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FOTO PIERGIANNI RIVETTI

Cesare Meini


SEMPLICEMENTE UN DONO!


“Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla su di te” (Is 60,1)

“Che cosa ci ha insegnato la vicenda di Cesare? Che il dolore non sempre e non solo distrugge, ma è capace anche dicambiare le persone, le cose, le abitudini. Così è perla nostra famiglia: il dolore non ci ha distrutti, ci ha cambiati! Cesare rimane un grande DONO che ci rende eternamente grati a Dio. Grati per avercelo dato, anche se è rimasto poco tra noi. Ma Dio, nonostante tutto, ha scelto di starcivicino.Mai,se fossimo rimasti da soli,soli con la nostra umile e piccola fede, ci saremmo sentiti così tanto vicini a Lui. Lui ha scelto per noi.Sia fatta la Sua Volontà, sempre!”. Queste parole, sofferte ma serene, escono dal cuore di papà Claudio e mamma Gloria Poggianti, genitori dell’appena adolescente Cesare Meini. Da poco è passata la solennità di Pasqua di risurrezione 2018 e nell’aria c’è ancora il profumo di Vita. La Liturgia dell’Ottava propone quotidianamente testi bibliciche mostrano Gesù vivo, reale; Gesù che incoraggia i suoi a non fermarsi al sepolcro vuoto, ma di andare ad annunciareche “lo hanno visto” (Gv 20,18) e che ha detto loro: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15). È proprio in questo clima pasquale che questi cari genitori aprono il cuore e ci fanno conoscere questo nuovo fiore del Giardino del Re.Carissimi Claudio e Gloria grazie. Non solo vi ascoltiamo volentieri, ma vi assicuriamo anche di far tesoro di quanto Cesare, attraverso le vostre parole, seminerà nei nostri cuori.

UN DONONEL DONO
“Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel grembo di mia madre”. (Sal 138,13)

Cesare viene alla luce a Pontedera (PI), martedì 9 febbraio 1999 e ha un grande desiderio: nascere! La mattina a mamma Gloria si “rompono le acque”.Finalmente è arrivato il momento tanto atteso. Parte in fretta verso l’ospedale Felice Lotti. Tuttavia nel reparto maternità le ore del mattino passano e Cesare sembra non decidersi.  Non è ancora nato ma lui comincia già a fare i primi scherzetti. Mamma Gloria,visto che non succede nulla, decide di tornare a casa. Si ferma qualche ora poi, nel pomeriggio, ritorna. Ancora niente. Tutto tranquillo. Viene eseguito il tracciato e alle ore 20:00, i medici dicono: “C’è ancora tempo!”. Ma ora, Cesare non è più d’accordo di rimanere lì, quasi imprigionato. Si fa sempre più impaziente e alle 21:30 circa, mamma Gloria lo sente fremere, scende in fretta quasi “correndo” verso la sala parto, incurante dei “rimproveri” dell’infermiere che se la vede arrivare da sola, senza essere accompagnata. Non c’è tempo, mamma e figlio sono trepidanti e da ambo le parti non si vuole tardare neanche di un minuto. Infatti alle 21:45 Cesare fa capolino e nel cuore di tutti scoppia la gioia. Mamma Gloria e papà Claudio sono veramente felici! Finalmente il sogno cullato da molto tempo si è realizzato. In cuor loro benedicono il Signore per questo piccolo che viene subito definitoun “prodigio” e benedicono Dio, perché “le sue opere sono stupende!” (Cfr. Sal 138,14).  

Sì, Cesare è senz’altro un DONO nel DONO perché, dalla nascita di suo fratello Federico, il 28 settembre 1985, il grembo di mamma Gloria sembrava non volerne più sapere di far sbocciare altre vite. Ma ecco che, anche se il tempo avanza inesorabile e la speranza umana sta ormai per spegnersi,il “Signore esalta in lei la sua misericordia e dà alla luce il piccolo Cesare”. (Cfr. Lc 1,57-58).

Che festa! Parenti, amici, vicini si rallegrano con lei e i vagiti in casa Meini tornano a fare da padroni. Mamma Gloria ricorda così quella prima notte: “Appena potei mi alzai per andare ad allattare Cesare che era in incubatrice. Lo guardavo con infinita tenerezza. Sì, era proprio lui, un altro figlio in carne ed ossa: bellissimo, un Capolavoro! Mi tornò alla mente la proposta del medico quando, saputo che ero rimasta nuovamente incinta, mi fece l’invito a fare l’amniocentesi considerato che non ero più così giovane per escludere delle possibili amare sorprese.

