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Altra tappa importante dopo il Battesimo
“A stento ci raffiguriamo le cose terrestri, scopriamo con fatica quelle a portata di mano; ma chi può rintracciare le cose del Cielo?”. (Sap 9,16)
Il fanciullo cresceva applicandosi con buon profitto alle varie proposte scolastiche, così come era buona anche la socializzazione con i compagni. Fin da piccolo manifestò una forte passione per il calcio che lo porterà, più tardi, ad avere anche dei buoni riconoscimenti. Intanto, come detto in precedenza, la Grazia di Dio continuava a lavorare segretamente nel cuore di Alessandro.Con l’aiuto della famiglia e quello della scuola, viene preparato nel migliore dei modi a ricevere Gesù nel sacramento dell’Eucaristia. Era il mese di maggio del 1993. La chiesa della parrocchia di S. Alfonso era vestita a festa e tante erano le luci che illuminavano sia l’altare sia il volto di un gruppetto di fanciulli che, per la prima volta, ricevevano Gesù nel Sacramento della Comunione eucaristica. Tra loro c’era anche Alessandro che, insieme alle tante cose belle che già aveva ricevuto nel suo breve tratto di cammino, ora riceveva nel suo cuore anche la Perla tra le perle, quel Gesù che lo stava seguendo passo passo nel cammino della vita. Mai quel ragazzino avrebbe potuto pensare ciò che la vita gli avrebbe riservato da lì a qualche anno. Un altro momento gioioso radunò parenti e amici a festeggiare questo Primo incontro tra Gesù e il suo amico Alessandro. Poi la vita tornò normale tra scuola, casa e allenamenti di calcio.
La proposta di aderire al Movimento GAM
“La Sapienza è radiosa e indefettibile … previene, per farsi conoscere, quanti la desiderano. Chi si leva per essa di buon mattino non faticherà, la troverà seduta alla porta”. (Sap 6,12-14)
Qualche anno prima che Alessandro venisse al mondo, papà Matteo e mamma Rosa, frequentando il santuario di Maria Ausiliatrice, ebbero il dono di poter conoscere don Carlo De Ambrogio, l’iniziatore del Movimento GAM e, ben presto, rimasero conquistati da questa spiritualità; l’ardore evangelizzante di don Carlo stava entrando con una nuova luce nella vita di questi coniugi. Avendo loro ricevuto molto, sarebbero stati felici che anche il loro figlio potesse partecipare alle attività e alla spiritualità del GAM. La cosa durò dai 7 anni fino agli 11 circa. A turno papà o mamma lo portavano agli incontri incoraggiandolo a parteciparvi con gioia e impegno. In qualità di piccolo Bucaneve (così il GAM identifica la fascia più giovane degli aderenti al Movimento), partecipò alle proposte dei Cenacoli, dei volantinaggi, delle piccole missioni, alle giornate di Formula 1 (forti momenti di formazione). Tuttavia Alessandro non si sentì mai chiamato ad abbracciare la spiritualità del GAM. Più passava il tempo e più manifestava ai genitori il disagio che provava quando si avvicinava il momento di partecipare agli incontri del Movimento; in questa spiritualità non si sentiva libero. Racconta mamma Rosa: “Mi telefonava perchéandassi a riprenderlo e lo portassi a casa dato che si sentiva a disagio. Cercai di convincerlo con più motivazioni, ma non ci fu verso. Alla fine con mio marito decidemmo di non portarlo più, perché non si avesse poi l’effetto contrario a quello che noi ci proponevamo. Alessandro fu contento di quella decisione. Comunque mai siamo venuti a conoscenza del perché di tanta ostinazione”. La vita tornò tranquilla tra casa, scuola e calcio.
Il primo NO forte di mamma Rosa
Ci saranno due forti NOdi mamma Rosa che segneranno il cammino di questo ragazzo nella lotta tra le tenebre e la Luce. Lì per lì non comprenderà, però saranno questi NO a ricordargli e indicargli che “Non ci si può prendere gioco di Dio” (Cfr. Gal 6,7) e che le scelte di mamma e papà sono più che motivate. Come sarebbe importante e urgente che, anche oggi, in una società tanto permissiva fossero tanti i genitori così motivati e determinati nell’educazione umana e cristiana dei proprio figli! Andiamo a conoscere questo primo NO.
Il tempo trascorre veloce, le scuole elementari finiscono e iniziano le medie. Come già anticipato, Alessandro ha nel cuore il gioco del pallone al quale dedica molto del suo tempo. Intanto, si avvicina anche il giorno in cui avrebbe dovuto ricevere il Sacramento della Cresima. In quel tempo le suore minime del suffragio, per la preparazione al Sacramento, inviavano gli adolescenti all’Istituto Salesiano Agostino Richelmy, che si trovava nei pressi del Faà di Bruno. Anche Alessandro partecipava a quella preparazione. Tuttavia, come succedeva allora e, purtroppo, ancora oggi, Alessandro come tanti altri ragazzi vi partecipava più con il corpo che non con lo spirito. Così facendo, ciò che per tutti dovrebbe essere “il Sacramento dell’invio”, nella realtà, diventa “il Sacramento dell’addio”. Come detto sopra, i genitori di Alessandro seguivano attentamente la formazione del proprio figliolo e, come s’interessavano dell’andamento scolastico, così s’interessavano anche della preparazione spirituale del figlio. Mancando poco al giorno in cui Alessandro avrebbe ricevuto la Cresima, mamma Rosa va ad incontrare il sacerdote salesiano che ne aveva curato la preparazione . Don Penna l’accoglie con molta cortesia ma, senza giri di parole, le esprime tutta la sua perplessità circa l’effettiva preparazione del ragazzo.
