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STEFANIA BRE
“Volli, sempre volli, fortissimamente volli!”
“In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla. In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena”. (Gv 16,20-24)
“Il cristiano deve realizzare la gioia. La gioia è il fondamentale atteggiamento spirituale del cristiano nel mondo. La gioia nasce da Dio. Il segreto di Gesù è stato la gioia. Una gioia dilagante, immensa. Perché? Non esiste alcun fallimento definito inevitabile. Dopo la risurrezione di Gesù, né il dolore, né la morte portano più nel vuoto. Perciò il cristiano non deve nella vita perdere alcuna occasione di salire sempre più in alto. Deve amare la perfezione; deve aver gioia per il fatto che il Cristo vuol renderlo sempre più puro. In che maniera? Attraverso l’Eucarestia. Vuol purificarlo sempre di più; renderlo più generoso, pronto al sacrificio. Dio, in un certo senso, fa continuamente saltare tutte le strettezze del nostro essere, le fa esplodere, rompe il catenaccio del nostro ego attraverso il dolore, il distacco, la rinuncia. Tutto ciò che vuol arrivare in alto deve passare attraverso la croce. La gioia è l’atteggiamento fondamentale del cristiano nel mondo. È la più sorprendente e anche la più ardua testimonianza del divino nel nostro mondo che è tanto privo di gioia”. ( don Carlo De Ambrogio )
Grazie a papà Domenico, Nico per gli amici, e a mamma Silvana Borello, inseriamo il “dischetto dei ricordi” nella memoria del cuore e entriamo nell’interessante storia di Stefania, Stefy per gli amici. Una figlia da loro definita così: versatile, determinata, intelligente, forte; se dice sì è sì, se dice no è no. Nonché allegra e sempre entusiasta. E allora partiamo alla scoperta di Stefy.
CLINICA S. ANNA - ASTI –
“Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature” (Sal 144,9)
È domenica 5 marzo 1972, sono le 12,15 e nel reparto maternità della clinica S. Anna in Asti le partorienti stanno consumando il pranzo. Ma ecco che nei corridoi riecheggia un lieto annuncio: “È nata Stefania! È nata Stefania!”. È bella, è forte, è sana e in carne: pesa infatti 3 chili e 800 grammi. Un dono grande e tanto atteso dopo la nascita, cinque anni prima, l’8 aprile 1967, di suo fratello primogenito, Fabrizio. A pensarci adesso viene ancora da sorridere perché si può dire che è stato un parto degno di Speedy Gonzales! Mamma Silvana viene ricoverata il sabato pomeriggio (4 marzo) e domenica c’è già Stefania a rallegrare la famiglia Bre. Nonostante la gioia non c’è tanto tempo da perdere in convenevoli perché anche mamma e figlia reclamano il pranzo! I primi vagiti di Stefania sono il segnale inequivocabile! Mamma Silvana viene presto servita e anche la neonata può saziarsi al biberon. Sì, avete capito bene: al biberon, perché la madre non può nutrire la piccola con il suo latte. Al momento del parto del figlio Fabrizio, Silvana perse infatti tre diottrie e subì un importante calo della vista. Dunque, per evitare il rischio di ulteriori peggioramenti, i medici hanno optato per la soluzione di non farle allattare naturalmente Stefania. Grazie a Dio la piccola prende subito il latte artificiale che le viene dato!
PARROCCHIA S. PAOLO E SCUOLA ELEMENTARE - ASTI –
“Canti la mia bocca la lode del Signore e ogni vivente benedica il suo nome santo, in eterno e per sempre” (Sal 144,21)
Questa bella parrocchia cittadina, allora sotto la guida del parroco don Delio Porcellana, vede le significative tappe dell’iniziazione cristiana della piccola Stefy. Il 28 marzo 1972, accompagnata dalla madrina Bre Margherita e dal padrino Artuffo Bruno, riceve il dono del Battesimo. A otto anni, il 3 aprile 1980, per la prima volta vive il suo incontro con Gesù eucaristico, e in quinta elementare, il 25 maggio 1983, eccola a confermare la sua fede Cattolica, con il sacramento della Cresima, amministrata dall’allora vescovo di Asti, mons. Severino Poletto, accompagnata dalla madrina Borello Marisa. I semi di Verità caduti nel terreno più che fertile della fanciullezza, misteriosamente iniziano a lavorare a fondo, pur nel pieno rispetto dei tempi della libertà umana. In occasione di queste tre celebrazioni, famigliari, parenti e amici, al termine si trovano in casa Bre per un semplice momento di festa insieme. In lei intanto poco a poco si forma sempre più la donna dalle idee chiare, molto ferma nelle decisioni che prende. Inizialmente viene indirizzata a frequentare la scuola elementare dalle suore Salesiane di Maria Ausiliatrice, in via Varrone, ma finita la seconda lei, poco amante della disciplina, trovando la scuola delle religiose un po’ troppo rigida, decide e chiede di frequentare la scuola pubblica. La sua scelta viene rispettata e inizia così l’anno di terza sotto la guida della maestra Silvana Chiusano che, a distanza di tanti anni, ci dona questa bella testimonianza: “Lei non è solo una delle tante alunne incontrate nella mia professione scolastica; provo per lei un affetto particolare specialmente per la sua dolcezza, sincerità, laboriosità, buona educazione. Stefania non è morta, è solamente passata dal provvisorio all’eterno. È un Angelo vicino a noi, più di prima, che ci aiuta a guardare al mondo dei viventi”. Stefania inizia a manifestare la sua passione per il canto, il ballo e la pittura. A scuola è molto diligente nello svolgimento dei compiti e instaura presto un bel rapporto con i nuovi compagni di scuola.