E io con fermezza gli risposi che non avrei fatto alcun esame. Sarà quel che Dio vorrà! Accadrà ciò che deve accadere, ma la gravidanza non l’avrei mai interrotta! Claudio era pienamente d’accordo con me e fu così che nacque il nostro Gioiello”.Claudio ha assistito al parto ed è il padre più felice del mondo.Tuttavia si ricorda che a casa c’è Federico che lo sta aspettando, anche lui ha diritto di sapere che cosa è avvenuto all’ospedale. Papà Claudio torna  a casa e, fuori di sé dalla gioia, gli annuncia subito l’arrivo del suo nuovo fratellino.Si siedono sul divano e  fanno i primi “piani” perché l’accoglienza del piccolo sia delle migliori.Parla che ti parla, le ore si fanno piccole e arrivano le prime luci dell’alba.

Quel giorno non è possibile andare a scuola; Federico esige di vedere il fratellino a tutti i costi e ne ha pienamente il diritto.Che festa, il mattino dopo, quando i due si incontrano per la prima volta!Vorrebbe toccarlo, vorrebbe abbracciarlo, prenderlo in braccio … ma ahimè non si può ancora. È piccolo ed è in incubatrice. Federico deve accontentarsi di appiccicare il naso sull’incubatrice e ammirare il “suo” fratellino! Dopo la visita torna a casa contento e soprattutto sa che deve aiutare ai suoi genitori a crescere il piccolo Cesare.

LA VITA SOPRANNATURALE ENTRA IN LUI
“Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo”.  (Sal 138,14)

Dopo qualche giorno Cesare varca la soglia di casa e lì ad attenderlo ci sono i nonni e il fratello. Che bello! Quanta festa! Sui volti di tutti brilla il sorriso, un sorriso che parte dal cuore infesta: un nuovo fiore viene ad abbellire casa Meini.Mamma Gloria si fa animo e riprende ad armeggiare con pannolini, biberon, pappe, fasce e qualche notte in bianco.

Ma non è sola! Papà Claudio e suo fratello Federico sono sicuramente una valida spalla. Così le giornate trascorrono serene e arriva, per Cesare, il suo secondo Gran Giorno. Nel primo ha ricevuto il dono della vita; ora si prepara a ricevere un altro grande Dono: il Battesimo. La Vita stessa di Dio sta per entrare nelle sue vene. Lui chiaramente è ignaro di quanto sta per avvenire in lui ed introno a lui. Sta di fatto che la Grazia di Dio opera ugualmente e prepara questo piccolo per un’avventura che sarà infinitamente più grande di lui.

Ma facciamo un passo alla volta. È domenica pomeriggio 6 giugno 1999, sono le 16:30edil piccolo corteo, composto da famigliari e amici, si muove verso la chiesa di S. Giovanni Evangelista, a Ponsacco (PI). Ad attendere sulla porta c’è il parroco don Elio Meliani che, rivolgendosi benevolmente ai genitori, porge loro le domande di rito: “Che nome date al vostro bambino?”. “Cesare”, rispondono i genitori. Continua “Per Cesare, che cosa chiedete alla Chiesa di Dio?”. “Il Battesimo”, rispondono i genitori. Ed ora li pone davanti alle loro responsabilità educative: “Cari genitori, chiedendo il Battesimo per Cesare, vostro figlio, voi vi impegnate a educarlo nella fede, perché, nell’osservanza dei comandamenti, impari ad amare Dio e il prossimo, come Cristo ci ha insegnato. Siete consapevoli di questa responsabilità?”. “Sì”, rispondono con voce sicura mamma Gloria e papà Claudio. Ma le responsabilità vengono condivise anche con il padrino Nucci Alberto e la madrina Aringhieri Sandra, amici di famiglia. Anch’essi vengono interrogati dal parroco: “E voi, padrino e madrina, siete disposti ad aiutare i genitori in questo compito così importante?”.

Anch’essi, con gioia, rispondono il loro “Sì”. Cesare è accolto e don Elio pronuncia queste belle parole: “Cesare, con grande gioia la nostra comunità cristiana ti accoglie. In suo nome io ti segno con il segno della croce. E dopo di me anche voi, genitori, padrino e madrina, farete sulvostro bambino il segno di Cristo Salvatore”. Dopo di ciò il piccolo drappello entra nel tempio dove, di lì a poco, viene infusa per tre volte l’acqua benedetta sul capo del piccino e sente su di lui le parole di Gesù: “Cesare, io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.Ora è figlio di Dio, coerede con Cristo, oraanche lui è proteso vero il Cielo, quel Cielo che Gesù è venuto a spalancarci con la sua incarnazione, passione, morte e risurrezione. Adesso anche il  corpicino di Cesare è tempio dello Spirito Santo e Dio abita in lui. Tutto ciò che d’ora in poi Cesare fa, tutto rientra nell’Opera di Dio, operato che si snoda e rivela di giorno in giorno nella sua breve avventura terrena. Santa Caterina da Siena, in visione ha potuto vedere con i suoi occhi lo splendore di un’anima inabitata da Dio.Essa emana un tale bagliore da non essere sostenibile all’occhio umano.

