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LA FEDE SI RIACCENDE
“Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga”. (Mc 4,26-28)
Come in tante altre storie, anche in quella di Stefania la fede ha un interessante decorso tutto personale. L’età delle scuole elementari e medie la vede attiva nella vita spirituale; partecipa alla S. Messa festiva ed è fedele agli altri appuntamenti comunitari. Come purtroppo capita alla stragrande maggioranza dei nostri giovani, Stefy, approdata alla scuola superiore, dirada la sua presenza in chiesa. Rimane sempre una persona rispettosa ma non più interessata come prima. Nel suo “bagaglio personale”, insieme a tant’altro, ha messo da parte anche la vita spirituale e sacramentale. Ma è con questo bagaglio che parte per l’America. Vuoi per la lontananza da casa, vuoi per la maturità che di giorno in giorno si accresce, vuoi per il segreto lavoro dello Spirito, sta di fatto che Stefania gradualmente riscopre questo dono messo distrattamente in valigia e apparentemente accantonato. I genitori ne hanno la comprova perché, quando si trovano in California, la domenica mattina vedono la figlia salire in macchina per recarsi alla chiesa Cattolica più vicina per partecipare alla S. Messa. Qui è importante sottolineare il significato della parola “scelta”; sì perché la chiesa più vicina dista 3-4 chilometri da dove Stefania abita. Eppure lei non perde mai quest’appuntamento. Lo stesso datore di lavoro ricorda ai genitori che: “Stefania aveva chiesto il permesso di riservarsi, ogni domenica, lo spazio necessario per sospendere il lavoro e recarsi a pregare”. Il lavorio interiore della grazia divina l’aiuterà a superare anche l’ultima grande prova che l’attende alla porta di casa.
TRAGUARDO RAGGIUNTO: IL CIELO!
“Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura” (Mc 4,29)
Nel 2014 Stefy ritorna in Italia per rinnovare i vari permessi di lavoro e in quel tempo, purtroppo, si manifestano i primi problemi di salute. Accusa dei particolari dolori addominali e, fatti i necessari accertamenti, tra cui una gastroscopia di natura ginecologica, ecco che le viene dato un responso molto pesante: il suo fisico è minato dal tumore di Klughemberg. Una forma tumorale molto aggressiva e devastante. Si ricorre ai proposti interventi chirurgici, ai cicli di chemioterapia … ma nulla è valso per salvarle la vita fisica.
La sofferenza è tanta, eppure anche in questo tempo Stefy non si arrende e combatte con tutta sè stessa: il suo sogno è guarire e tornare in America. Il suo calvario dura per un anno e mezzo in un continuo alternarsi di speranze e di scoraggiamenti.
Come detto sopra, Stefy dà il meglio di sè anche se obbligata a letto. Un semplice aneddoto per capire come ha affrontato la malattia: un giorno l’infermiera giunta a somministrale la terapia vede che non è nel suo letto. Chiede a mamma Silvana dove sia e si sente rispondere: “È andata a impartire lezioni di inglese al primario!”.
Nel tempo che trascorre a casa tra un ricovero e l’altro partecipa in parrocchia alla S. Messa e si presta a proclamare la Parola di Dio. Riceve volentieri la Comunione Eucaristica e sarà così anche nel letto dell’ospedale, finché in grado di deglutire.
Nel frattempo succede una cosa molto bella e importante:
Quand’era a S. Diego, durante una festa, Stefania aveva conosciuto Alex, un amico proveniente da Mosca, un ingegnere informatico, una persona molto colta, ma non battezzato e non credente. Si erano frequentati regolarmente, ne era nato un forte legame vicendevole. Lui rispettava il suo credo e spesso di domenica l’accompagnava fino alla chiesa. La attendeva fuori finché non fosse finita la celebrazione.
Quando viene a conoscenza della malattia di Stefania, Alex viene ad Asti a trovarla. Rimane vicino a lei durante gli ultimi 15 giorni della sua vita terrena; passa le notti accanto al suo letto e l’accompagna con tenerezza e amore sincero.
