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Ho frequentato a Neive le scuole elementari e medie, mentre la superiore, l’ex INAPLI, l’ho fatta ad Alba. Mi piaceva imparare l’arte del tornitore anche se poi ho lavorato in una ditta di termo-idraulica. Il lavoro lo facevo volentieri e, una volta terminato il mio lavoro quotidiano, sfogavo tutte le mie energie nel gioco del pallone. Mi sia lecito dirlo: lo “adoravo”. Correre, saltare, parare i goal e farne … era per me qualcosa di appassionante, di fantastico! Ma ecco, all’improvviso, affacciarsi nella mia vita un altro disegno, misterioso, doloroso, ma che certamente mi stava spalancando davanti nuovi e sconfinanti orizzonti fino ad allora sconosciuti. Un sogno si stava infrangendo ma, intanto, la sofferenza mi stava ammaestrando per nuove grandi esperienze, uniche!
Le cose visibili che mi attraevano stavano passando velocemente; mentre quanto il futuro mi stava riservando, portava il marchio dell’eterno. Non è stato facile comprendere e accettare; ma non sono mai stato solo: una mano materna mi ha accompagnato e sostenuto in questo passaggio delicato e difficile. Provate ad entrare in punta di piedi in questa mia avventura. Seguitemi, vi farò strada! Non temete perché saranno la LUCE e la VERITÀ a guidare i nostri passi. Era il Settembre dell’anno 2000 e una tosse fastidiosa cominciava a tormentarmi. Feci due visite all’ospedale di Bra (CN) e il medico diagnosticò un inizio di polmonite. Stando alle sue parole: - cosa guaribile in breve tempo -. E in questo senso anche i raggi diedero, allora, esito negativo. Ma, purtroppo, quella tosse insistente non passava e allora con i miei genitori abbiamo pensato ad un ricovero all’ospedale di Alessandria. E qui, purtroppo, ecco l’inattesa notizia: un male incurabile aveva già lavorato molto nel mio organismo, tanto che le metastasi avevano attaccato ovunque. Il resto fu rapidissimo. Il 25 novembre 2000 i miei occhi di carne si sono incontrati con quelli di Cristo Salvatore. Sono uscito dalla vita per entrare nella Vita, quella vera che non avrebbe mai più avuto fine. Le cose di prima stavano passando; ero pronto per un’altra avventura: scoprire i Cieli nuovi e la terra nuova preparati per me da tutta l’eternità. L’ultima settimana terrena ho sofferto tanto e tante furono le domande che affiorarono in me. Ma anche la Luce, in quel momento, fu altrettanta. Il male si era aggravato in modo precipitoso e le cure diventavano sempre più forti. In quei giorni facevo veramente fatica sentire accanto a me anche la presenza delle persone più care. Se da una parte ero contento che tanti mi venissero a trovare, il male insistente mi impediva di stare in loro compagnia. Un giorno avevo invitato anche gli stessi genitori a lasciarmi solo, ma mia mamma ha insistito a voler restare: ” Non ti disturberò – mi disse – mi metterò lì in un angolino e non parlerò”. Io, abbozzando un sorriso mi rivolsi a mio papà e gli dissi: “Mamma ha la solita testa dura! Quando, poi, torno a casa, l’aggiustiamo”. Tuttavia, una volta rimasti soli, mia madre si è avvicinata al letto e mi chiese: “Sei contento che sia rimasta?”, la risposta non si fece attendere: “Mamma, ti voglio tanto bene”; ed essa rispose: “Anch’io te ne voglio”. E un forte abbraccio, silenzioso, sigillò quell’amore vero che nessuna parola sarebbe stata in grado di esprimere. In quell’esperienza di dolore compresi ancora più a fondo quanto il rapporto con mia mamma fosse veramente forte e unico. Un tesoro questo che, alla Luce dell’Amore di Dio, non perderà mai il suo splendore; anzi l’eternità lo renderà ancora più ricco, più prezioso, unico!
Con amicizia Christian
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MAMMA E PAPÀ COSÌ RICORDANO CHRISTIAN
“Figlio, bada alle circostanze e guardati dal male così non ti vergognerai di te stesso. Non astenerti dal parlare nel momento opportuno, non nascondere la tua sapienza. Difatti dalla parola si riconosce la sapienza e l’istruzione dai detti della lingua.”(Sir 4,20. 23-24)
Il giovane che sa infondere coraggio è sempre il primo a risentire maggiormente l’angoscia degli altri e per gli altri.
Ordinariamente non sono le grandi imprese a caratterizzare le qualità di una persona, bensì i tanti piccoli, ripetuti, forse apparentemente insignificanti, gesti quotidiani. L’importante è saper scoprire e valorizzare il segreto e la profondità nascosta in ogni realtà, anche nella più semplice e quotidiana. Così è stata la breve avventura terrena di Christian: un insieme di tanti piccoli gesti che lo hanno reso tuttavia grande ai nostri occhi e a quelli di coloro che lo hanno conosciuto da vicino. Alcune sue caratteristiche inconfondibili?
Sul suo volto era sempre luminoso il sorriso, un dono di Dio, uno dei più belli, che diventava come uno spioncino aperto sul suo io segreto. Dal suo sorriso emergevano le profondità del suo animo. Quel sorriso che si traduceva, poi, in educato ed affettuoso saluto ogni volta che usciva oppure rientrava in casa.
Un caro ricordo rimangono le sue “buona notte”, qualsiasi ora rincasasse la sera. Ciò era, oltre che un segno di rispetto per chi era rimasto a casa ad attendere, anche una dimostrazione di quanto avesse in sé il senso della famiglia, quale insostituibile punto di riferimento. Questa sua compartecipazione alla vita famigliare non si esauriva, comunque, in pochi gesti esteriori che a volte potrebbero anche rischiare di diventare ripetitivi oppure romantici. Nei periodi delicati e di ristrettezza economica, non era raro sentire dalle sue labbra: “Sapete dove tengo i soldi”. Anteponeva il bene della famiglia ai suoi interessi personali. Non passavano compleanni o altre ricorrenze senza che lui arrivasse con il suo regalino.
Era felice quando poteva rendere felici gli altri. Cosa aggiungere? Grazie o Signore per averci fatto dono di Christian per 18 anni. Donagli ora tu tutto l’amore e tutta la gioia che noi non abbiamo potuto dargli. La speranza è quella di ritrovarci tutti assieme un giorno, in Paradiso, dove: “Tu, asciugata ogni lacrima dai nostri occhi, farai sì che non ci sia più la morte, né il lutto, né il lamento e neppure l’affanno perché tutte le cose di prima saranno passate” (Cfr Ap 2).
Marzia e Arturo
Nulla è così piccolo di ciò che è fatto per amore.
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