DUE PRESENZE IMPORTANTI
“Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio cuore mi istruisce”. (Sal 15,7)
Stefania può contare sulla presenza di papà e mamma, di suo fratello Fabrizio ma, a segnare la sua infanzia e fanciullezza in modo speciale, quasi come due angeli custodi, troviamo anche la nonna materna Luigina Allara e la zia suora, sorella del padre di Silvana, suor Maria Borello. Pur con due missioni diverse, queste donne hanno in comune una fede forte e un forte carisma personale. La nonna è molto presente perché, essendo rimasta vedova, abita con loro e praticamente svezza lei i due piccoli. Papà è spesso fuori per lavoro e la mamma, che collabora con lui, segue da sola la parte amministrativa che la impegna gran parte delle giornate. La nonna diventa così : amica, sorella, confidente, punto di riferimento. La zia suora, salesiana Figlia di Maria Ausiliatrice, è un tipo brillante. Abituata a svolgere la sua missione in mezzo ai giovani, è anch’essa giovane dentro; è molto sportiva, ascolta le partite, si interessa dei primi problemini che la bimba sta incontrando, la ascolta volentieri, la consiglia su come comportarsi e, insieme alla nonna, fanno sentire tutto l’affetto che provano per lei. Quando la zia viene a trovare i suoi famigliari e si ferma con loro una quindicina di giorni, per Stefania è festa grande: zia suora è tutta per lei! Stravede per questa zia che sente così tanto vicina anche se non la vede tanto spesso. I primi sei anni della piccola passano così tranquilli e sereni. Ma ecco che all’orizzonte appare una prima grossa prova: il primo incontro di Stefania con “sorella morte corporale”. La nonna, allora sessantatreenne, si ammala gravemente e in poco tempo, nel 1978, va ad incontrare suo marito Giuseppe salito in Paradiso a 47 anni. Il dolore che si abbatte sulla sua famiglia è grande, così come il vuoto che la nonna lascia e in un momento dove la piccola ha proprio bisogno di avere la nonna al suo fianco. In quell’anno la piccola inizia la prima elementare. Mamma Silvana, pur con tanta tristezza nel cuore, prende in mano la situazione e con grande forza di volontà suddivide il tempo tra lavoro e famiglia. La bimba ha bisogno di serenità per affrontare questa sua prima esperienza e mamma e papà fanno del loro meglio per offrirgliela.
SCUOLA MEDIA GATTI
“O Dio, mio re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre” (Sal 144,1)
Ed ora seguiamo la nostra cara Stefy solcare la soglia della scuola Media Gatti di Asti, dando anche qui il meglio di sè stessa. Ne uscirà infatti con un giudizio veramente lusinghiero: “L’alunna Bre Stefania ha acquisito una preparazione ottima!”.
Se nelle materie teoriche i risultati sono brillanti, quelli conseguiti nelle discipline pratiche non sono da meno: ginnastica artistica, scii, ballo, canto, pittura: Stefania affronta tutte le discipline a livello amatoriale, spinta dalla sua semplice e forte passione, senza mai pensare di farlo per sfida o per arrivare prima di altri. Ama lo sport, ama gareggiare, ama mettersi alla prova… ma solo per riuscire a dare il meglio di sè stessa. Non aspira ad essere una campionessa di chissà che cosa. Lei ama esercitare i doni che ha ricevuto e in tutto ciò che fa profonde passione e volontà. Nel corso medio mette in risalto un’ altra sua predisposizione che diventerà presto il suo “chiodo fisso”: la passione per le lingue straniere, in preminenza per la lingua inglese. Proseguendo in questa nostra storia, sarà sempre più evidente come un sogno coltivato, anche con fatiche e rinunce, diventa uno splendido ideale di vita. Ed eccola, ormai, quattordicenne, pronta per iniziare un nuovo viaggio: la scuola superiore.
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