È difficile immaginare con la sola mente umana, da quale esercito celeste vengono circondati i nostri piccoli una volta ricevuto il Battesimo. Gesù, parlando dei bambini, dice proprio così: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”. (Mt 18,10)

Amiamo pertanto pensare che, anche per Cesare, il giorno del suo Battesimosia stato l’inizio di questo dialogo terra-Cielo. Mamma Gloria ci racconta: “Terminata la celebrazione in chiesa, ci siamo avviati verso casa dove è continuata la festa intorno al nostro bambino. Una cosa molto semplice fatta proprio “in casa”, come si suol dire, visto che ho preparato tutto da sola. La felicità di questa nuova nascita, ha praticamente centuplicato le forze in me, quasi una seconda giovinezza, per cui ho pensato io a tutto! La sera, terminata la festa, insieme a Claudio, mio marito e a Federico, abbiamo tirato la comune conclusione: Bellissimo! È andato tutto bene!”. Il giorno dopo  la vita ritorna normale dividendosi tra casa, lavoro, scuola. Intanto Cesare cresce.

PRIMI RUDIMENTINELLA FEDE
Figlio mio, non dimenticare il mio insegnamento e il mio cuore custodisca i miei precetti, perché lunghi giorni e anni di vita e pace ti porteranno”.  (Prv 3,1-2)

“Alla mia educazione religiosa una forte impronta l’ha data mia nonnaNella,che ho sempre considerato un’autentica cristiana, tutta d’un pezzo! Nonna Nella ci ha salutato per il Cielo il 4 gennaio 1989. Le preghiere le ho imparate da lei, i primi racconti sulla vita e sui miracoli di Gesù li ho sentiti da lei, andare alla S. Messa della domenica era una festa, perché potevo andare con lei. Insomma, l’impronta datami fa ormai parte del mio bagaglio ed è qualcosa di indelebile. Che ho fatto con Cesare?

Ciò che mia nonna ha fatto con me. Per poter seguire il meglio possibile questo nostro Tesoro, con Claudio abbiamo concordato che io avrei lasciato il lavoro per dedicarmi così pienamente alla famiglia e, in particolare, al nuovo arrivato. Ecco perché questo forte legame con Cesare. Se già normalmente qualsiasi mamma è legata ai propri figli, immaginiamoci quando si ha la possibilità di stare con loro 24 ore su 24: il legame  diventa ancora più profondo. Quanti dolci ricordi! Specialmente la sera, lo rivedo mentre lo metto a letto, lo accompagno con una preghiera e gli faccio sulla fronte il segno della santa Croce. Il giorno del Battesimo, non mi sonoforse assunta l’impegno di “educare Cesare nella fede?”.Eccomi, allora, fedele alla mia promessa. Appena è stato possibile, il primo passo è stato quello di insegnargli la preghiera del Padre nostro e dell’Ave Maria. Poi, gli davo un bacio sulla fronte e anch’io andavo a coricarmi, felice e appagata.Non c’è stanchezza fisica che non sia ripagata da questa semplice “liturgia domestica”. Normalmente, questo, è un rito che tocca  ame.Tuttavia anche Claudio quando può è presente.

Quando Cesare cresce e noi genitori ci siamo tirati un po’ indietro, sicuramente prima di addormentarsi non sono mai mancatii suoi Padre Nostro e Ave Maria”. Questa Presenza materna entra un po’ alla volta nella sua vita, si radica bene e lo accompagna di passo in passo. A testimonianza di ciò, ancora mammaGloria, ci racconta quest’ importante aneddoto. “Cesare è cresciuto, ha tredici anni, quando suo papà Claudio si ammala e deve subire un delicato intervento al cuore. La valvola miocardica, a causa di una malformazione, necessita di essere cambiata e l’operazione dura ben quattro ore. L’intervento riesce bene.Sento il bisogno di andare in pellegrinaggio a Medjugorjeper ringraziare la Madonnadel buon esito e della graduale ripresa di mio marito.Tornando da quel viaggio benedetto, ho con me parecchie corone del Rosario là acquistate.

