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ZAZÀ TU ERI E SEI PIÚ CHE UN AMICO

LORIS RIGATO

 

 

Ciao Zazà (così ti ho sempre chiamato amichevolmente), vieni, siediti qui accanto a me e parliamo un po’... ti ricordi i nostri incontri quotidiani e le interminabili chiacchierate che facevamo? Gli interessi comuni, per i motori, per la musica, per nuove amicizie con ragazze di Neive e paesi vicini, il desiderio irrefrenabile di correre, saltare, ballare ... era la vita che esplodeva in noi. Non ti sono mancate le difficoltà: a volte ti vedevo con il morale un po’ più giù. Ma poi? Insieme superavamo tutto. La nostra passione per la musica (Vasco - Gigi d’Alessio), ci proiettava in una dimensione che ci ha aiutato a non fermarci davanti alle difficoltà. Torno sempre volentieri con il pensiero alle nostre sfide di “pungyball”. Oltre al divertimento sembrava sfogassimo il plus di energia che c’era in noi.

Tu un giorno mi hai “cissato”, ricordi? E io ho sferrato un colpo talmente deciso da finire al Pronto Soccorso: mi si era spostato il muscolo del braccio. Quante risate quando ricordavamo l’episodio. Non meno interessante, quant’è capitato invece a te quell’indimenticabile pomeriggio dove un’abbondante nevicata aveva ricoperto campi e strade. Facevamo le medie ed eravamo veramente un po’ poco prudenti. Con il bob sei finito in quel cespuglio che nascondeva insidiosi cocci di vetro.

Le tue ferite riportate erano così serie che mi sono improvvisato infermiere. Un po’ di neve sul taglio, una fasciatura stretta stretta, e poi via a cercare un telefono per chiamare l’autoambulanza. Grazie a Dio non è stato niente di così grave. Sei tornato subito a casa, e io, seduto vicino a te, non ti ho più mollato fino a sera. Divertenti anche i tentativi di “scipparci” a vicenda le nuove amiche che incontravamo, soprattutto nei nostri soggiorni estivi a Vinadio. Scherzi, battute, progetti ... tutto che finiva, comunque, in buon umore e altri nuovi progetti.

 

 

 

L’invidia? Non l’abbiamo conosciuta neanche quando si andava a pescare ed io, dopo una mezz’oretta che ero lì con canna e amo, niente. Arrivavi tu e la cesta si riempiva. Accidenti, eri in gamba sul serio! Avremmo 1000 altre cose da dirci, ma non mancheranno altre occasioni per ritrovarci: tuttavia non posso tralasciare il ricordo della nostra amicizia che tu mi hai dimostrato sempre sincera in tutte le occasioni. Sentivi il bisogno di affetto e hai conosciuto un’amica che sembrava ricambiarlo. Quell’estate hai deciso di trascorrere con lei e i suoi genitori un breve soggiorno in Francia. Io ero a Vinadio con i miei genitori. Che fare? Rischiavamo di non vederci per qualche giorno. E allora tu hai escogitato di far passare il camper per il Colle della Maddalena così, ancora una volta, abbiamo potuto incontrarci rinsaldando ancor più la nostra già forte amicizia. E adesso che cosa mi rimane da dirti? Vivo nella speranza che tu possa tornare presto. Non ti nascondo che il mio dolore è forte, ma voglio che tutto mi parli di Vita. Nella preghiera ci incontreremo ogni volta che lo vorremo e, sapendo che ti fa piacere, ogni tanto, quando scende la sera, verrò a farti ascoltare la tua musica preferita. Grazie per la tua amicizia e, grazie ancora di più per gli orizzonti nuovi che mi hai spalancato.

Il tuo amico Christian R.

UN AMICO È UN REGALO CHE TU FAI A TE STESSO.                                               

CHRISTIAN E LA SOFFERENZA

“ Noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno… ad essere conforme l’immagine del suo Figlio.” (Rm 8, 28 – 29)

 

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