INIZIA LA NOSTRA STORIA
“Siate fecondi e moltiplicatevi”. (Gn 1,28)
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Nel cuore di Dio, la storia di Alessandro è da sempre, mentre in quello di papà Walter e mamma Mariuccia, dalla domenica 10 maggio 1970 quando, nella parrocchia di S. Vittore martire in Canale (CN), guardandosi con trepidazione, consci del passo che stavano compiendo, i due fidanzatini allora appena ventiduenni si sono detti a vicenda: “ Io accolgo te e con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”. Quella domenica pioveva, quasi a riecheggiare le parole del salmista: “Pioggia abbondante riversavi, o Dio, rinvigorivi la tua eredità”. (Sal 67,10) Ben presto arrivò la prima figlia: Sabrina, il 30 giugno 1971. Poi Alessandro, il secondogenito, il 22 settembre 1974 e infine Alberto, l’ultimogenito, il 16 maggio 1982. La piccola Sabrina, di appena tre anni, era un po’ gelosa del neonato in quanto le “rubava” attenzioni prima riservate solamente a lei.
UN GIORNO IMPORTANTE ANCHE PER ALESSANDRO
“Mandi il tuo Spirito, sono creati”. (Sal 103,30)
Come fu di domenica il matrimonio di Walter e Mariuccia, così nacquedi domenica anche Alessandro.Quando il piccolo emise il suo primo vagito all’ospedale Pasquale Toso in Canale,il calendario segnava il giorno 22 settembre dell’anno 1974, alle ore 05,00 del mattino. Quello fu veramente un giorno di grande gioia che ha spazzò via quelli della paura: infatti,quando Mariuccia era al terzo mese di gravidanza, il bisnonno Alessandro aveva subìto un incidente stradale. Ella si era spaventata a tal punto da avere una seria minaccia di aborto. L’allora dottor Gallo Bartolomeo le aveva consigliato di rimanere ferma e coricata per non compromettere il buon esito della gravidanza e così fece, restando a riposo per ben sei lunghi mesi. Le cose procedetterobene: diede alla luce un maschietto bello, vivace, di carnagione chiara. Pesava tre chilogrammi, un etto e cinquanta. Papà Walter con il cuore traboccante gioia corse in farmacia a comprare il fiocco azzurro. Tutti dovevano sapere che in casa Borlengo era sbocciata una nuova vita.
ALESSANDRO DIVENTA FIGLIO DI DIO
“ Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del Suo Figlio che grida: Abbà, Padre “. (Gal 4,6)
Il primo dono di Dio è la vita che viene resa ancora più sacra da un altro grande e immenso dono: quello del Battesimo dove si diventa figli nel Figlio.Con il rito celebrato nella chiesa parrocchiale di S. Vittore, domenica 27 ottobre 1974, il neonato Alessandro divenne Dimora di Dio e Tempio dello Spirito Santo. Andando a ritroso nel tempo, la liturgia della Parola corrispondeva allora alla 30^ domenica del Tempo Ordinario, anno C. Una delle letture, la seconda, tratta dalla lettera di S. Paolo Apostolo al discepolo Timoteo (Cfr. 4,6-8.16-18), sembrava tracciare già allora alcune delle linee che segneranno il suo breve ma intenso percorso di vita. Riportiamo il testo, semplicemente. Nel prosieguo del profilo, troverà collocazione nelle varie vicende vissute da Alessandro. “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno … Il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza … Egli mi libererà da ogni male e mi salverà per il suo regno eterno”. Come sopra detto, man mano che si procederà con la lettura del profilo, stupirà come queste espressioni paoline fossero già un “velato programma” dell’avventura terrena di Alessandro. Lo stesso Vangelo del giorno, che narrava l’episodio del fariseo e del pubblicano al Tempio (Cfr. Lc18,9-14), ci richiamava quell’atteggiamento di umiltà, di consapevolezza dei propri limiti, di bontà, che hanno caratterizzato la parabola terrena di Alessandro. Anche queste caratteristiche emergeranno nello svolgersi degli eventi. Quel giorno accompagnarono la gioia di papà e mamma, affiancandoli nella loro grande missione di educatori alla fede, il padrino Marco Damonte e la madrina Ernestina Barbero. Dopo la celebrazione, per i famigliari, parenti e amici ci fu un momento di festa a casa Borlengo. Il Battesimo di Alessandro ha segnato indelebilmenteil vissuto cristiano di questa famiglia.
