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La nonna materna Margherita ricorda …
Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse: “Lascia te che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso”. E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva. (Mc 10,13-16)
Ricordo che la sua ultima domenica mattina tra di noi, è venuto a casa nostra con un po' di febbre e insieme abbiamo sfogliato l'album delle fotografie, tra le quali quelle in cui suoi fratelli erano in montagna con il nonno e avevano raggiunto la vetta, immortalati lungo una piccola ferrata. Dani ha subito esclamato: “Ma io non c'ero!”.
Gli ho risposto che era troppo piccolo per una ferrata e lui ha ribadito: “Ma anch'io potrò andare un giorno con il nonno in ferrata in cima alle montagne?”. Dopo aver guardato le fotografie gli ho letto i libretti “Il riccio e il leprotto”, “I tre porcellini”, “Liam”, la storia di un pescatore cinese che viveva in una giunca e infine “L'albero delle fate”: lui ha seguito tutto con molta attenzione e quando alla fine gli ho chiesto quale fosse la sua storia preferita, ha risposto “Il riccio e il leprotto perché è il più divertente”, poi “I tre porcellini”, “Liam” e per ultimo “L'albero delle fate”, perché il più triste... però nonna sai, me lo avevi già letto altre volte tempo fa e non mi era piaciuto, oggi invece mi è piaciuto un po' di più!”.
Qualche volta io o il nonno lo andavamo a prendere a scuola e lui era così felice, soprattutto quando il nonno andava a prenderlo in bici e lo trasportava sulla canna. Quando ci vedeva che lo aspettavamo fuori dalla scuola ci correva incontro e si avvinghiava a noi per dimostrarci la sua gioia e poi faceva la strada a passo svelto, talvolta correndo, tirandosi dietro la cartella e comunicando a gesti e parole con i suoi compagne al di là della strada. Era un bambino così pieno di entusiasmo e lo dimostrava correndoti incontro con slancio e abbracciandoti. Siccome non potevo prenderlo in braccio (per problemi di salute) lui accettava di manifestarmi il suo affetto avvinghiandosi alla mia gamba. Quando era un po’ più piccolo si divertiva a spiccare il salto per finire tra le braccia di chi lo aspettava; un giorno il nonno non si era accorto che Dani stava per spiccare un salto verso di lui e così lo ha preso tra le braccia appena in tempo... tanta era la sua fiducia in lui e negli altri!
Quando entrava a casa nostra dopo la scuola come prima cosa si toglieva la giacca, poi la felpa, e rimaneva in maglietta a maniche corte (se avesse potuto si sarebbe tolto pure quella!) e così svestito correva dappertutto: un giorno avrà fatto venti volte di corsa il corridoio di casa nostra avanti e indietro, velocissimo! Appena a casa chiedeva subito di far merenda e sceglieva un gelato dal freezer; poi beveva il succo di pera e poi, non ancora contento, beveva anche lui il the’ con latte, come la sua nonna, inzuppandolo di biscotti. Un giorno gli ho chiesto: “Ma dove sono finiti tutti i biscotti appena aperti?”. Ha risposto: “Ma nonna, li ho mangiati!”. Dopo la merenda giocava con i suoi cavalli e cavalieri o con le costruzioni di legno o con i lego e poi voleva vedere i cartoni alla Tv ... e se c'era qualche scena violenta o di lotta e provavo a obiettare qualcosa, lui mi rispondeva: “Ma nonna, mica mi fanno paura!”. Non aveva imparato ad usare bene il telecomando, così una volta gli è sfuggito di mano rompendolo.
È allora venuto da me mostrandomelo e dicendomi: “Mi sa che lo userò quando sarò più grande”. Correva quasi sempre e quando veniva da me lo preannunciava lo scalpicciare dei suoi piedini in corsa... anche adesso quando sento quel rumore da parte di altri, non posso che pensare a lui ... e anche quando vedo bimbi vestiti con una giacca simile alla sua non posso che pensare a lui .... sembra incredibile che da un giorno all'altro un bimbo così pieno di vita, allegro e affettuoso,non ci sia più fisicamente qui tra noi.
Amava disegnare e i suoi disegni erano pieni di colore, cuoricini, palloncini, torte a più strati, con in cima pupazzetti e poi fiori, stelle e soli ... e ci metteva dentro i genitori, i fratelli, il cuginetto Riccardo e gli altri amici, noi nonni ... e ci faceva sempre alti e magri ... me e la mamma spesso vestite da regina con tanto di corona in testa. Era molto sensibile e spesso si offendeva dicendo: ”Sono arrabbiato” e correndo via a volte succedeva proprio quando stavamo per andare a tavola, così che esclamava: “Sono arrabbiato e non mangio” e ci voleva tanta pazienza per farlo tornare! Fortunatamente, la pace si faceva
altrettanto in fretta. Era molto generoso e anche quando gli facevo un semplice riso in bianco mi diceva: “Nonna il tuo riso in bianco è più buono di tutti gli altri risi!”.
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