Cesare ne sceglie unadi colore bianco. Mi guarda con aria interrogativa e mi chiede: Mamma, per favore,mi insegni ad usare questa Corona? Fu così che impugnò la sua nuova Corona che divenne parte delle sue cose più care. Il seme gettato nel suo cuoricino di bimbo, sta germogliando, e per di più nell’età più delicata che è l’adolescenza. Dopo la sua dipartita per il Cielo, questa corona non l’abbandono mai. Anche attraverso questo mezzo io e Cesare ci teniamo per mano e la Madonna cammina insieme a noi, fino al giorno del nostro comune incontro, quando ci rivedremo nuovamente faccia a faccia nel Regno dei Cieli.”

ASILO E SCUOLE ELEMENTARI ALLE MELORIE
“Tu sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima e io ti amo. Non temere, perché io sono con te”.  (Is 43,4-5)

Ma ritorniamo all’infanzia. Il piccolo cresce a vista d’occhio e quando papà e mamma sono per strada con il loro frugoletto, che si evidenzia per i suoi due bei occhioni dalleciglia lunghissime contornati da meravigliosi capelli mori e ricci, spesso vengono fermati da amici e conoscenti che si congratulano per questo bel bambino. Che belli questi momenti! Intanto arriva per Cesare il tempo di andare all’asilo infantile. Nella frazione delle Melorie a Ponsacco (PI) frequenta l’asilo e anche la scuola elementare. In quel periodo Cesare spicca per un altro dono bellissimo: il suo accattivante sorriso.

Ogni incontro, ogni occasione diventa per lui una possibilità per regalare a tutti un sorriso luminoso. Per questa sua solarità è cercato dai suoi compagni, vogliono stare in sua compagnia, spesso diventa l’anima del gioco. Lui c’è per tutti, soprattutto per chi ha bisogno di aiuto. I compagnetti apprezzano e ricambiano. A conferma di quanto finora detto, è interessante il seguente aneddoto. Quando raggiunta l’età, i suoi compagni devono lasciare l’asilo per passare alla scuola elementare, lui che è più giovane di loro, “matura” un’importante decisione: Io, i miei compagni non li lascio! Anche se ha un anno di meno a settembreinizia anche lui a frequentare la scuola elementare. È evidente che, soprattutto nei primi tempi, ha qualche difficoltà. Ma lui non si scoraggia: se già nel grembo materno tanto ha fatto per uscire, da dover far correre la mamma in sala parto, da sola, volete che non ce la faccia ora?

E così è: dopo qualche mese ha già ingranato la quinta marcia. Pur armato di tanta buona volontà e pazienza nel ricominciare sempre, pur avendo l’ausilio continuo di sua madre che lo accompagna anche nello studio domestico, ahimè la lingua Italiana non sarà mai il suo forte. Invece nell’area matematica nessuno lo supera. La maestra non fa in tempo a spiegare un nuovo concetto o a proporre una nuova operazione, che lui già ha capito e svolge senza difficoltà alcuna l’esercizio. Purtroppo, suo malgrado, la maestra si vede spesso in dovere di intervenire invitando Cesare ad avere pazienza. Ella è infatti ben contenta della sua perspicacia, tuttavia ha anche tutti gli altri da guardare; pertanto mentre lo frena, lo educa a sviluppare bene i suoi talenti e, nello stesso tempo, a comprendere che non tutti siamo uguali. C’è chi in qualcosa arriva prima e non vede altre sfaccettature. C’è chi non arriva in determinate cose, mentre è più avanti in altre. Fatto sta che nella disciplina matematica, Cesare è un piccolo genio!

VIENI SIGNORE GESÚ
“Gustate e vedete quanto è buono il Signore; nulla manca a coloro che lo temono”. (Sal 33,9)

Intanto si avvicina il giorno della Prima Comunione che riceve la domenica 1 giugno 2008, sempre nella chiesa a Le Melorie. È un giorno speciale che si celebra con il coinvolgimento di fanciulli e famiglie, insieme. La chiesa di S. Bartolomeo è più bella che mai; sembra un giardino in fiore. I comunicandi sono in fermento già dal primo mattino: finalmente è arrivato il grande Giorno del loro primo incontro con Gesù Eucaristia. Noi, però, fissiamo il nostro sguardo sul piccolo Cesare. Sono papà e mamma, emozionati, a parlarci di quel giorno così indimenticabile: “Possiamo dire che, insieme a Cesare, anche noi abbiamo rivissuto la nostra Prima Comunione. Dire solamente che eravamo emozionatissimi non è rendere bene la realtà. Forse l’emozione era al pari della sua, proprio perché più consapevoli della grandezza di quel passo. In casa nostra si teneva custodita “religiosamente” la tunica bianca usata da suo fratello Federico, parecchi anni prima. Abbiamo deciso che quel giorno l’avrebbe usata anche Cesare.

