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LAURA CAROSSO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LAURA, ARRIVEDERCI IN PARADISO!

Ciao, Laura! Ti saluto così con un ciao, perché la fede in Gesù Risorto e nella nostra risurrezione mi dà la certezza che il distacco da te non è un abbandono ma un arrivederci. Noi ci incontreremo, in Dio, nella vita che non finisce più, che non conosce né malattie, né lacrime, né dolori, né morte. Noi ci incontreremo “lassù” dove finalmente potremo capire quello che non riusciamo a capire “quaggiù”. “Lassù”, dove tu adesso comprendi pienamente la tua vita, così breve e tormentata, che “quaggiù” ci ha fatto tanto pensare, penare, dire cose sagge e cose senza senso, cose buone e cose cattive. “Lassù”, tu adesso comprendi che anche in ciò che sembra più assurdo e doloroso c’è un progetto d’amore che misteriosamente conduce tutto, anche i momenti più duri e faticosi, verso il bene. Io ti sto parlando di cose di “quaggiù” e di “lassù”, come se fossimo in mondi diversi, lontanissimi tra loro. Tu però adesso sai e vedi che non è così. Sai e vedi che quello che noi chiamiamo “lassù”, cioè il cielo, il Paradiso, la vita eterna, non sta in alto sopra le nuvole, più in su della volta azzurra, ma anche “quaggiù”, su questa terra così bella ma così complicata. Perché il cielo, il Paradiso, la vita eterna, non sono luoghi, e Dio sta contemporaneamente e pienamente in cielo, in terra, in ogni dove, dappertutto. Accanto a te e accanto a me, accanto a tutte le persone che ti hanno voluto bene, a quelle che non ti hanno mai conosciuto e nemmeno pensato, anche a quelle che non credono che la vita continui dopo la morte, e ti immaginano svanita nel nulla. Io no. Io credo fermamente che tu sia viva, più viva di prima, veramente e pienamente viva e per sempre. Dio ci abbraccia tutti, con un unico sguardo d’amore, perché davanti a Lui siamo tutti contemporanei. Certo, tu adesso stai accanto a noi in modo diverso da prima, ma non meno vero e forte. Anzi, più vero e più forte. Perché quaggiù tante cose sono sempre pronte a separarci: la distanza, il tempo, la malattia, le mura di una casa, i cancelli di un ospedale… Adesso che in Dio puoi farlo, ti chiedo di essere vicina in modo particolarmente amoroso, delicato, forte a tutti coloro che quaggiù attraversano la tua stessa vicenda di sofferenza e di dolore, e alle persone che li assistono. Tu che ora li conosci tutti, uno per uno, sai quante situazioni come quella che hai attraversato tu creano dolore, fatica, angosce, tentazioni, disperazione. Aiuta tutti a capire che Dio è accanto a loro e li sostiene, perché Lui non abbandona mai nessuna delle sue creature, tanto più quando sono piccole, povere, sofferenti. Soltanto dopo, “lassù”, comprenderemo come ci sostiene e ci ama, come adesso lo comprendi tu. Ciao, Laura! Non chiedo al Signore perché ti ha tolta, bensì lo ringrazio perché ti ha data a noi quale fulgida luce per illuminare la mia, le nostre notti.

Tuo marito Sergio


 

 

 

 

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