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LAURA VERSO PIENEZZA DELLA VITA NUOVA!
Laura: Ora che sono nella pienezza e nella verità, voglio risalire insieme a voi gli ultimi gradini della mia avventura terrena, leggendo in essa come la mano del buon Dio mi abbia sostenuta e guidata momento per momento..
Nei sette mesi di calvario di cui vi ha parlato prima papà, persi gradualmente vista e udito e soffrii moltissimo. Questo sul piano fisico. Nel profondo, invece, vedevo sempre più chiaramente la nuova missione alla quale Dio mi stava chiamando. Quante volte sono riecheggiate nel mio cuore le parole di S. Paolo: “A me è stata concessa la grazia non solo di credere in Cristo, ma anche di soffrire per Lui” (Fil. 1, 29), “Perciò sono lieto delle sofferenze sopportate per voi perché completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24). Cosi come si allontanavano sempre più le voci esterne, si fortificava quella interna: “Il Signore mi ha condotta nel deserto e là ha parlato al mio cuore” (Os. 2, 16).
Nel mese di maggio ero ormai completamente cieca, e con grande difficoltà cercavo ancora di prepararvi il cibo. A giugno ci furono alcuni ricoveri nell’ospedale di Alba, da dove, poche settimane dopo, decisi con papà di tornare a casa e scelsi di passare il resto dei miei giorni insieme a voi. E sono stati gli ultimi diciotto giorni della mia esistenza terrena con una coesione tale da testimoniare a tutti di essere una famiglia costruita sopra la Roccia (Gesù). Anche per noi in quel tempo: “ Cadde la pioggia, soffiarono i venti e strariparono i fiumi”, cioè il male era sempre più forte, la sordità mi permetteva di sentire appena le vostre voci, tuttavia “la nostra casa non cadde perchè era fondata saldamente sulla Roccia” (Mt. 7, 24-25). La preghiera costante vissuta con papà fu la nostra forza! Ormai la mia vita era già entrata in un’altra dimensione e lo testimoniò chiaramente questo episodio. Il male mi aveva tolto coscienza e lucidità, eppure il giorno prima di vedere personalmente il volto glorioso di Gesù nostro Salvatore, dalle mie labbra uscirono in, canto sommesso, queste precise parole ripetute più volte: “ Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno” (Gv. 11, 25). Quello fu il mio ultimo testamento, la mia assicurazione che dal 30 luglio 1986 sarei rimasta per sempre con voi. Dalla Casa del Padre comune vi seguo, continuo ad amarvi, vi accompagno nel tempo, in attesa del nostro definitivo incontro per l’eternità.
Sergio: Laura, grazie per il dono di aver vissuto accanto a me per dieci anni, durante i quali ho veramente potuto toccare con mano l’avverarsi di quanto la Madonna mi fece intuire quel giorno nella chiesa della Maddalena ad Alba: “ Vedrai che avrai ciò che desideri”. L’ho avuto in abbondanza e dall’intensità del nostro rapporto ne traggo tuttora immensi benefici. Il primo di agosto del 1986, nella chiesa di Mango, il tuo non fu un funerale, bensì una festa. Una festa di familiari, parenti, amici e tanta tanta gente comune. Molti dovettero accontentarsi di rimanere fuori sul piazzale perchè non c’era posto per tutti.
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