprio perché il GAM è essenzialmente uno stile di vita, una formazione che non si ferma solo al livello spirituale, ma che permea anche tutte le altre scelte. Quel “seme” gettato in lui, ha continuato a lavorare in profondità rendendolo una persona onesta e retta nel suo modo di essere. La presenza di tanti giovani GAM, di ieri e di oggi, alla S. Messa celebrata in suo suffragio nella chiesa di S. Maria Stella dell’evangelizzazione, è stata la conferma che se anche “l’innocente passa e muore, tuttavia la sua luce rimane!”.
Ci piace coronare questa bella pagina di Luca giovane Sabra GAM, con un aneddoto simpaticissimo ricordato da un suo coetaneo, Alessandro, di Casalotti, quartiere romano dove abitava Luca e dove si era formato un nutrito gruppo GAM. Ci racconta Alessandro: “questo aneddoto ha creato un po’ di scompiglio e ha fatto andare su tutte le furie, Franco e Annamaria, responsabili del GAM di Roma. Ma alla fine, come diceva sempre don Carlo: “Ci pensa la Mamma”, e tutto si è risolto senza conseguenze. Per noi rimarrà un episodio da raccontare per divertirci e ridere, ancora adesso, come è stato allora.
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