Stefania si aggrava e riceve l’ Unzione dei malati dal cappellano dell’ospedale don Francisco. Sabato 5 marzo 2016, primo sabato del mese dedicato al Cuore Immacolato di Maria, alle ore 21,00, accompagnata dalla Mamma Celeste, Stefania entra in Cielo. I genitori e il fratello Fabrizio, pur straziati dal dolore, hanno trovato e trovano tutt’ora la forza di non mollare, di guardare oltre, di guaradre dove ora Stefania sorride, incoraggia e intercede per tutti coloro che l’amano. Il funerale viene celebrato nella chiesa di S. Paolo il mercoledì successivo, Stefy fino alla chiusura della bara conserva il suo abituale sorriso e le sue carni rimangono rosee, quasi fresche. E questo appurato più volte dal papà che, toccandola, sente un viso come vivo. Vengono presto informati dell’accaduto i suoi datori di lavoro in America e non tardano ad arrivare tante dimostrazioni di affetto e di apprezzamento per il lavoro svolto e le capacità dimostrate. Tante cose si verranno a scoprire man mano, perché Stefy nella sua umiltà non le aveva mai evidenziate. Ora è compito del buon Dio, di Gesù Suo Amico e dello Spirito Santo, riempire di grandezza i suoi sogni e farle visitare e conoscere tutti quei luoghi che non ha potuto scoprire nel suo breve cammino terreno. Alcune lingue le conosce già, ma chissà, avendo ora a disposizione l’eternità, che cosa imparerà ancora!
Un piccolo grande mistero che accompagna l’abbandono della vita terrena di Stefania riguarda proprio il suo caro amico Alex. Infatti, una volta che lei torna alla casa del Padre, Alex si avvicina a Dio e inizia a frequentare la chiesa. In lui sta cambiando qualcosa. Sono le imperscrutabili vie della Grazia Divina. “Il chicco di frumento caduto a terra, morto, sta già portando molto frutto”. (Cfr. Gv 12,24).
“Il Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto. Il Signore è vicino a quanti lo invocano, a quanti lo cercano con cuore sincero” (Sal 144,14.18)
Concludono papà Nico e mamma Silvana: “Ringraziamo Gesù e la Madonna perché, nonostante il duro calvario, ci sono sempre stati vicini e noi genitori abbiamo sempre trovato la forza di affrontare tutti i problemi conseguenti senza mai vacillare. Ora Stefania riposa nel cimitero di Asti, che noi visitiamo spesso. L’atmosfera che si crea durante queste visite ricorda le parole del Foscolo che nei Sepolcri riscontrava “una corrispondenza di amorosi sensi” che non si disperde, anzi viene rafforzata dal ricordo perenne che non svanisce mai, ma si rafforza nel tempo. Questo collegamento è indispensabile per consentire la trasmissione di un intero patrimonio umano, culto degli amici e dei parenti, realizzando una continuità di valori da padre in figlio fino all’eternità”.
L’INNOCENTE PASSA E MUORE, MA LA SUA LUCE RIMANE
“Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.” (Mt 13,46)
I ricordi più belli che conservo di mia sorella Stefania sono legati specialmente ai periodi di tempo trascorsi a Tonco (AT), in vacanza con la nostra zia Rita, sorella del papà; ora anche lei in Cielo con Stefy. Io e Stefy, entrambi entusiasti di trascorrere dei periodi con lei perché, senza fare cose straordinarie, avevamo la possibilità di sentirci liberi, di frequentare un ambiente sano fatto di personaggi tipici divertenti da imitare. Memorabile la volta che, osservando dalla finestra la camminata di un anziano del paese che andava avanti e indietro per la strada, tutto storto, per noi due, ancora molto giovani, diventa occasione per scoppiare a ridere. Così come rimangono sempre un bel ricordo, nell’occasione delle feste patronali di Frinco (AT), le visite dai parenti, in tutte le varie cascine. Era quasi una gara a chi riusciva ad offrirci il meglio introducendoci in un mondo tutto particolare da vivere quasi come in un clima “magico”. Che bello condividere da fratelli la vera accoglienza con persone semplici; un rapporto costruito da gesti genuini che letteralmente conquistano! Quanta complicità che ci ha segnato, poi, anche una volta grandi! Rievocare questi bei “vecchi tempi” è rinnovare, soprattutto, alla nostra amata zia, tutto il nostro affetto e riconoscenza per queste possibilità offerte, valse a cementare nel nostro rapporto tra fratello e sorella qualcosa di unico, quel qualcosa che durerà per l'eternità.
Fabrizio Bre alla cara Stefy |