Arrivò a casa che era già buio; erano le 20,20 e trovò il tavolo apparecchiato e la cena pronta. Ad attenderlo c’erano papà e mamma, e la sorella Elena. Quella sera avrebbe dovuto andare a cena fuori, però informata dell’arrivo di don Fabiano, all’ultimo momento decise di restare. La stanchezza della giornata pesava un po’ su tutti, tuttavia solo il fatto di poter essere insieme, ha alleggerì gli animi. Terminata la cena, mamma Carolina, dopo avere sbrigato le faccende di casa, si ritirò nella sua stanza, mentre don Fabiano rimase a lungo a parlare con il papà. Si sedettero sul divano della sala e per un po’ sembrava che si fossero invertite le parti. Era il figlio che raccomandava al padre di essere più prudente sul lavoro. Conoscendo le varie patologie del padre, gli fece molte raccomandazioni affinché custodisse il dono della salute. Il suo cuore era stanco e affaticato, pertanto avrebbe dovuto essere più temperante nel lavoro, prendersi dei momenti di pausa più prolungati, attenzione e puntualità nell’assumere le medicine … Insomma tante raccomandazioni che un padre farebbe al proprio figlio. Quella sera fu don Fabiano a farle al padre. Terminato il dialogo, prima che il sonno lo vincesse, passò ancora in camera della madre a salutarla e le chiese una coperta in più perché quella sera sentiva particolarmente freddo. La mamma gli fece vedere dove erano. Lui ringraziò e si congedò chiedendole di svegliarlo il mattino dopo perché era molto stanco e temeva di non svegliarsi in tempo per la S. Messa del mattino a Bussolengo, non voleva arrivare in ritardo. Si ritirò nella sua cameretta e trascorse così la notte. Arrivato il nuovo giorno la mamma si alzò, preparò la colazione e iniziò a bussare alla porta del figlio, obbediente alla richiesta della sera prima. Ma don Fabiano non rispose. Pensò che fosse talmente stanco da non avere sentito bussare e decise di lasciarlo riposare ancora un altro po’. Purtroppo vedeva che il tempo avanzava e che anche il cellulare preimpostato continuava a squillare a vuoto. Decise allora di entrare nella sua camera per svegliarlo di persona ma, ahimè, don Fabiano a causa di un infarto cardiaco, era partito per un altro Paese, un’altra Parrocchia dove avrebbe cantato in eterno la liturgia del Cielo. Il motto della sua vita “Solo l’Amore resta”, ora aveva trovato pieno compimento. Era l’alba del 12 dicembre 2012. Le parole profetiche di don Fabiano pronunciate in un’omelia di qualche tempo prima, ora erano diventate realtà.
“Il Signore mi sta chiamando ad un’intima comunione di vita con Lui, a stare prima di tutto in sua compagnia. Nel mio cuore perciò non può che esserci un’infinita gratitudine! È Lui che ci guiderà, è Lui che sarà sempre al nostro fianco. È proprio questa Sua Presenza confortante e sicura, che io ho percepito viva nella mia vita, che ha fatto sì che un giorno il mio cuore prorompesse in questo SÌ TOTALE A LUI! Sì, il Signore è presenza viva e vera, io l’ho incontrato e oggi sono qui a gridarvelo: Dio è vivo! Dio non è rimasto su quella croce, “ è primogenito di quelli che risorgono dai morti”: nella Sua risurrezione è garantita quella di tutto il genere umano. Dio è vivo e cammina con noi! Un Dio che io ho scoperto e percepito come Amore. SÌ, DIO È AMORE! È qui che nasce la mia vocazione: è questa scoperta che un giorno mi ha fatto esclamare: Signore ti voglio seguire fino in fondo, voglio seguirti dove tu vorrai!” don Fabiano
Le accorate parole di don Giorgio Costa, amatissimo parroco di S. Maria Maggiore in Bussolengo, da cui don Fabiano aveva imparato molto, suggellano e concludono quest’intenso primo profilo della serie: “ I nostri Angeli Sacerdotali”.
“ Perché non credere che la risurrezione del Signore non permetta di estendere la promessa del Risorto “Io sono con voi fino alla fine dei tempi” (Mt 28,20), anche a chi ha creduto fermamente nella pienezza della vita? La fede nella Risurrezione ci fa credere che nel pensiero silenzioso, e a volte anche oscuro e ferito dal dolore del distacco, ma anche e sempre sereno, il nostro don Fabiano è presente. E non solo: l’abbiamo “lasciato andare” verso il Mistero e dunque vive. Vive per sempre! Grazie Fabiano, compagno ( abbiamo mangiato lo stesso Pane!) di un breve periodo ed ora per sempre”.
Don Fabiano carissimo, d’ora in poi per scriverti dobbiamo modificare il server nel tuo indirizzo di posta elettronica. Così facendo possiamo raggiungerti nelle svariate parti dell’orbe terraqueo in cui il Signore ti ha chiamato a portare la tua gioia. Ti ha affidato una missione specialissima: diffondere la gioia vera, non quella che viene dal mondo, ma proprio la Sua. Allora continua a compierla con grande entusiasmo e falla trasparire dal tuo sorriso e da quel travolgente desiderio di incontrare chiunque. Adesso, in questo tuo nuovo ministero, puoi aiutare con maggior forza ed efficacia tutti coloro che si rivolgeranno a te in cerca di aiuto. Continua a seguire quei progetti di solidarietà che avevi avviato. Infondi coraggio, speranza e serenità ai tuoi famigliari. Continua a spronare e sostenere l’impegno dei tuoi giovani. Ricorda a ciascuno di noi, nei modi che tu inventerai, che ciò che resta è l’Amore e questa verità, che hai sempre gridato con tutta la tua forza, cambierà il mondo: perché Dio è Amore. Caro Fofa, grazie e tienici d’occhio.
don Graziano
Chiunque avesse piacere scrivere un pensiero a don Fabiano o su di lui, troverà un link dove è possibile farlo. Chi, invece, desidera approfondire meglio la sua figura sacerdotale, digiti su Google: “Come il pane”, omelie di don Fabiano. Parrocchia di Bussolengo. Oppure: don Fabiano Forafò. Per la creazione di questo intenso profilo, le fonti dalle quali si è attinto sono: la mamma di don Fabiano e il libro realizzato dopo il suo ritorno alla Casa del Padre, dalle parrocchie di S. Maria Maggiore e Cristo Risorto (Bussolengo), Erbezzo e del Seminario Diocesano di Verona. A tutti un grazie riconoscente. Benediciamo il Padrone della messe per tutta la Luce che don Fabiano ha seminato e continuerà a seminare. Nelle nostre menti e nei nostri cuori risuoneranno sempre le parole che hanno fatto da capisaldi alla sua ricca avventura umana e sacerdotale: “Fate quello che Gesù vi dirà” (Gv 2,5) e “Solo l’Amore resta”.