Chiaramente la proposta è stata accolta con gran gioia da entrambi. Era, in fin dei conti, un reciproco onore. Cesare comunque, aveva precedentemente indossato un’altra “tunica bianca”, quella che si ottiene con la Grazia di Dio. L’aveva indossata l’anno prima accostandosi al sacerdote per la sua Prima Riconciliazione. Il fanciullo si era confessato dal nostro parroco. Celebrandoallora il “Sacramento della Gioia”, proprio come in questo giorno, il volto di Cesare era raggiante, reso ancor più bello dal suo caratteristico sorriso. E i canti? Eseguiti a squarciagola con felicità contagiosa. Insomma, era veramente felice!

Cesare si era preparato bene, con cura, a ricevere Gesù e, finalmente, eccolo nel suo cuore. Educato così, gli chiederà di proteggere le persone che ama, di aiutare le persone meno fortunate di lui e altre cose “segrete” che si confidano solo al Signore. Da non dimenticare che anche la Prima Comunione l’ha fatta un anno prima dell’età consueta, proprio per vivere questo bel momento insieme ai suoi compagni di scuola.Non ci si addebiti a presunzione se osiamo dire che, specialmente quel giorno, lo abbiamo trascorso insieme ad un “angioletto”. Da tutta la nostra famiglia è sempre stato ricordato come un bel giorno, ricco di emozioni e di tanta freschezza”. Il tempo continua a scorrere velocemente ed ecco che il nostro Cesare:

APPRODA ALLA SCUOLA MEDIA “LAPO NICCOLINI”
“Non guardare al suo aspetto né all’imponenza della sua statura. Io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore”. (1Sam 16,7)

Cesare, ormai preadolescente, parte ogni mattina dalla sua frazione“ LeMelorie” per recarsi al Capoluogo, Ponsacco. Mamma Gloria, con una punta di orgoglio, ci dice che: “ha frequentato la stessa scuola nella quale anch’io sono andata, qualche anno prima. Precisamente ha aperto i suoi battenti quando io facevo allora la terza media”.

Ebbene, dicevamo, Cesare ogni mattino parte con la sua cartella e, puntuale, si presenta a scuola. Come scritto antecedentemente è un ragazzo come tanti, pieno di fantasia e distupore  perla vita che si apre, non senza i crucci tipici dell’età. Nell’area matematica è non poco facilitato innanzitutto per la sua propensione verso la materia, così anche perché ha una buona intelligenza e una solida base fornitagli già fin dalla scuola elementare. Non è altrettanto per l’ Italiano. Una cosache fa onore a Cesare al di là delle materie in sé è, invece, il suo rapporto molto stretto con un suo compagno di classe diversamente abile: il suo Amico Cristiano.

Questo suo Amico, segnato dalla sindrome di Down, diventa la persona verso la quale riserva il meglio di sé sia come attenzione, sia come coinvolgimento in tutto ciò che fa la classe. Quotidianamente si cercano a vicenda, si confidano i loro piccoli segreti e si spronano a vicenda per vivere la scuola il meglio possibile. Di Cristiano si sa che è uscito dalle scuole medie con un buon giudizio sulla pagella. Poi le loro strade si sono divise. Il passare del tempo, soprattutto dopo il tragico epilogo della vita di Cesare, ha “chiuso” una pagina tanto bella dell’adolescenza di questi due ragazzi. La cosa dispiace un po’! Forse perché, soprattutto in certi casi, la parola “morte” fa paura, pertanto si cerca quasi di esorcizzarla. Mentre sappiamo quanto è importante essere ben preparati ad accogliere tutto ciò che la vita riserva, nostro malgrado.

Comunque anche da questo calato “silenzio”, mamma Gloria, sa trarre un grande insegnamento: “Cesare mi ha insegnato ad essere Madre! Anche se avevo già avuto l’altro figlio, Federico, all’età di 24 anni non avevo la consapevolezza piena di che cosa significasse essere madre fino in fondo. Ora, dopo la partenza di Cesare per la Casa del Padre, sento che mi aiuta ad essere una donna migliore. Spero anche presso Dio!”.

Valutazione conseguita da Cesare relativamente all’attività d’insegnamento della religione cattolica presso la scuola Niccolini, anno scolastico 2010/2011: Distinto

 

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