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SUOR EMERITA ZAMBETTI, FIAMMA CHE CONTINUA AD ARDERE
“Ecco, io vengo”! (Sal 39,8)
Un gruppo di ragazzi “dell’ultima ora” entra nella nostra sede GAM e scorge il volto di una suora illuminato da un bellissimo sorriso e con lo sguardo luminoso.
Uno di loro chiede: “Ma chi è quella suora”?
Era suor Emerita Zambetti, al secolo Stellina. Una brillante ragazza bergamasca, nata a Ranzanico (BG) il 25 giugno 1928. Intraprendente e briosa, all’età di vent’anni, conseguito il diploma di maestra, ha abbracciato l’ideale della congregazione delle Suore Orsoline di Maria Immacolata di Gandino, consacrandosi tutta a Dio. Molto presto, i superiori, conosciute le sue potenzialità, le affidarono incarichi molto importanti, ai quali, sempre e con prontezza, ha risposto: “Ecco, io vengo. Sul rotolo del libro, di me è scritto che io faccia il tuo volere. Mio Dio, questo io desidero, la tua legge è nel profondo del mio cuore” (Sal 39,8-9).
Il ragazzo, stupito, la fissa bene e commenta: “Ma com’era piccola di statura!”
Colui che l’aveva chiamata non ha guardato alla sua statura perché, se la persona umana “si ferma all’apparenza, Dio, invece, guarda il cuore” (cfr 1 Sam 16,7). In effetti non era molto alta e non “rispettava” certo i parametri del mondo, che lei comunque non aveva mai cercato. I superiori capirono di quale pasta era fatta quella “piccola suorina”, tanto che ben presto fu nominata superiora ad Albino (BG), e qualche anno dopo, a Sotto il Monte, paese natale di Angelo Roncalli, dove rimase per oltre dieci anni come Direttrice della Scuola Materna e animatrice dell’oratorio. In quel tempo il Card. Angelo Roncalli saliva il soglio pontificio con il nome di Papa Giovanni XXIII, oggi santo.
Suor Emerita si distinse per saggezza ed equilibrio. A tutti coloro che l’hanno avvicinata ha sempre saputo infondere speranza e fiducia. Trascorsi velocemente quei dieci anni, ecco che l’obbedienza la chiama come superiora a Cesenatico (RN), la grande colonia estiva della Congregazione che ospitava fino a duecentocinquanta bambini. Per tutti c’era un sorriso, una carezza, una “parolina all’orecchio”, perché crescessero in “sapienza, età e grazia” come Gesù (cfr Lc 2,52).
Così tante cose in così poco tempo?
Sì, è stato possibile perché il Signore la stava preparando per un’altra grande e importante missione: diventare superiora a Bergamo nella Casa Generalizia. Questo delicato e non facile compito è durato nove anni durante i quali ha saputo essere sorella e madre di ben quaranta suore. Sempre fedele al motto di San Giovanni della Croce, che amava spesso ripetere: “All’Amore che ti chiama non chiedere mai dove ti porta, seguilo”! Per ogni consorella era punto di riferimento e un esempio di delicatezza e di tenerezza, sempre donate con fortezza e maturità cristiana. La sua profonda spiritualità ha guidato costantemente la sua fede incentrata su Gesù Eucarestia, la devozione alla Mamma Celeste e la fedeltà quotidiana alla preghiera del Rosario.
Ma perché tenere nella sede del GAM di Alba il ritratto di una suora di Bergamo?
Perché, per il GAM di Alba, Suor Emerita è stata e continua ad essere una presenza molto importante. Facciamo un salto indietro nel passato. Nel 1984, esattamente il 28 settembre, il Vescovo di Alba di allora, Mons. Fausto Vallainc, inviò don Eligio, consacrato diacono in maggio, a esercitare il suo servizio nella parrocchia di Canale (CN), dove molto presto si circondò di tanti ragazzi e giovani con i quali ha iniziato un serio e impegnativo cammino di fede. Allora gestivano l’asilo infantile le suore Carmelitane. Dopo qualche tempo, le suore vennero richiamate in Casa Madre e la scuola materna rimase per un po’ vacante. Nel frattempo anche il vescovo era deceduto e alla guida della diocesi era stato nominato Mons. Giulio Nicolini. Egli, molto amico delle suore Orsoline dell’Immacolata di Gandino, scrisse ed ottenne dalla Madre Generale che tre di loro prendessero il posto delle carmelitane e venissero a lavorare nella vigna del Signore che è in Canale.
