Dal 16 giugno 2014 la nostra “Squadra del Cielo” si è arricchita di un nuovo atleta, Nicolas, un ciclista entusiasta ed un super meccanico in pectore, con il sorriso stampato sul volto. Fin da piccolo era stato “battezzato” con il dolce vezzeggiativo di “Angelo” per il suo visino simpatico, incorniciato di riccioli d’oro. Quel viso non è cambiato durante la sua adolescenza ed ora spicca tra gli angeli in cielo. Là dove ora egli è ben indaffarato in qualche nuova impresa, come gli ha scritto Beppe Piumati, ex sindaco di Ceresole d’Alba: “Caro Nicolas, ti vedo nell’officina del Paradiso che, sotto la guida di San Michele Arcangelo, armeggi attorno alla Cadillac del Padre Eterno o alla Suzuki del Cristo o al motore dell’elicottero Agusta dello Spirito Santo, mentre qui in terra qualche parte di te sopravvive in qualche uomo fortunato”.  Andiamo allora a conoscere questo nuovo Amico, e chi potrebbe meglio presentarcelo se non papà Claudio e mamma Piera? Carissimi Piera e Claudio, ci parlate un po’ di vostro figlio Nicolas? Mamma Piera: “ Molto volentieri! Nostro figlio Nicolas è nato a Savigliano (CN) il 19 agosto 1997. Il suo è stato un parto podalico ben difficile. I medici, per farlo nascere, sono dovuti intervenire con un doppio taglio cesareo e poi non me lo hanno lasciato vicino perché ero troppo debole in quel momento. Nicolas ha pianto a dirotto per tutta la notte e solo quando lo hanno messo sotto la lampada del nido ha iniziato a calmarsi. Il suo programma di vita, che si può riassumere nella solarità del carattere, poteva già essere intravisto in quest’episodio: solo la luce ha potuto tranquillizzarlo. Il primo contato con la “Luce vera che illumina ogni uomo” (Gv 1,9), lo ebbe con il sacramento del Battesimo, amministrato nella chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, in Ceresole d’Alba (CN) il 30 novembre 1997. Fu un giorno molto bello e importante, per lui e per tutta la nostra famiglia”. Di lui piccolino che cosa ricordate con simpatia? Papà Claudio: “Un po’ con simpatia e un po’ con trepidazione perché era di una vivacità tale che sembrava avesse l’argento vivo addosso.  Non riuscivamo a tenerlo fermo, bisognava avere mille occhi e a volte non bastava ancora. Trasmetteva a tutti la sua irrefrenabile allegria attraverso un meraviglioso sorriso che non risparmiava a nessuno. Ogni volta che si andava in pellegrinaggio a qualche santuario, un appuntamento importante, quasi scontato, era quello con il sacerdote incaricato per le benedizioni. Abbiamo sempre pensato che una buona benedizione, oltre alla protezione divina, avrebbe calmato almeno un pochino anche la sua esuberanza. Come non ricordare poi il mattino di domenica 8 maggio 2005, giorno della sua Prima Comunione. Era radioso anche se più agitato del solito: aveva imparato a memoria la parabola del buon seminatore e, durante quella suggestiva celebrazione, l’aveva recitata tutta d’un fiato, con innocente passione. (Nella registrazione che segue è possibile ascoltare la sua voce).   Guarda il video