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LORIS RIGATO

 

 

Sovente il dolore e la sofferenza sono maestri che insegnano tante cose. Questi ostacoli che si incontrano presto o tardi nel cammino della vita, possono fare emergere le cose più belle che portiamo in noi. Così come è successo per Christian: il dolore e la sofferenza lo hanno lavorato e formato fin dalla più tenera età. Racconta la mamma: “Dopo il parto ci sono state alcune complicazioni e per una serie di circostanze non è potuto venire subito a casa come invece normalmente succede. Lui non poteva allora ancora capire, ma in realtà fu già il suo primo distacco”.

In quel tempo la famiglia dovendo affrontare più oneri economici, non poteva certo disporre del superfluo: il bilancio mensile lasciava ben pochi margini. In quella situazione, Christian, ha imparato a rinunciare, a saper dire dei “no!”. Il necessario non gli è mai mancato, ma a differenza di tanti altri suoi amici ha dovuto più volte dire: “Pazienza, non posso”.

Intanto segretamente la sua sensibilità e la sua volontà si irrobustivano. Un ricordo della mamma in proposito è molto chiaro: “Non ha mai chiesto capi firmati ed era difficile sentirlo fare dei confronti con altri compagni che invece potevano permetterseli. Aveva imparato che si poteva benissimo fare a meno di questa moda legata all’apparenza”. Per un bimbo normale non c’è niente di più bello che il sentirsi amato, accolto e protetto dalla sua famiglia. In essa si impara a vivere, a lottare, a soffrire, a gioire … difficoltà ed incomprensioni gli toglieranno, inizialmente, anche questo suo sacrosanto diritto. Ciò contribuirà a formare più rapidamente il suo carattere e ad assumersi le sue piccole e poi grandi responsabilità. Come tutti i bambini della sua età avrebbe poi desiderato ricevere Gesù Eucaristia per la prima volta, assieme a tutti gli altri e in unica grande festa.

L’ improvvisa malattia degli orecchioni farà slittare in Giugno (un mese dopo) questo importante incontro tra il suo cuore e quello di Gesù.

 

 

 

Gli anni della sua breve esistenza passarono velocemente e, pur essendosi irrobustito interiormente, nell’ultima sua malattia, vedendo dalla finestra dell’ospedale gli alberi che ormai stavano perdendo le foglie ( era autunno avanzato), in un momento di sconforto misto a speranza esclamò: “ Chissà se li vedrò nuovamente verdi e fioriti?”. Presentimento?

Noi cristiani, in virtù della risurrezione di Gesù, abbiamo la certezza che, con la morte la vita non ci viene tolta, ma trasformata. Ora Christian dice: “Se mi ami non piangere! Se conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo, se potessi vedere e sentire quello che io sento e vedo in questi orizzonti senza fine e in questa luce che tutto investe e penetra, non piangeresti se mi ami. Sono ormai assorbito dall’incontro di Dio, dalle sue espressioni di sconfinata bellezza. Io vivo nella serena e gioiosa attesa del tuo arrivo fra noi. Tu pensami così! Nelle tue battaglie pensa a questa meravigliosa casa dove non esiste la morte, e dove ci disseteremo insieme nel trasporto più puro ed intenso, alla fonte inestinguibile della gioia e dell’amore. Non piangere più se veramente mi ami!”.

CHRISTIAN E LA VITA SPIRITUALE

“Io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore”. (1 Sam 16,7)

Nella Preghiera Eucaristica I, o Canone Romano, c’è un passaggio molto importante. Il celebrante rivolgendosi a Dio Padre dice: “ Ricordati di tutti i presenti, dei quali tu conosci la fede e la devozione …”. Nella nuova Preghiera Eucaristica V/C, nel memento dei cari defunti, viene detto: “Ricordati anche dei nostri fratelli e sorelle che sono morti nella pace del tuo Cristo e di tutti i defunti e defunte dei quali tu solo hai conosciuto la fede: ammettili a godere la luce del tuo volto e la pienezza di vita nella risurrezione …”. Ciò basta per aiutarci a comprendere come il nostro rapporto con Dio, sia fortemente personale e soprattutto conosciuto solamente da Lui in tutta la sua verità, ricchezza e profondità. A volte ci è dato di comprendere qualcosa  ma i “segreti del Re” (espressione cara di S. Teresa di Lisieux) normalmente, sono gelosamente custoditi nel cuore di Gesù (=Re) e nessuno li strapperà dalla sua mano. Considerato questo, tra Christian ed il buon Dio c’era un profondo rapporto personale dal quale emergevano alcuni tratti che noi abbiamo cercato di cogliere per condividerli assieme.

Sul suo comodino teneva sempre due immaginette: una raffigurava Gesù Misericordioso con sotto la scritta, GESÚ CONFIDO IN TE e l’altra con Padre Pio in atto benedicente.

AVANTI

 

 

 


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