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"Guardate l'agricoltore: egli aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le piogge d'autunno e le piogge di primavera" (Gc 5,7).
La breve parabola terrena di Marco, si è svolta tra le verdi colline di Neviglie, un ridente paesino delle Langhe Albesi.
Andiamo ad incontrarlo.
Ecco la sua carta di identità:
Ma bastano questi dati, pur importanti, per conoscere bene una persona? No, certamente! Allora a Marco chiediamo di accompagnarci lungo quei filari dove si è svolta gran parte della sua avventura. È interessante scoprire il suo modo alquanto originale di essere stato un giovane "controcorrente". Infatti se tanti interpretano la felicità come un continuo bisogno di rincorrere e ricercare qualcosa di sensazionale, Marco, invece, l'aveva trovata tra le mura della sua casa, della casa dei suoi cari nonni, delle sue zie e delle amate e ridenti colline del suo paese, dove, fin da giovanissimo, tra lui e le viti di Moscato si era stretto un legame molto forte.
Chiunque lo abbia conosciuto bene, sa come la sua breve esistenza terrena si sia consumata tra "cielo e terra". |
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Ma allora, dove sta il segreto di quella sua felicità così semplice che, nonostante la ripetizione di gesti e attività quotidiane, non ha mai perso né colore, né sapore?
Ebbene sta proprio nella sua scelta radicale fatta a 15 anni. Dopo aver frequentato un anno alla Scuola Enologica di Alba (CN), senza il dovuto impegno ha capito che quel tempo e le fatiche dei suoi genitori, così facendo,non avrebbero portato ad alcun risultato; così un bel giorno ha fatto un chiaro discorso ai suoi genitori : " Papà, mamma, ho capito di non essere portato per rimanere seduto tutto il giorno dietro a un banco a studiare. Ho deciso, almeno per il momento, di investire diversamente il mio tempo. Voglio imparare a lavorare la terra, voglio imparare bene come si coltivano le viti, voglio fare del trattore la mia "macchina" preferita!".
Sogno coltivato fin da bambino. E fermo in questo suo proposito, ha così investito al massimo e instancabilmente i suoi talenti.
Le sue giornate iniziavano presto al mattino e si prolungavano finché la luce del giorno glielo permetteva.
La "voce del silenzio" che lo ha accompagnato per ore ed ore, interrotta solamente dai dialoghi con sua mamma, dal canto degli uccellini che gli facevano da sottofondo, dal fruscio del vento e dal canto delle cicale, gli ha permesso di fare dei lunghi dialoghi interiori. Molti rimarranno per sempre un suo segreto, mentre altri ha saputo condividerli,in semplicità, con i suoi familiari e con gli amici più cari.
Quante volte Marco ha saputo concretizzare l'esortazione dell'Apostolo Paolo:
"Fratelli miei, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri" (Fil 4,8)
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