UN BAMBINO CONTENTO DI VIVERE
“Il bambino cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini”. (Lc 2,52)
Duedoti importanti di Alessandro erano la pazienza e la precisione. Fin da piccolo aveva mostrato una grande passione per i “Lego” con i quali costruiva da solo e con tanta maestria dei bellissimi castelli con tutti i personaggi di corte.Altro gioco da lui preferito era quello dei soldatini: ne aveva tantissimi, di tutte le nazionalità e grado e lui, con minuziosa cura, formava eserciti e battaglioni. Dal papà Walter aveva ereditato la passione per il calcio ed entrambi tifavano per la squadra del cuore: l’Inter. Amava molto anche gli animali: un giorno trovò per strada un gattino nero, lo portò a casa e lo “battezzò” con il nome: Nerone. Fra i due nacque un’intesa profonda, tant’è che quando Nerone morì, Alessandro ne fece una malattia. Durante la frequentazione della scuola elementare non diede alcun problema. Si inserì immediatamente, provando un grande affetto per la sua maestra Marisa Faccenda che così lo ricorda: “Era un bambino estremamente corretto durante le ore di lezione alle quali partecipava con interventi appropriati,i risultati scolastici erano eccellenti e i rapporti con i compagni improntati all’amicizia e alla collaborazione. Difendeva i più fragili ed era pronto a collaborare per la riuscita dei vari giochi.Particolare interessante: al suono della campanella che annunciava l’intervallo, Alessandro appariva completamente trasformato. Infatti l’alunno quieto, riflessivo e impegnato, si trasformava in un turbine. Rincorreva subito il pallone, chiamava i vari compagni al gioco, scavalcava sedie, correva ed era preso dalle varie iniziative di gioco. Ma sempre nel rispetto delle regole. Al suono del secondo campanello, si asciugava i sudori e immediatamente ritornava nei ranghi dell’alunno modello.Ancora oggi, a distanza di quasi quarant’anni, ho il vivo ricordo del suo sorriso luminoso ogni volta che mi incontrava. Quando mi annunciò il suo matrimonio, la nascita dei figli, trasferimenti di lavoro, l’avvicinamento al suo paese e alle attività sportive che seguiva con grande passione. Insieme a tutti i miei ex alunni, avrà sempre un posto particolare nei miei ricordi”.
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IL PRIMO INCONTRO CON GESU’ EUCARISTIA
“ Pronunciata la benedizione, spezzò il pane e lo diede loro dicendo: Prendete, questo è il mio corpo “. (Mc 14,22)
Domenica 23 maggio 1982 fu il giorno della sua Prima Comunione, un giorno molto importante. Era molto emozionato nonostante la sua gioia fosse offuscata dal fatto che la mammanon potevastargli vicino: la settimanaprima aveva infatti partorito il suo fratellino Alberto e, in seguito a qualche piccola complicanza, i medici dell’ospedaleavevano preferito tenerla sotto osservazione per qualche giorno. Tornata a casa con in corpo molta debolezza, la mamma non se la sentì di partecipare alla celebrazione. Naturalmente il piccolo, data la tenera età, non riuscì a comprendere fino in fondo il perché di questa assenza della mamma e, una volta a casa, si lamentò: “Tutti gli altri miei compagni avevano le loro mamme vicino. Ero solo io a non averti”. La mamma abbracciandolo lo rincuorò con tenerezza rispondendogli: “Nessuno però per la Comunione ha avuto un bel regalo simile al tuo: un nuovo fratellino!”. Alessandro sembrò essersi convinto e trascorse il resto della giornata in modo molto sereno in mezzo a famigliari, parenti e amici.