La storia si fa interessante.
Il 28 agosto 1991, con altre due consorelle, suor Regina e suor Irenea, arrivò a Canale per la prima volta anche suor Emerita. Con loro creò una vera fraternità religiosa animata da tanta spiritualità e da profondo spirito di servizio. L’inserimento nella comunità fu facilitato dal suo carattere aperto e gioviale. Accoglieva i bambini, sostava a parlare con i genitori, e intanto guardava con attenzione al mondo degli adolescenti. Per tutti aveva parole giuste ed illuminate e ogni cosa la svolgeva con passione e con tanta fede. Aiutava i giovani che incontrava, a pregare, a custodire la virtù della purezza, ad accostarsi spesso al sacramento della Gioia. Tra lei e don Eligio nacque ben presto un’intensa amicizia fondata sul medesimo ideale: lavorare con indomita passione all’avvento del Regno di Dio e a costruire la Primavera della Chiesa e la Civiltà dell’Amore.
Ma suor Emerita apparteneva al GAM?
Nel suo cuore ardeva la fiamma del carisma delle Orsoline che trova punti in comune con il GAM: la Parola di Dio, l’Eucaristia, la Confessione e l’affidamento a Maria Immacolata. Aveva anche conosciuto don Carlo, iniziatore del Movimento, ma non poteva aderire effettivamente ad esso perché molto impegnata negli incarichi a lei affidati. Comunque bisogna sottolineare che a Canale il cammino GAM vero e proprio ha avuto inizio solo nel 1993 e suor Emerita ha avuto un ruolo fondamentale affinché avesse a sbocciare questa nuova realtà.
In quale senso ha avuto un ruolo importante?
Tutte le cose nuove, soprattutto all’inizio, spaventano un po’ e vengono guardate quasi con diffidenza. Per suor Emerita, invece, è stato il contrario! Con le sue due consorelle, suor Regina e suor Irenea, partecipava frequentemente agli incontri che si moltiplicavano a vista d’occhio. Quante volte la cappella dell’asilo si è riempita di giovani! Intanto appariva all’orizzonte Marilena, una catechista di Valpone (fraz. di Canale), che di lì a poco sarebbe diventata la responsabile del nascituro Movimento. Come anticipato sopra, suor Emerita, da donna “virtuosa quale era e piena di Spirito Santo” (cfr At 11,24), intravide fin dall’inizio che il GAM sarebbe stato un Movimento provvidenziale, sia per la parrocchia di Canale, sia per la Chiesa albese. Insieme a don Eligio, Marilena e al piccolo manipolo di giovani che la Celeste Condottiera si era scelti, sostenuta dalla preghiera e complicità di suor Regina e suor Irenea, ha molto pregato, lottato, sofferto, consigliato e sostenuto fedelmente, fino in fondo, questa nobile causa, pagando di persona quand’è stato necessario. Gli ostacoli e le maldicenze non hanno piegato la sua tempra abituata alla lotta e nemmeno ostacolato il suo pensiero. Anzi! La sua volontà si è rinsaldata ancora di più, di giorno in giorno, e ha così partecipato anche lei alla nascita del Movimento laicale GAM. Nella diocesi di Alba era già presente, come pia unione, la branchia di vita consacrata: le Figlie della Madre di Gesù. Il GAM come ramo laicale giovanile, ad Alba nacque pertanto il 22 giugno 1993. In quel tempo ebbe una fioritura e uno sviluppo fuori di qualsiasi immaginazione. E in tutto ciò, suor Emerita, è stata una pietra miliare.
Perché “è stata”?
