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FOTO PIERGIANNI RIVETTI

CHI HA POCO SI ACCONTENTA, CHI HA MOLTO SI LAMENTA
“Il poco del giusto è cosa migliore dell’abbondanza degli empi”. (Sal 36,16)

Emiliano è un giovane diciassettenne veramente felice e, soprattutto nei suoi ultimi mesi terreni, la sua solarità è a dir poco: esplosiva! Un ragazzo contento di vivere, circondato da amici che, di qualsiasi cosa avessero avuto bisogno conoscevano già la sua risposta: “Eccomi, che cosa posso fare per te?”. Il tempo tra lavoro, famiglia, parrocchia, amiciscorre via velocissimo e arriva il 28 marzo 1999: Emiliano compie 18 anni!

Ora finalmente è maggiorennee potrà realizzare quei sogni che custodisce “nel cassetto” del suo cuore da tempo. Innanzitutto prendere il prima possibile la patente e così aiutare suo padre nel lavoro di autista.

A questo punto è interessante inserire un altro ricordo che ci permette di conoscere e apprezzare ancor di più l’animo del nostro ormai giovanotto. Frequenta la scuola guida insieme adun gruppetto di amici, tra i quali anche una ragazza:la figlia del suo datore di lavoro. Purtroppo, arrivata all’esame, ella si agita un po’ più del dovuto e non riesce a superarlo. Emiliano a questa notizia si rammarica alquanto e gli si arrossiscono gli occhi.  Partecipa davvero alle gioie e ai dolori altrui.Ha unaltro sogno: quando ad aprile viene chiamato alla visita di Leva, una volta ritenuto abile, manifesta il forte desiderio di prestare servizio in Kosovo. Un desiderio che potrà realizzare solo dal Cielo, diventando angelo custode di coloro che partiranno per queste spedizioni umanitarie. Altro importante traguardo che Emiliano intende conseguire è quello di possedere un’automobile tutta sua. Ne trova una di seconda mano che riesce ad acquistare con i suoi risparmi: l’affare è fatto!

È felice! Cammina con passo fiero e deciso perché vede che i tanti sacrifici e le rinunce effettuate, finalmente,stanno portando il loro frutto. Chiunque lo incontra rimane stupito di questo suo prorompente entusiasmo e della sua allegria che, anche di fronte alla stanchezza,mai si spegne. Anzi! Ancor di più, è solito dire: “Quando si è stanchi, non lo si deve far pesare sugli altri. Si stringono i denti, si canta e si va avanti, sempre!”. Così fa lui: anche se stanco morto, non molla mai! In mezzo a tanta conquistata positività, c’è chi non gradisce tutto questo enon perde occasione di umiliarlo,anche se per cose veramente banali. Emiliano non si scoraggia, sa di avere alle spalle tanti buoni amici, primi fra tutti i suoi genitori,dai quali ha imparato che le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici. In questo tempo della sua breve esistenza ci lascia un forte messaggio: i veri vincitori non sono quelli che vincono sempre, i veri vincitori sono quelli che hanno la forza di rialzarsi dopo ogni caduta, sempre!

VIENI SERVO BUONO E FEDELE, ENTRA NELLA GIOIA DEL TUO PADRONE
“Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due,a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì … Dopo molto tempo il padrone tornò e volle regolare i conti”.    (Mt 25,14-15.19)

Si può veramente dire che Emiliano in quel mese di Aprile abbiaschiacciato il “piede sull’acceleratore”, con decisione, rendendo le sue giornate un vortice di attività. Leggendo di questo fervore, con il senno di poi, sembra di poter dire che avesse quasi un’inconscia urgenza tutta particolare: quella di voler appunto accelerare il tempo, perché questo, per lui, si è fatto breve. Sicuramente, nel disegno misterioso di Dio, quanto sta per vivere Emiliano ha un senso profondo. Dio ama i Suoi figli e non darà loro mai niente in anticipo e mai niente in ritardo, perché Lui sa quand’è il momento giusto in cui ciascuno è pronto a ricevere il dono   preparato per i suoi figli.

