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FOTO FABRIZIO FIORE
“Così risplenda  la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.  (Mt 5,16)
Così si è espresso il suo parroco, don Pino Donato, il 18 novembre 1984, ore 09,30, nella S. Messa di Trigesima.
“La maturità non conta dagli anni”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Fratelli e sorelle, dopo il lungo pianto di questi giorni, cessino le nostre lacrime: è stata la raccomandazione che Domenico ha rivolto alla mamma. È ora di contemplare il nostro carissimo Amico nella gloria accanto a Cristo risorto. È vero! Troppo presto per il nostro modo di capire, ma certo secondo un Disegno di Amore a noi incomprensibile, ma sempre Disegno d’Amore. Sì, Domenico è là accanto al Signore e ci sorride. È così, non per cercare un’illusoria consolazione, ma per aprirci alla fede e percorrere le orme del Risorto che passano, prima per il Calvario per poi giungere alla risurrezione nella Luce di Dio. È lo sforzo che il Signore ci chiede. È l’eroismo cristiano che viene chiesto in particolare a voi famigliari. “Ai tuoi fedeli, Signore – ci fa dire la liturgia – la vita non è tolta ma trasformata”.

È la speranza cristiana: al di là della morte c’è la trasfigurazione in Dio. Vogliamo pertanto esprimere la nostra fermissima convinzione che questo è avvenuto. Per questo dobbiamo cercare di trasformare il pianto in preghiera. Non perché pensiamo che Domenico abbia bisogno della nostra preghiera. Non pensiamo che Domenico abbia bisogno della nostra preghiera, ma per ringraziare il Signore di avercelo dato.

E vogliamo pregare per tutti noi. abbiamo bisogno di accettare, abbiamo bisogno di credere, abbiamo bisogno di continuare a vivere e a sperare. Sentiamo che questo momento è particolarmente difficile. Allora la nostra preghiera si fa accorata, si fa domanda, diventa voce del nostro spirito turbato e tentato dal dubbio.Perché una vita stroncata nel suo sbocciare? Quante domande, quanti perché si affollano in questo momento nella nostra mente! Ma noi facciamo appello alla nostra fede: la sola capace di dare una risposta ai nostri dubbi e al nostro dolore. La fede ci dice che la vita è un dono di Dio; solo in Lui si trova la vera realizzazione. Non riusciamo a capire i tempi di Dio, né il modo di agire di Dio, ma sappiamo che Dio si comporta sempre come un padre che vuole il bene e lo realizza, anche attraverso le prove della vita. La fede, ancora ci dice, che il Padre ha realizzato la salvezza dell’umanità attraverso la croce del Suo Figlio Gesù.

La fede ci dice che quello che conta e rimane, non sono i lunghi anni e le cose che si possono realizzare: ma quello che vale e rimane è la risposta generosa al Disegno di Dio. Noi siamo qui a riconoscere i doni di Dio nel nostro caro Domenico che ha dimostrato una ricchezza interiore, una maturità di giudizio, un amore attento verso gli altri, un equilibrio di virtù umane e cristiane proprie di coloro che noi indichiamo come santi. Credo che tutti coloro che lo hanno avvicinato, siano rimasti impressionati da questo ragazzo umile, timido, ma dalle idee chiare, dal carattere fermo, dalla coerenza di vita, che hanno fatto di lui un vero testimone. Come non ricordare la bontà di Domenico? Traspariva dal volto sempre sorridente, dal suo comportamento misurato, dalle sue parole sempre volte al bene, dalla generosità che lo rendeva sempre attento agli altri, dall’altruismo che lo portava anche a farsi carico degli sbagli altrui pur di portare pace. Una bontà che poteva sembrare anche eccessiva, ma che fu per Domenico scelta di vita, nata da una fusione rara di doti naturali di impegno e controllo costante, di risposta generosa alla volontà di Dio.

Quanti episodi si potrebbero ricordare! Ovunque e sempre la sua bontà ha lasciato un segno: in casa, a scuola, in parrocchia, tra gli amici. Era un ragazzo che voleva crescere. Lo ha dimostrato! A scuola: sempre diligente, aperto al sapere, impegnato a far fruttificare le sue brillanti doti intellettuali, ma anche umile e generoso nel rendersi disponibile ad aiutare. In casa: sempre premuroso, partecipe della vita famigliare con senso di responsabilità e di sensibilità raramente riscontrabili anche in persone adulte. Era sempre presente in parrocchia, ai gruppi, perché aveva capito quanto è importante per crescere l’ascolto e l’incontro con gli altri. E a casa leggeva per completare la sua crescita. Tanto quanto di bello e di buono ha incontrato sul suo cammino, Domenico lo ha fato suo.