Perché il mese di maggio 1996 ha visto la parabola terrena di suor Emerita entrare nella sua parte più dolorosa e più gloriosa. “Il chicco di frumento era maturo per cadere a terra, morire e portare molto frutto” (Gv 12,24). Accusando un malessere diffuso, lasciò Canale per trasferirsi a Bergamo dove fare i necessari accertamenti. Il responso fu molto duro: il male aveva già avanzate metastasi e ogni cura sarebbe stata solamente un palliativo. Suor Emerita, in quel mese di maggio, che è il mese dei fiori, ha visto giorni difficili, di tanta sofferenza, sempre accettata con fortezza cristiana e sovrumana serenità interiore. Chiunque ha avuto il dono di avvicinarsi al suo letto in quei giorni, ha visto nel suo volto, nel suo sguardo, nel suo sorriso e nelle sue parole, la convinzione che davanti a Dio, pur nella sofferenza, “si sta tranquilli e sereni come un bimbo svezzato quando è tra le braccia della mamma” (cfr Sal 130,2). Suor Emerita, eroicamente, ha creduto fino all’ultimo respiro, esalato il 13 giugno 1996 alle ore 12.00, che: “le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi” (Rm 8,18). Lei si sapeva e si sentiva: “figlia di Dio, perciò sua erede, coerede di Cristo e, avendo partecipato veramente alle sue sofferenze, sapeva che avrebbe partecipato anche alla sua gloria” (cfr Rm 8,17). Il suo ritorno a Casa, non fu la fine di tutto, ma l’inizio di una nuova Primavera. Il seme caduto a terra è sì umanamente “morto”, ma per risvegliarsi a vita nuova. Ancora oggi, la nostra cara suor Emerita continua ad indicarci la strada da seguire: “All’Amore che ti chiama non chiedere mai dove ti porta, seguilo”!
TESTIMONIANZE: UNA PREZIOSA EREDITÀ
“Ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cosa antiche” (Mt 13,52).
IL SALUTO DEI GIOVANI GAM
Cara suor Emerita, dopo averti salutata sabato 15 al cimitero di Gandino (BG), dove ora tu riposi e nella certezza di ritrovarci un giorno nella gioia senza fine del Paradiso, vogliamo ancora dirti il nostro grazie più sincero. Grazie per tutto quello che sei stata e che ci hai dato. Grazie per essere stata “dono”, non solo per noi giovani che in te abbiamo trovato un’Amica vera, ma anche per tutti coloro che ti hanno incontrata. Grazie perché con la tua vita ci hai indicato il sentiero che ci porta a Gesù. La tua fede, il tuo sorriso aperto, luminoso e sincero, il tuo amore per Gesù Eucaristia, la fedeltà incondizionata al suo misterioso disegno d’Amore nella tua vita, oggi sono per noi forza e coraggio per ripetere con Gesù: “Sì, o Padre perché così è piaciuto a te” (Mt 11,26), anche nei momenti più difficili. La tua fiducia serena nella Vergine Immacolata, abituale in te, emergeva nelle difficoltà e nelle prove più dure e ce la trasmettevi educandoci così a non cedere mai allo scoraggiamento, bensì a lottare con più forza per l’edificazione del Regno di Dio. Quante volte ci hai parlato della nuova civiltà dell’Amore, della nuova Primavera della Chiesa da ottenere più con le “ginocchia” che con le parole! Ora sei accanto al tuo Sposo, come sovente tu chiamavi Gesù, al quale hai dato tutto. Ricordati di noi dal Paradiso e aiutaci a essere sempre fedeli alla nostra chiamata. Tutto questo affinché nell’ora più importante della nostra vita, anche noi possiamo dire, come te: “Padre, abbiamo compiuto l’opera che tu ci avevi dato da fare” (Gv 17,4). Grazie, suor Emerita, arrivederci in Paradiso!
IL SALUTO DEI GIOVANI DELLA PARROCCHIA S. VITTORE
“La sua fede lasciava la scia …” Per noi, ricordare suor Emerita significa rivedere il suo sorriso, riascoltare una frase che spesso ci ripeteva: “Dai, state tranquilli che tutto si sistemerà, ci penserà Lui”, sempre accompagnata da uno sguardo luminoso e naturalmente da un sorriso. Ricordiamo volentieri le serate in allegria trascorse all’asilo: amava parlare con noi giovani, scherzare e ridere di gusto. Ma non è tutto qui, perché il nostro ricordo principale è il suo rapporto con Dio. Ci ha colpiti il suo modo di pregare: in ginocchio davanti al Santissimo scandiva le parole come se le volesse scolpire e rendere eterne. Si può dire che la sua fede ha lasciato la scia … Grazie suor Emerita!
