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FOTO FABRIZIO FIORE

Quanti ricordi si affacciano alla mia memoria, quanti episodi legati ai cinque anni trascorsi con il “corso B”; in veste di insegnante e di catechista, quanti giorni, mesi anni, ricchi di fatti allegri, tristi, gioiosi e stimolanti! Rivedo come in sogno la classe al completo, ho presenti tutti gli alunni al loro primo giorno di scuola: alcuni attenti, altri pieni di stupore, alcuni meravigliati; altri un po’ angosciati di fronte alla nuova avventura che li attendeva, ma tutti con occhi vivaci e pieni di curiosità.

Rivedo anche Fabrizio: bello, ordinato, più alto e robusto degli altri compagni, con i suoi occhioni pieni di stupore, sotto una nuvola di capelli ondulati. Mi era stato presentato dall’insegnante della scuola materna, Suor Paola, come “un bambino molto timido e chiuso”; pertanto sarebbe stato necessario accoglierlo, alla scuola elementare, in modo tutto particolare così da metterlo a proprio agio fin dai primi giorni. Seguii i consigli della suora e Fabrizio s’inserì in modo perfetto in classe. Imparava velocemente a leggere e a scrivere, si rapportava bene con le insegnanti e con i compagni e di timidezza non si parlò più, anzi, lo ricordo spigliato e sicuro, ma estremamente corretto e prudente.

Si rivolgeva all’insegnante per chiedere aiuto solo quando le difficoltà erano notevoli, perché lui amava risolvere i suoi problemi con volontà e impegno, anzi aiutava e incoraggiava i compagni a fare altrettanto, proprio come un fratello maggiore. Questa era la sua caratteristica. Era più maturo dei suoi coetanei e le sue conversazioni erano sempre zeppe di consigli che, a sua volta, aveva ricevuto dai familiari e fatti suoi. Pertanto lo ricordo sereno, sorridente, a suo agio e soprattutto, come ho detto, attento ai compagni bisognosi di aiuto e meno esperti di lui.

Aveva senz’altro un grande spirito di osservazione e una buona dose di volontà e di impegno. Inoltre era animato da un grande desiderio di riuscire con le proprie capacità. Non riesco a ricordare, pur sforzandomi, episodi negativi legati alla vita scolastica di Fabrizio o forse, se ce ne furono saranno stati certamente di lieve entità. Mi piaceva ascoltarlo nella sue confidenze: era felice quando lo ascoltavano raccontare i suoi viaggi in Sardegna, dei giochi e delle scoperte che faceva in quella terra bellissima assieme ai parenti ed inoltre amava raccontare delle passeggiate fatte in bicicletta con il papà o dei lavoretti in bricolage che faceva sotto la sua guida: tutto ciò rivelava un grande amore e tanto affiatamento con la sua famiglia.

Anche i ricordi legati alle ore di catechismo si fondono con quelli scolastici perché le due attività, per una scelta nostra, si intrecciavano in quanto l’insegnamento della religione doveva essere, nella nostra classe, “fondamento e coronamento” proprio come dicevano i programmi allora vigenti. Ma un episodio, in particolare, vivissimo è proprio legato a Fabrizio. Lo ricordo impegnatissimo nella preparazione alla Prima Comunione; lo rivedo poi nel suo banco, in chiesa, molto serio e raccolto dopo aver ricevuto per la prima volta la santa Comunione. Attorno a lui c’era confusione, rumore, andirivieni; ma lui era in silenzio; il capo ripiegato sul cuore e le mani giunte.

Lo rivedo con commozione perché Fabrizio aveva capito, nonostante i suoi otto anni, l’importanza di quel Grande Mistero e, in quel momento stava offrendo a Gesù, con tutto il suo cuore, il suo entusiasmo e la sua innocenza, la propria vita: come Gesù ha gradito le sue preghiere!

Marisa Faccenda

Causa beatificazione di Fabrizio Boero Articolo Gazzetta D'Alba.

 

SPIRITUALITÀ
Candido come un giglio | Fabrizio Boero è servo di Dio
dal Numero 2 del 8 gennaio 2023
di Lia Lafronte | Postulatrice

 

ATTUALITÀ
Fabrizio Boero | Intervista al parroco don Eligio
dal Numero 43 del 20 novembre 2022
a cura di Paolo Risso

 

 

 

 

 

 

 

 

LA PROFESSORESSA DELLE MEDIE AGGIUNGE

“Signore dammi la sapienza, che siede in trono accanto a te, inviala dai cieli santi, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica e io sappia che cosa ti è gradito…” (Sap. 9,4.10)

Ho seguito Fabrizio durante i tre anni di scuola media nell’insegnamento dell’Educazione tecnica.
Il suo comportamento era molto corretto, seguiva sempre le spiegazioni con attenzione, si applicava bene in tutto. Nella mia materia dimostrava un certo vantaggio tecnico-pratico, grazie alle esperienze maturate a casa, collaborando con suo papà nell’esecuzione di simpatici giocattoli. Per questo motivo era in grado di aiutare i compagni a superare qualche difficoltà, in maniera molto umile.
Accettava sempre di buon grado le proposte inerenti alla materia e non sprecava mai il tempo.
Ricordo, infatti, che si sapeva estraniare dal gruppetto, un po’ troppo turbolento, per cercarsi un angolino e ripassare alcuni argomenti in vista dell’esame di licenza.
Quando s’incontrava Fabrizio per strada o nei corridoi della scuola si fermava volentieri a salutare e a dialogare.
Marisa Sartoretti Sibona

FABRIZIO: UN GIOVANE PULITO

“Il Signore mi rende secondo la mia giustizia, secondo l’innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi. Con l’uomo buono tu sei buono, con l’uomo integro tu sei integro, con l’uomo puro tu sei puro”. (Sal. 17,25-27)

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