A tal proposito ci ricorda il Libro della Sapienza: “Divenuto caro a Dio, fu amato da  lui e poiché viveva fra peccatori, fu trasferito. Fu rapito, perché la malizia non ne mutasse i sentimenti o l’inganno non ne traviasse l’animo, perché il fascino del vizio deturpa anche il bene e il turbine della passione travolge una mente semplice. Giunto in breve alla perfezione, ha compiuto una lunga carriera. La sua anima fu gradita al Signore; perciò egli lo tolse in fretta da un ambiente malvagio. I popoli vedono senza comprendere; non riflettono nella mente a questo fatto che la grazia e la misericordia sono per i suoi eletti e la protezione per i suoi santi. Il giusto defunto condanna gli empi ancora in vita; una giovinezza, giunta in breve alla perfezione, condanna la lunga vecchiaia dell’ingiusto. Le folle vedranno la fine del saggio, ma non capiranno ciò che Dio ha deciso a suo riguardo né in vista di che cosa il Signore l’ha posto al sicuro. Vedranno e disprezzeranno, ma il Signore li deriderà” .  (Sap 4,10-18).

Naturalmente ciò non significa che Dio vuole o sceglie la morte per i Suoi figli, questo mai, perché Lui crea per la Vita. Semplicemente nella Sua Sapienza infinita, Lui entra nelle incomprensibili vicissitudini umane, spesso avvolte nel dolore e che precipitano le personenel buio più fitto, le illumina riempiendole di speranza e le proietta nella visione dell’eternità.In questa Luce proseguiamo la vicenda di Emiliano. Sicuramente il nostro amico sta pianificando il suo futuro.  Così ci avviciniamo a martedì 13 luglio 1999.

Per molti degli operai della ditta Boffa Carni è tempo di ferie pertanto, anche se il lavoro rimane tanto, il personale scarseggia. Un autista che avrebbe dovuto fare il giro delle consegne fa sapere che la moglie è stata ricoverata d’urgenza all’ospedale, pertanto non può presenziare sul lavoro, almeno nell’immediato. In ditta l’unico disponibile è Emiliano. Gli viene chiestodi coprire il turnodel collega e, naturalmente, accetta.E’ felicissimo. Molto meno lo sono i suoi genitori. Cercano di dissuaderlo in tutti i modi manon c’è nulla da fare: Emiliano si sente sicuro e vuol dimostrarlo a loro, ai responsabili della ditta ed ai suoi colleghi. Papà e mamma, vista la sua insistenza, altro non possono fare se non lasciarlo andare. Tuttavia papà Daniele decide di accompagnarlo per i primi due giri di consegne, questo per assicurarsi delle effettive capacità del figlio e per insegnargli alcuni trucchi del mestiere.

Così collaudato, giunge il momento in cui inizia realmente da solo ad effettuare le consegne, peraltro con eccellente puntualità. La sera prima si annota tutto a puntino: nome del cliente, luogo e ora della consegna, materiale preparato e disposto in ordine sul camioncino. Ripone ogni singolo foglioin apposite cartelline plastificate, perché non abbia a sgualcirsi. Emiliano fa tre giri di consegne. I primi due molto bene, mentre, purtroppo, il terzo gli sarà fatale. A questo punto è in realtà necessario annotare un particolare.

Al termine del secondo giro torna a casa con gli occhi umidi di pianto. Che cosa è successo? Un suo collega (anche lui padre di famiglia), più esperto di lui in quanto da lavora in ditta da più tempo, lo ha schernitodicendogli di non essere abbastanza veloce nelle consegne. Emiliano ci è rimasto molto male, perché ha profuso tutto il suo impegno; sa che può fare di più ma, in fin dei conti, quella è stata la sua seconda volta. Un giovanissimo ha bisogno di incoraggiamento, non di colpi che lo affossano. Pazienza!

Non tutti hanno questa sensibilità. Mamma Daniela vedendolo così fortemente abbattuto, cosa assolutamente anomala per il carattere positivo ed energico di Emiliano, con le lacrime agli occhi lo invita a non riprendere il lavoro finoal rientro dei soliti addetti alle consegne. Ma Emiliano vuole dimostrare a sè stesso e agli altri che, quanto gli è stato detto, proprio non corrisponde a verità.

 

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