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“Esulta il mio cuore, con il mio canto gli rendo grazie”. (Sal. 27,7)
Loris si è sempre dimostrato un ragazzino bene educato, ma è doveroso riconoscere negli ultimi tempi aveva aumentato ed affinato ancor più la già sua spiccata sensibilità. Negli ultimi ricoveri in ospedale, i più dolorosi, anche fisicamente parlando, lui, sempre con il sorriso sulle labbra, rispondeva con dolcezza il suo immemorabile GRAZIE! “Ma come,-dicevano i medici-, noi ti stiamo massacrando e tu ci dici grazie?”. E lui con il sorriso e la tranquillità dei giusti, continuava a sorridere e a tendere le sue sempre più flebili braccia. Nella sua maturità interiore aveva già pronunciato il suo “SÌ” alla Croce, abbracciandola, ed era riuscito a “rubare” il cuore a tutti i medici e operatori sanitari che si sono accostati a lui. Irradiava bontà, dolcezza, solarità, affabilità e proprio a motivo di tutto ciò era amato da tutti. Come non ricordare i suoi forti abbracci e il nostro motto: NOI SIAMO UNA BELLA FAMIGLIA! Che festa il 24 giugno 2015 quando, nella stessa chiesa dove ha ricevuto il Battesimo, per la prima volta ha accolto anche Gesù nel suo cuore. Che luce nel suo volto e con quale sorriso ha comunicato a tutti la sua gioia! In quel giorno i suoi grazie si sono moltiplicati a dismisura.
“Giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre”. (Gv. 13,1)
L’ultimo compleanno di Loris è stata una vera festa. Ha voluto invitare a casa tutti i suoi amichetti. Correvano da una stanza all’altra, gridavano, giocavano … Una giornata ricca di emozioni e di tanta gioia. “Mamma, è stata la festa più bella della mia vita!”. Quello fu il suo ultimo compleanno festeggiato tra noi. Infatti nei primi giorni di febbraio 2016, l’inizio della malattia si abbatté su di noi come un fulmine a ciel sereno. Il decorso è stato velocissimo: quattro mesi e undici giorni e Loris il 30 giugno 2016 è volato in Cielo. Tutto ebbe inizio con un forte mal di testa e una spossatezza fisica che gli causavano sonno profondo. Provvedemmo subito a sottoporlo a visite mediche accurate e una TAC all’ospedale di Asti diede in primo verdetto: Glioblastoma cerebrale, una forma di tumore dei più aggressivi. In pochissimo tempo Loris si aggravò così tanto, da doverlo trasportare d’urgenza il 19 febbraio al Regina Margherita di Torino. Il tachimetro toccava i 150 chilometri orari; pensavamo che non ce la facesse ad arrivare. Una settimana dopo si era tentata l’operazione ma, ahimè non fu possibile, tanto il male si era insinuato in zone inoperabili. Pur con un male lancinante, Loris “scriverà” una delle pagine più belle della sua giovanissima esistenza.
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“In verità ti dico, oggi sarai con me nel Paradiso”. (Lc 23,43)
Loris, ha intuito ben presto la gravità del suo male e, vicendevolmente, abbiamo fatto di tutto per non aggravare ancor di più la situazione. Eppure, lui, con una forza soprannaturale aveva risposto SÌ alla chiamata alla sofferenza. Il cappellano del Regina Margherita, padre Maria Luciano Piras, ha preso molto a cuore piccolo e genitori. Ha seguito tutto il percorso della malattia e ogni giorno veniva a farci visita. Loris, appena lo vedeva entrare nella stanza, gli faceva un sorriso grande come una casa e tutti insieme pregavamo per ottenere la guarigione.
Ciò che ci ha stupito, e non poco, è che durante la giornata Loris parlava pochissimo, tanto era devastato dalla malattia, ma, appena vedeva padre Maria, gli si illuminavano gli occhi e pur con grande fatica pregava! Padre Maria comprendendo ben presto come questo piccolo si aggrappasse a Gesù, decise di portargli tutti i giorni la S. Comunione e fargli fare la consacrazione ai tre Sacri Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe. Insieme a lui, anche noi genitori facevamo la Comunione tutti i giorni.
Fu la nostra forza, il nostro sostegno! Nell’ultimo periodo quando non riusciva più a deglutire, faceva la Comunione spirituale. Come diceva la beata Chiara Luce Badano: “L’importante è fare la volontà di Dio. Io magari avevo dei piani su di me, ma Dio ha pensato a questo. La malattia mi è arrivata al momento giusto … Voi però non potete nemmeno immaginare qual è adesso il mio rapporto con Gesù … Avverto che Dio mi chiede qualcosa di più, di più grande. Forse potrei restare su questo letto per anni …, non lo so. A me interessa solo la volontà di Dio, fare bene quella, nell’attimo presente: stare al gioco di Dio … Un altro mondo mi attendeva, e non mi restava che abbandonarmi. Ma ora mi sento avvolta in uno splendido disegno che a poco a poco mi si svela”.
Grazie a quest’assistenza spirituale, siamo riusciti a non cadere nella disperazione. Scherzavamo, ci coccolavamo a vicenda sempre con il sorriso. Si evitava in tutti i modi di trasmettere tristezza, ansia, desolazione. Aveva bisogno di noi genitori, come noi avevamo bisogno di lui. Un giorno gli ho detto: “Vorrei essere lì io al tuo posto!”, e lui, tranquillo, guardandomi negli occhi, mi ha detto: “No mamma! È giusto che sia qui io, che cosa faremmo noi senza di te?”. Più il dolore ha scavato in lui, più ha fatto spazio per contenere la gioia del Cielo.
“Risplenda la vostra luce davanti agli uomini” . (Mt. 5,16)
Loris è un dono di Dio per noi: il dono della testimonianza cristiana. La storia tra Loris e Dio non è stata intrisa di una crudele ingiustizia, ma è in fondo una storia d’amore. Un grande ed appassionato amore reciproco. “L’innocente passa e muore - diceva il russo Dostojevski-, ma la sua luce rimane”. Loris ha lasciato dietro di sé una scia luminosa che porta a Dio nella gioia, nel servizio, nella semplicità e nell’abbandono totale all’Amore di Gesù. La sua testimonianza illumini quanti cercano il vero significato della vita e si trovano di fronte al mistero del dolore. La “piccola tigre” ora, tra le braccia della Mamma Celeste, intercede per noi.
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