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Fabrizio è nato a Torino il 12 Giugno 1974 e poi ha abitato a Canale d’Alba, un ridente paese del Roero Cuneese.
Papà Franco e mamma Gabriella Tiglio hanno saputo amarlo teneramente ed educarlo alla scuola dei più genuini valori cristiani. Proprio in questi Fabrizio ha camminato e si è sempre distinto. Con la sorella Daniela, che aveva cinque anni più di lui, crebbe armonicamente e imparò ad amare e apprezzare le tante belle opportunità che la vita gli offriva. Con diligenza e buona volontà frequentò a Canale le scuole elementari e medie conseguendo buoni risultati.
Tra i suoi compagni si distinse per la sua innata bontà, per il suo buon umore e per la sua rettitudine morale. Non amava i doppi sensi e rifiutava categoricamente la volgarità e la menzogna. Assunse l’impegno di animatore del gruppo chierichetti della parrocchia di S. Vittore, ruolo che svolse con passione, puntualità e fedeltà. Per i piccoli che servivano all’altare Fabrizio diventò esempio e punto di riferimento. Oggi, adulti, verso il Signore, essi portano lo stesso rispetto imparato allora e vivono nell’esempio del loro educatore. Era un giovane apostolo tra i giovani.
Nel gruppo del dopo-Cresima era da sempre presente e davanti ad ogni richiesta d’aiuto diceva con la vita: io ci sono! Presto i suoi amici impararono ad apprezzare la sua forte personalità che, anche pagando di persona, non scendeva tuttavia a compromessi. Intanto frequentò la scuola per ragionieri “ Luigi Einaudi” di Alba (CN), preparandosi ad entrare nel mondo degli adulti. Il suo tempo libero lo dedicava con passione ad alcuni hobbyes che amava moltissimo: primo fra tutti il disegno dove riusciva ad esprimere gran parte della sua fantasia. Con l’aiuto di papà Franco costruiva parecchi modellini in legno di barchette, macchinine e altri oggetti. Gli piacevano il calcio e il ciclismo. Durante le lunghe pedalate dialogava con il padre e ne ascoltava i consigli. Per la sua giovane età era un ragazzo maturo e completo. |
Causa beatificazione di Fabrizio Boero Articolo Gazzetta D'Alba.
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E come tutti i ragazzi, arrivata la maggior età, prese la patente e ebbe la sua auto.Un sabato sera, il 28 novembre 1992, si ritrovò con alcuni amici per festeggiare un compleanno, ad Alba.
Nessun abuso di nulla per quanto succederà poi, solamente un po’ d’inesperienza. La strada viscida e scivolosa di quella notte fece il resto. In una curva la macchina sbandò e, uscendo di strada, andò a sbattere contro un albero. La corsa immediata all’ospedale S. Lazzaro di Alba e successivamente, al S. Croce di Cuneo, dove fu tempestivamente operato chirurgicamente, purtroppo senza l'esisto sperato.
Tra speranze e lotte continue, per ben 10 mesi, attorno a Fabrizio si alternarono familiari ed amici. Molti chiesero con fede ed insistenza la grazia della sua guarigione, ma per Fabrizio c'erano altri “progetti” che a noi non è dato comprendere. Il 24 settembre del 1993 Fabrizio ci lasciò per il cielo nel quale aveva creduto e sperato e per il quale si era preparato molto bene.
COSÌ LO RICORDANO MAMMA E PAPÀ
“Gesù partì con Maria e Giuseppe e tornò a Nazareth e stava loro sottomesso. E cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini”( Lc. 2,51-52 )
Fabrizio era fin da bambino sereno, semplice e generoso, ubbidiente in famiglia, a scuola e con i compagni.
Questa virtù col passare del tempo divenne più concreta.
In famiglia non aveva tante pretese. Studiava, disegnava, ….particolarmente la Madonna, Gesù in Croce.
Avevamo un buon rapporto nella vita quotidiana anche perché a scuola andava volentieri ed aveva sempre bei voti. Tanto che noi genitori uscivamo dal colloquio coi professori sempre soddisfatti.
Dopo i compiti e la cena andava a letto e io, sua mamma, rimboccandogli le coperte, vedevo che teneva in mano la corona del rosario.
Noi genitori, durante la sua breve vita vissuta da ragazzo serio, buono d’animo e leale eravamo contenti ed orgogliosi di avere un figlio così sincero, buono, ma soprattutto ubbidiente e la Madonna, che tanto amava, lo ha accolto per sempre vicino a lei.
Gabriella e Franco
Un pensiero di Fabrizio per la festa della mamma.
Tu non sai mammina cara,
ciò che tengo stretto in cuore:
tengo un grande immenso amore
per te sola… e per papà.
Non mi credi? Ben comprendo
sono tanti i miei capricci
che contarli non saprei.
Pur lo senti, mamma cara,
come palpita il mio cuore?
Sai che dice? Amore Amore.
LA MAESTRA DELLE ELEMENTARI COSÌ RICORDA FABRIZIO
“Il Signore ha creato la sapienza; l’ha vista e l’ha misurata, l’ha diffusa su tutte le sue opere, su ogni mortale, secondo la sua generosità, la elargì a quanti lo amano” ( Sir. 1,7-8)
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