Era un ragazzo che voleva fare del bene e gioiva nel fare del bene. Gli stava particolarmente a cuore il gruppo parrocchiale, quello dei Rolandi e gli amici che si era scelto. Soffriva quando il gruppo stentava a camminare e gioiva quando il gruppo girava bene. Desiderava fare il catechismo ma aveva voluto attendere ancora un anno per prepararsi meglio. Ma il catechismo, Domenico, lo ha fatto con la sua vita, con la sua presenza, con il suo esempio. Era un ragazzo limpido, pulito; puro nel corpo, nella mente e nel cuore; puro con sé stesso e con gli altri. Non perché ha trovato tutto facile o perché è vissuto tutto fuori dal mondo, ma perché ha capito che la vita è un dono grande e bello, un dono che Dio ci ha affidato e che siamo chiamati a realizzare secondo il progetto che Gesù di Nazareth ci propone. Ma il segreto di questo ragazzo meraviglioso era la sua spiritualità.

La saggezza, l’equilibrio, la serenità, la purezza, l’impegno per il bene, la bontà, la generosità nascevano dal suo continuo incontro con Dio Padre, con Gesù. Domenico lo vedevi ogni festa alla S. Messa e alla Comunione, si confessava, era presente ai gruppi, meditava la Parola di Dio, pregava sempre in casa e da solo, era devoto alla Madonna e aveva come modello S. Domenico Savio. Ma dobbiamo chiederci: dove, da chi ha imparato a farsi santo? È certamente un dono di Dio la santità, frutto della Grazia divina, ma Domenico ha trovato una famiglia cristiana, praticante, convinta, generosa, veramente buona: dove il cristianesimo è tradizione, ma vissuto con convinzione. Domenico ha trovato nella sua famiglia gli esempi e gli aiuti che ogni ragazzo dovrebbe trovare perché Dio vuole tutti santi, e ci chiama a vivere da santi sulla terra. Domenico ha cercato l’aiuto e lo ha trovato in parrocchia. Era la sua seconda famiglia. Aveva capito, aiutato dalla famiglia, che un’autentica formazione non può esistere senza un’autentica partecipazione alla vita della comunità parrocchiale.

E alla parrocchia non ha solo chiesto ma anche dato con generosità. Inoltre Domenico si è formato nei gruppi parrocchiali: del catechismo, dei giovanissimi. Come gli stavano a cuore: vi partecipava con entusiasmo e nei campi scuola a Cesana, negli incontri ad Altavilla ha arricchito la sua esperienza e completato la sua crescita. Caro Domenico, dillo ai tuoi amici, a tutti gli adolescenti, a tutti i giovani, a tutte le famiglie, che quanto hai fatto è oggi un motivo di grande gioia. Dillo ai giovani e alle famiglie che meditino sulla testimonianza che ci lasci. Dillo alla tua cara famiglia che sei felice e che continui ad essere con loro nel cammino che tutti ci porta a ritrovarci nella Casa del Padre. Dillo a tutti i noi che dobbiamo impegnarci a vivere bene e a fare del bene sempre. Il tuo esempio, il tuo sorriso, la tua bontà ci sostengano soprattutto nei momenti difficili. Fa che un giorno ci troviamo tutti a cantare per sempre l’Alleluia con Gesù risorto nella Casa del Padre. Grazie Domenico!”.

Questa bellissima testimonianza e, insieme, professione di fede, potrebbe sembrare un quasi “inutile” doppione di quanto prima già affermato. Questo a prima vista. Invece, questa testimonianza dell’allora suo pastore, è l’autenticazione di tutte le testimonianze precedenti. Domenico ERA, È e RIMANE un vero modello di vita cristiana da proporre ai ragazzi e giovani di qualsiasi tempo e età.

“Ascoltatemi, figli santi, e crescete come una pianta di rose su un torrente. Come incenso spandete un buon profumo, fate fiorire fiori come il giglio, spargete profumo e intonate un canto di lode; benedite il Signore per tutte le opere sue. Magnificate il suo nome; proclamate le sue lodi con i vostri canti e le vostre cetre; così direte nella vostra lode: Quanto sono magnifiche tutte le opere del Signore. Ogni sua disposizione avrà luogo a suo tempo! Non c’è da dire: Che è questo? Perché quello? Tutte le cose saranno indagate a suo tempo.”.      (Sir 39,13-16)

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