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La collana era accompagnata da una dolce letterina: “Ciao Rebecca!! Siamo i tuoi amici della scuola materna. Siamo venuti a trovarti per dirti che sei bella e carina e che ti vogliamo un mondo di bene. Ti abbiamo portato un regalino perché tu ci vedi. Ti mandiamo un grosso abbraccio!!”.
Quest’episodio ci porta alla mente le parole della Sacra Scrittura riferite al piccolo Davide: “Non guardare né al suo aspetto né all’imponenza della sua statura, dice il Signore, perché io non guardo ciò che guarda l’uomo. Egli si ferma all’apparenza; io guardo il cuore” (1Sam 16,7).
Ecco un’altra incredibile avventura che, pur nella sua umana tragicità, fa uscire dal cuore una naturale espressione: “Incredibile”! Chi sarà mai questo piccolo fiore di campo che, in così breve tempo, si è visto trapiantato dalle aiuole della terra nei giardini del Cielo?”.
Ci aiuta ad entrare in questa nuova avventura il seguente racconto.
Ascoltiamolo con gli orecchi del cuore.
“Un giovane monaco fu inviato per alcuni mesi in un monastero delle Fiandre a tessere un importante arazzo insieme ad altri monaci. Un giorno si alzò indignato dal suo scranno. “Basta! Non posso andare avanti! Le istruzioni che mi hanno dato sono insensate!”, esclamò. “Stavo lavorando con un filo d’oro e tutto ad un tratto devo annodarlo e tagliarlo senza ragione. Che spreco!”. “Figliuolo”, replicò un monaco più anziano, “Tu non vedi questo arazzo come va visto. Sei seduto dalla parte del rovescio e lavori soltanto in un punto”. Lo condusse davanti all’arazzo che pendeva ben teso nel vasto laboratorio, e il giovane monaco rimase senza fiato. Aveva lavorato alla tessitura di una bellissima immagine dell’Adorazione dei Magi e il suo filo d’oro faceva parte della luminosa aureola intorno alla testa del Bambino. Ciò che al giovane era sembrato uno spreco insensato era meraviglioso.“
Ed ora andiamo a conoscere Rebecca da vicino.
La sua brevissima vita è stata solamente uno “spreco insensato”, o il suo aspetto meraviglioso, il più vero, è ancora tutto in divenire?
Ci fanno conoscere questa avventura incredibile papà Luciano e mamma Manuela, e noi abbiamo pensato di condividerla anche con te che stai leggendo, affinché questo “piccolo vulcano” non abbia mai a spegnersi o passare inosservato ma continui, dal Cielo, a fare tanto bene sulla terra.
Dice il profeta Isaia: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri” (Is 55,8-9). Queste sono le prime espressioni uscite dalle labbra dei genitori di Reby (così la chiamano familiarmente), quando hanno accolto di condividere il dono della loro storia.
DONO DELLA VITA E DEL BATTESIMO
Coloro che li sentivano raccontare si facevano pensierosi e tra le altre cose dicevano:
“Che cosa diventerà mai questa bambina?” (Cfr. Lc 1,66)
Dopo il tempo della gestazione e il parto, entrambi molto difficili, il sorriso di Reby sboccia all’ospedale di Alba (CN) martedì 12 gennaio 2010. Finalmente per papà e mamma è arrivato il momento della cessata paura e di un irrefrenabile pianto liberatorio, il pianto dell’entusiasmo. La bimba pesava 3 chili e 280 grammi e scoppiava di salute. La stessa ostetrica non ha nascosto il suo stupore nel constatare il risultato di quel difficile parto, tanto da definirlo “prodigioso!”. Un’opera riuscita alla perfezione. Questo è stato il più bel regalo di matrimonio celebrato poco più di un anno prima, esattamente il 14 giugno 2008. Un regalo reciproco.
Il dono della vita a Rebecca rimane un miracolo sbocciato sotto i loro occhi. La decisione presa è la più impegnativa che la mente umana possa immaginare. Decidere di avere un figlio è una cosa bellissima, ma anche una grande responsabilità. È dire ad una persona che non esisteva: “Adesso tu esisti, perché noi lo vogliamo”. Si può riuscire ad immaginare qualcosa di più grande? All’inizio della creazione Dio dice: “Facciamo l’uomo: sia simile a noi, sia la nostra immagine” (Genesi 1,26). Proprio in questo, l’uomo e la donna quando donano la vita sono più che mai simili a Dio. Essa è tutto! Ma Dio non si ferma qui; Egli ha voluto per i suoi figli qualcosa di ancora infinitamente più grande: la Vita eterna. Il giorno della nascita non è l’inizio del conto alla rovescia verso la morte, ma l’inizio di un bellissimo cammino verso la felicità eterna.
Luciano e Manuela chiedono per la piccola Rebecca il battesimo e, sabato 8 maggio 2010, nella parrocchia di S. Giuseppe di Castagnito (CN), le viene conferito questo immenso dono di grazia. I genitori della piccola Reby erano ben coscienti che: “Il Battesimo è il sigillo della vita eterna. Il fedele che avrà custodito il sigillo sino alla fine, ossia che sarà rimasto fedele alle esigenze del proprio Battesimo, potrà morire nel segno della fede, con la fede del proprio battesimo, nell’attesa della beata visione di Dio – consumazione della fede – e nella speranza della risurrezione” (Catechismo della Chiesa Cattolica). Pertanto nella pur breve esistenza di Rebecca, grazie a questo grande dono, nulla è andato perduto. Dio quel giorno le ha detto: “Tu sei mia figlia che amo teneramente”.
Papà Luciano e mamma Manuela, chiedendo il battesimo per la piccola Reby, hanno voluto il sigillo della vita eterna, hanno scelto che crescesse nella fede, e si sono impegnati a farla maturare in quella speranza che garantisce la più sicura delle felicità. Soprattutto la forza di vivere per una meta che va al di là di tutti i possibili orizzonti materiali. Hanno messo nelle mani di Reby una bussola, che fin da allora ha segnato la direzione della salvezza perché non avesse mai a perdere la direzione. Che consolazione alberga nel cuore di un genitore, specialmente quando è messo a dura prova: pensare di avere dato alla propria figlia la possibilità di custodire in sé il dono della vita stessa di Dio! Andare contro il pensiero corrente: “Deciderà lei quando sarà grande”, togliendogli la possibilità della Vita divina della grazia.
Ora, invece, Reby è in Paradiso e sarà per sempre il loro Angelo Custode, con un compito ben preciso affidatole da Dio stesso con le parole: “Ecco, io mando un angelo davanti a voi per custodirvi sul cammino e farvi entrare nel luogo che ho preparato. Abbiate rispetto della sua presenza, ascoltate la sua voce e non ribellatevi a lui perché il mio nome è in lui. Camminerà alla vostra testa e vi farà entrare …” (cfr Es. 23,20-23).
Tutto quanto seguirà sarà grazia
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