IL SUO PRIMO AMICO: FABRIZIO
“ Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro. Un amico fedele è un balsamo di vita, lo troveranno quanti temono il Signore. Chi teme il Signore è costante nella sua amicizia, perché come uno è, così sarà il suo amico “. (Sir 6,14.16-17)
Alessandro, durante il suo cammino di scolaro alle elementari, trovò unAmico molto speciale: Fabrizio Boero. Tra i due nacque una bella Amicizia, che crebbe con il passare del tempo e che resterà avvolta dal mistero. Al compiere dei 18 anni, ignari dell’imponderabile, sabato sera 28 novembre 1992 entrambi erano nella vettura guidata da Fabrizio; con loro viaggiavano altri tre amici. In un brutto incidente, acausa dell’asfalto scivoloso, la macchina sbandò e dei quattro solamente Fabrizio perse i sensi. Dopo dieci mesi di stato comatoso,il 24 settembre 1993, tornòper sempre alla Casa del Padre.Quanto tempo libero avevano passato insieme! Quante partite di calcetto all’oratorio! Quante risate innocenti e quanti progetti futuri condivisi!Fu proprio in questi anni dell’infanzia che incontrarono nel loro cammino don Eligio Mantovani, allora vice curato nella parrocchia di Canale. Sembrava facessero a gara per servire la S. Messa, essendo entrambi chierichetti. E quante estati trascorse insieme nella casa estiva diocesana di Valdieri! A conferma di quanto sopra detto, mamma Mariuccia troverà tra i libri di scuola del figlio un tema di Italiano di Alessandro, risalente a quando frequentava la quinta elementare. Era il 23 maggio 1985: un vero gioiello, un piccolo capolavoro sull’Amicizia. Il titolo del tema era: “ Descrivo una persona cara o un amico a me vicino”. Così scriveva: “ Fabrizio è il mio migliore amico, ha la mia stessa età ed è un bambino simpatico, gentile e ordinato. A scuola va piuttosto bene e ha un carattere d’oro. Questo mio amico ha gli occhi verdi e belli come quelli di un gatto, si veste in modo ordinato e pulito, è intelligente e io provo per lui una grande simpatia. Noi ci invitiamo a vicenda uno a casa dell’altro per giocare, guardare la televisione e per fare i compiti. I suoi giochi preferiti sono giocare a pallone, ai soldatini e dato che lui è il più alto e il più veloce della nostra classe, ama fare le gare di corsa. Io e Fabrizio siamo chierichetti e lui ne è il capo; essendo chierichetti ci telefoniamo molto spesso, per parlare di quando dobbiamo servire e discutiamo anche di molte altre cose. Fabrizio è una persona vicina a me perché ci pensiamo e ci incontriamo sovente soprattutto alla domenica quando don Eligio apre la sede e noi giochiamo tranquillamente a calcetto. Fabrizio è una persona amica perché, come ho già detto prima, è bravo, simpatico, allegro e a me piace stare con lui”.
MAMMA MARIUCCIA: UN PUNTO DI RIFERIMENTO
“ Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte! “(Lc 11,27)
Prima di chiudere il tempo dell’infanzia di Alessandro,è cosa buona leggere un altro tema da lui scritto il 26 maggio 1985; anche in quest’altro tema, dimostra la sua sensibilità e la peculiarità dei valori che porta dentro di sè. Il titolo é: “ Descrivo una persona cara: la MAMMA “. Così scriveva: “ La mia mamma è abbastanza alta e la sua figura è snella. Ha 37 anni, i capelli castani e gli occhi azzurri come i miei. Alla mamma non piace picchiarci anche quando io e i miei fratelli la facciamo inquietare, però sa farsi rispettare lo stesso. La mamma ha un carattere molto energico. È sempre di corsa, è la prima a svegliarsi al mattino e l’ultima a coricarsi alla sera, perché ha sempre tanto lavoro da fare, dato che lavora anche fuori casa. La mamma è molto premurosa per la nostra salute e ha tanta pazienza; infatti, anche se indaffarata, lascia i suoi lavori per seguirci nei compiti e farci ripetere le lezioni. La mamma è per me anche una buona amica, perché sta a sentire i miei problemi e ci parla anche dei suoi, e questo a me fa piacere perché mi fa sentire più grande. Una cosa che mi piace molto della mamma è che alla sera viene nella nostra camera e dopo aver detto le preghiere, ci dà il bacio della buona notte ed io mi addormento più sereno. Per me la mamma è un vero tesoro e io le voglio tanto bene”. Questa è l’infanzia di Alessandro, paragonabile a un piccolo fiore di campo che cresce sereno alla luce del sole, immagazzinando luce e donando bellezza e profumo. Intanto il tempo trascorre e il piccolo diventa un preadolescente. Arriva il tempo delle scuole medie.