IL RICORDO DI UNA MAMMA
Suor Emerita carissima, quante parole nascono dal cuore nel momento doloroso in cui ci hai lasciati! Sei venuta tra noi con molta semplicità, umiltà e disponibilità di Amore. Con discrezione e umanità hai cercato di farti carico delle nostre pene e preoccupazioni. La tua serenità e il tuo sorriso buono ci aprivano spontaneamente al dialogo e ci donavano tanta fiducia. Quando ti esponevo le mie difficoltà di sposa e di madre, mi dicevi: “Ti capisco, sai, sono mamma anch’io”! La consideravo una frase un po’ retorica, ma conoscendoti meglio compresi che scaturiva sincera dal tuo cuore. Sei stata sinceramente più madre che superiora per le consorelle affidate alla tua guida; una mamma per tutte le anime che Dio ha posto sul tuo cammino di donna consacrata. Tanti giovani, spontaneamente, ti confidavano i loro problemi. Ero stupita di come ciò potesse avvenire; compresi poi che la tua gioia di donna consacrata, la tua saggezza, forte e amabile, attirava la loro fiducia. Pensando a te, ti paragono alle donne forti elogiate nella Bibbia, alla Vergine Prudente che non si è lasciata trovare sprovvista dell’olio della fede. Dio ti abbia nella sua pace, cara suor Emerita, sicura che il bene da te seminato porterà i suoi frutti. Continua a vegliare sui giovani, i sacerdoti, i fanciulli, le mamme che tanto hai amato. Quanto a me ti porterò sempre nel cuore come una piccola luce che Dio ha posto sul mio cammino perché intravvedessi meglio il suo volto.
LA RESPONSABILE DEL GAM, MARILENA RIGARDO
Suor Emerita: attraverso lei ci siamo sentiti amati dal Signore. Gli disse il padrone: ”Bene, servo buono e fedele; sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; entra nel gaudio del tuo Signore”(Mt 25,21). Voglio ricordare suor Emerita con parole di gioia perché è questo che lei ha seminato ed è questo che ha lasciato a coloro che l’hanno conosciuta ed amata da vicino. Ora la vedo felice in Paradiso a godere la meritata ricompensa per tutto il bene che ha operato su questa terra. Trasmettere a tutti la gioia e la speranza che vengono dal Cristo Risorto è stato il movente di ogni azione, anche difficile; sapeva far intravvedere la gioia che l’autentico cristiano sa intuire oltre la Croce. Ha saputo amare gratuitamente tutti con lo stile di chi in ogni rapporto umano desidera essere segno limpido dell’amore di Dio. Ci ha lasciato in fretta e molti interrogativi sono sorti tra coloro che l’hanno conosciuta: proprio lei che faceva del bene? Perché così in fretta? La risposta a questi interrogativi l’ho trovata in questi versetti del Vangelo: ”La terra da sé produce prima l’erba, poi la spiga e poi nella spiga il grano pieno. Quando, infine, il frutto lo permette, subito si mette mano alla falce, perché è giunta la mietitura” (Mc 4, 28-29). Suor Emerita era ormai messe matura e ricca di frutti; l’Amore in lei aveva raggiunto dimensioni simili all’amore di Cristo e per questo l’ha chiamata a sé. “Sono pronta”, diceva negli ultimi giorni della sua vita. L’ultima volta che ho pregato con lei ed alcuni giovani, ha ricordato, sentendo vicino il momento dell’addio, queste parole di Gesù: “ Non vi lascerò orfani” (Gv 14,18). Ha lasciato per tutti un’eredità indimenticabile e viva, una testimonianza autentica e coraggiosa di vita cristiana vissuta senza compromessi. Ora dal Paradiso potrà amarci ed aiutarci ancor meglio, come lei stessa ha promesso. Ringrazio il Signore per averla donata alla nostra comunità di Canale. Attraverso lei ci siamo sentiti amati dal Signore. A noi resta la responsabilità di non lasciar cadere nel vuoto il suo insegnamento ed il suo sacrificio
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