“A motivo dei tanti allenamenti di pallone, Alessandro ha fatto parecchie assenze e, nei pochi incontri fatti, più che la Cresima aveva in testa il pallone. Personalmente non lo vedo preparato a ricevere questo Sacramento della maturità cristiana”. A mamma Rosa quelle poche parole bastarono. Da donna di fede qual è crede alle parole del sacerdote e non ci pensa due volte. Tornata a casa parla con il figlio, lo fa riflettere e lo pone di fronte alla decisione che, quell’anno, lui, la Cresima, non l’avrebbe ricevuta. “Considerato che tu non sei preparato, che più del catechismo e della Cresima ti interessa e preferisci il calcio, la Cresima la riceverai quando sarai più consapevole e preparato; altrimenti sarebbe solamente un proforma che io e tuo padre non condividiamo”. Anche se tutto era già preparato, dagli invitati, ai regali, fino al ristorante compreso, noncurante di qualsiasi giudizio esterno, mamma Rosa, in quattro e quattr'otto disdice tutto, in attesa di una maggior presa di coscienza del figlio. Il marito Matteo condivide la scelta della moglie. Naturalmente Alessandro ci rimase molto male ma, ormai, la scelta era quella. Fu il primo vero NO che lo aiutò a maturare!
Liceo scientifico al Faà di Bruno
La vita di Alessandro prosegue e, sempre di comune accordo con i genitori, terminato il corso medio, prosegue con il corso superiore, frequentando il Liceo scientifico, sempre sotto la direzione delle suore del Faà di Bruno. Il ragazzo studia e s’impegna, riportando dei buoni voti. È contento quando torna a casa e mostra ai genitori i giudizi positivi dei suoi professori. Lo testimoniano le pagelle. Se lo studio lo impegna, non di meno dedica molto spazio al pallone. Già in precedenza abbiamo sottolineato quanto questo sport per lui fosse importante. Dai 6 ai 10 anni ha giocato con la Juve, dai 10 ai 14 con il Toro; poi si sottopose a una visita specialistica per vedere se c’era la disposizione fisica alle fatiche professionistiche.
Non essendoci i requisiti necessari, fu invitato a vivere la passione per il calcio in maniera dilettantistica. Tuttavia, la sua società, conoscendone e stimandone le doti e l’impegno, oltre ai normali allenamenti, gli propose delle partite fuori casa. Compiuti i 18 anni, ogni trasferta veniva retribuita e, ogni mese riceveva un compenso di 1250 euro, più la macchina e il pieno di benzina. Più volte si recò a giocare in Valle d’Aosta. Intanto, verso la fine del liceo, la famiglia Grieco decide di ritornare a Torino per dimorarvi stabilmente. Viene acquistato un alloggio molto grande che Alessandro con il fratello Nico volle tinteggiare, stanza per stanza, in autonomia, senza nessun aiuto esterno. Parlando, ridendo, cantando, lavorando sodo, i due ragazzi in pochi giorni resero quell’appartamento nuovo di zecca. I due fratelli erano visibilmente soddisfatti!
Durante gli anni della scuola superiore, per Alessandro inizia un nuovo capitolo della sua vita che lo accompagnerà fino alla fine terrena. A 16 anni conosce Alessandra, per la quale prova una forte attrazione; giorno dopo giorno, dunque, viene a crearsi un buon rapporto di stabile Amicizia. Conseguiranno la Laurea nello stesso anno, lo stesso giorno, e festeggeranno insieme questo momento importante.
In questa fase della sua vita arriva il secondo NO di mamma Rosa.
Il secondo NO forte di mamma Rosa
La mamma di Alessandra, considerate le buone capacità della figlia e i risultati che otteneva a scuola, e visto che la stessa cosa era anche per Alessandro, amico speciale della ragazza, avendo vedute diverse da quelle di mamma Rosa, pensò di fare un gradito regalo ad entrambi offrendo una vacanza autogestita di una settimana in un campeggio. Alessandro trovò la proposta alquanto allettante e corse subito a casa per parlarne, in toni entusiastici, con i suoi genitori. Mamma Rosa ascoltò attentamente la proposta e, dopo avere fatto le sue valutazioni, in maniera molto decisa rispose al figlio: “Siete ancora due “mocciosi” e il fuoco messo accanto alla benzina non potrà che incendiarla. Pertanto NO, non ti lascio andare!”. Anche in questa seconda decisione importante, Matteo fu d’accordo con la moglie.
Naturalmente Alessandro non prese bene questa ferma posizione della madre, considerata troppo esigente e “antiquata”, e la stessa cosa fu per la madre di Alessandra. Ma mamma Rosa, come fece in precedenza con la Cresima, rimase irremovibile. Anche se la cosa gli costò molto, Alessandro dovette ubbidire. In un momento di umana rabbia rivolto a sua mamma esclamò: “Questa me la pagherai!”. Tuttavia quest’episodio non tardò a rientrare nella normalità e, tra madre e figlio, di giorno in giorno cresceva un rapporto sempre più intenso. Quanta saggezza dietro quel NO di mamma Rosa! Quante volte la vita ciinsegna che tanti NO di oggi diventeranno i SÌ di domani.
E quando è necessario passare attraverso l’impopolarità del momento, si passa anche attraverso quel crogiuolo. Ciò che conta è guardare fin dall’inizio ai risultati finali poiché, come dice un antico adagio, “Chi bene inizia è già a metà dell’opera”. E l’opera iniziata da Alessandro è già a buon punto perché, terminato il Liceo al Faà di Bruno, prenderà la via dell’Università. |