LA SCUOLA CONTINUA
“ Il vestito di un uomo, la bocca sorridente e la sua andatura rivelano quello che è “. (Sir 19,27)
Il tempo trascorre e il nostro piccolo passa alla stagione della preadolescenza. Inizia il tempo delle scuole medie. Anche su quei banchi di scuola ha incontrato nuovi amici con i quali ha legato subito perché Alessandro ha sempre tanto creduto nell’amicizia. Infatti, racconta mamma Mariuccia: “La nostra casa brulicava di ragazzi. La sorella maggiore, Sabrina, appassionata di musica, portava le sue amiche per suonare il pianoforte e cantare. I ragazzi invece giocavano al calcio-balilla, oppure a pallone in cortile; il fratellino Alberto li seguiva ovunque cercando di imitarli. Per lui Alessandro era il suo “gigante”, mentre per Sabrina era il suo “fratellone”. A volte succedeva che tra i tre nascessero screzi, come spesso capita tra fratelli, ma in fondo al cuore si volevano un gran bene”. La sua professoressa di Italiano di allora, la Signora Garelli Maria Teresa, anche se trascorsi molti anni, interpellata su Alessandro, lo ricorda come un: “ Ragazzo molto educato, laborioso e rispettoso sia verso gli insegnanti, sia verso i compagni. Lo era così tanto da farsi ben volere da tutti. Certamente quest’educazione l’aveva appresa in famiglia, soprattutto dalla mamma, con la quale conferivo spesso in quanto allora bidella nel nostro istituto. Anche il risultato finale con il quale è stato congedato dalla scuola, Distinto (9), nient’altro è stato che la conferma del suo assiduo impegno nello studio.Comunque di Alessandro mi è sempre rimasto il ricordo di una festa in occasione del S. Natale. Allora la scuola organizzava un concerto natalizio che si svolgeva nella chiesa parrocchiale. In quel tempo era insegnante di musica la prof.sa Marchisio Grazia. I ragazzi si esibivano in canti e poesie. Chi cantava e recitava solitamente si posizionava sui gradini dell’altare maggiore, così da essere ben visibile a tutti coloro che assistevano allo spettacolo. Non dimenticherò mai quel suo volto buono, dolce e sorridente che spiccava tra tutti. Da allora di anni ne sono passati tanti, ma quel volto mi si è indelebilmente inciso nella mente e nel cuore. Insomma di questo mio caro ex alunno, non posso parlarne che bene!”.
APPRODO ALLE SUPERIORI
“Beato l’uomo che medita sulla sapienza e ragiona con l’intelligenza, che considera nel cuore le sue vie: ne penetrerà con la mente i segreti”. (Sir 14,20-21)
Terminarono anchele scuole medie e Alessandro decise di iscriversi all’Istituto per geometri “Giobert” di S. Damiano d’Asti senza dare alcun tipo di problema, anche se gli insegnanti sottolineavano spesso che, essendo molto intelligente, avrebbe potuto rendere molto di più. La sua materia preferita era: storia. Infatti possedeva una vera cultura, approfondita, sulla “Grande GuerraMondiale” ed era molto informato sui vari conflitti nel mondo. Consultava spesso una grande enciclopedia e amava molto leggere. I libri erano parte del suo pane quotidiano, senza tuttavia mai perdere la sua affabilità e voglia di amicizia con l’A maiuscola. Bella e significativa la testimonianza di un suo caro Amico di allora, André: “Alessandro e l’Amicizia è sempre stata una combinazione vincente. Avendo vissuto gli anni dell’adolescenza fianco a fianco, ho avuto la fortuna di beneficiare della sua immensa amichevole generosità. Alessandro ha sempre dato grande valore all’Amicizia ed ha saputo viverla nella sua assoluta veridicità e purezza. È sempre stato presente quando noi, i suoi Amici, ne avevamo bisogno, non si è mai tirato indietro; ha saputo trovare il tempo necessario, si è messo in secondo piano per dare spazio a noi. A sua insaputa Alessandro è stato il mio maestro “nell’arte dell’Amicizia” e a più riprese mi ha dimostrato quanto sia importante coltivarla, nutrirla e mai tradirla! Grazie all’esemplare manifestazione di Amicizia condivisa con lui, io mi impegno ogni giorno ad esprimere amore verso gli altri come lui ha fatto con me. Questa, a mio avviso, è una delle tante eredità passateci dal nostro caro Amico Alessandro”
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