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Il tuo malessere cresceva e ancora avevi sete. Dopo l’acqua, che chiedevi quasi in continuazione,ti ho passato un fazzoletto bagnato sulla fronte per rinfrescarti; ma ancora non mi sapevo Veronica all'incontro con Gesùnella sesta stazione della Via Crucis.
Finalmente è arrivato papà e tu dal letto hai voluto andargli incontro per abbracciarlo. Ti ha subito visitato e la febbre sembrava esserti scesa. Era ormai tardi così gli ho chiesto di tenerti tra noi due nel lettone.Forse un suggerimento dell’angelo custode? Nonostante fossi nel lettone con noi, continuavi a svegliarti a causa di un dolore ora alle mani,ora alle gambe o ai piedi ora alla pancia. Nel tuo piccolo, stavi vivendo la passione di Gesù.
I chiodi, le stigmate, il costato trafitto, la spugna imbevuta d’aceto … Con il passare delle ore saliva il tuo lamento, così che, pur passate le23,30, papà ha deciso di portarti al Pronto Soccorso. Un presentimento mi voleva con te, ma c'erano Elisa e Michele che stavano dormendo nelle altre stanze, così sono rimasta a casa con loro. Ma, in quelle condizioni, dormire era impossibile. Tuo padre mi ha raccontato che, per tenere un contatto con te nella macchina, pregavate l’Ave Maria e che tu avevi sempre sete e che volevi bere solo l’acqua che lui ti porgeva. Nella prima telefonata dal Pronto Soccorso, papà mi ha detto: “Sembra che non ci sia niente di così grave:l’ecocardiogramma all’ingresso era normale e agli esami del sangue ci sono pochi segni d’infiammazione. Tra poco torniamo”.
Eppure io non riuscivo a dormire e continuavo a chiamare... ma perché papà non mi rispondeva più? Poi, alla fine, con la voce rotta dal pianto papà, saranno forse state le 2.30-3,00,mi ha risposto dicendomi che il tuo grande cuore si era fermato. Ho affidato Elisa e Michele ai nonni e mi sono fiondata al Pronto Soccorso. Appena ti ho raggiunto,ti ho chiamato, mi hai riconosciuto e per qualche minuto il tuo cuore ha ripreso a battere. Ma, mi hanno fatto uscire subito. In tempo brevissimo,il tuo cuore si è poi arrestato definitivamente. Se non mi avessero chiesto di mettermi da parte,forse saresti rimasto un poco più a lungo tra noi?
PARADISO, PARADISO, PREFERISCO IL PARADISO …
“Le mura sono costruite di diaspro e la città è di oro fino come cristallo purissimo. Le fondamenta delle mura sono ornate di pietre preziose di ogni sorta e hanno gli zoccoli di pietre preziose di ogni specie. E le dodici porte sono dodici perle: ogni porta è formata di una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, trasparente come vetro”. (Ap 21,18-21)
Allora ho supplicato con tutto il cuore Dio Padre, Gesù, la Madonna, i nostri amici Santi e anche Paolo, un amico ospite delle suore di Madre Teresa che, esattamente un anno prima, il 5 marzo 2017, era nato al cielo. In quell’accorata preghiera l’ho supplicato di non accettarti in Paradiso e di supplicare Gesù anche lui di lasciarti ancora tra noi. Credo sia per questo che tu non sia morto definitivamente la notte tra la domenica 4 marzo e nemmeno il lunedì 5 marzo, ma il giorno successivo, 6 marzo. In quelle prime ore del lunedì, ho svegliato di soprassalto quasi tutti i nostri amici terreni chiedendo loro preghiere. Le prime ad essere informate di quanto stava succedendo, sono state le tue amiche suore di Madre Teresa.
Esse che ti hanno voluto bene ancor prima che nascessi,hanno promesso la loro preghiera e, poi, non sono mancate il giorno del funerale. In quelle prime ore del lunedì, sono venuti dai vari reparti i rianimatori migliori, alcuni di loro nostri cari amici, eppure il tuo cuore non ripartiva. La cosa strana è che piangevo ma non ero disperata, perché certa che tu saresti sempre stato con me, comunque fossero andate le cose..certa che il tuo spirito non mi avrebbe mai abbandonata. (Purtroppo questa percezione della tua presenza spirituale non mi ha poi accompagnato con costanza nei giorni a seguire, come fosse una grazia accordatami per quel primo momento)
I medici rianimatori hanno provato ad attivarti una circolazione extracorporea perché rimanessero perfusi gli organi, e intanto ti hanno spostato nel reparto di terapia intensiva del Policlinico Maggiore.
Poiché il tuo cuore continuava a non battere, verso le 11,00, ci hanno permesso di rivederti e, subito dopo,ecco un nuovo trasporto al reparto di cardiochirurgia all'ospedale Metropolitano Niguarda, per provare un secondo intervento di circolazione extracorporea con partenza cardiaca. Erano circa le 16,00. Al Niguarda abbiamo potuto starti vicino, sia prima, sia dopo l’intervento. E questo anche la mattina dopo. Era il 6 marzo, verso le ore 12,00, quando è stato decretato che non c’era più alcuna speranza che il tuo grande cuore ripartisse .Non vedendo segni di ripresa, anzi mostrando gli altri organi segni di insufficienza ingravescente, un rianimatore mio caro amico dell’Università, ci ha comunicato che avrebbero staccatola spina della macchina che permetteva la circolazione extracorporea. Ti faccio leggere che cosa mi ha scritto, il nostro amico Matteo, dopo la tua nascita al Cielo:
“Barbara, non riesco a darmi pace per quello che è successo. Esserti stato così vicino, peraltro dopo tanti anni di lontananza, è stata un’emozione immensa, che ha dato ancor più senso alla nostra amicizia da quando, pivelli, abbiamo iniziato a condividerei sogni fino ad ora in cui, adulti, abbiamo dovuto condividere il dolore. Anche la presenza di Mauro non è stata casuale, ma dà senso al legame che esisterà sempre tra noi. quando vorrai ti farò sapere. Vi abbraccio commosso tu, Lorenzo e i tuoi splendidi ragazzi. Ti voglio bene.”.
Così facendo, in questo giorno anche Elisa e Michele,i nonni,don Carlo, tutti hanno potuto salutarti e tu ricevere l’Unzione dei malati da don Andrea (sacerdote vicino all'ospedale Niguarda), e la benedizione dal tuo grande amico don Carlo ... e ancora mille baci bagnati dalle mie lacrime. Quando non potevamo vegliarti dentro il reparto, nella sala antistante pregavamo incessantemente il rosario. Anche tanti parenti e amici atei, commossi da te, lo hanno pregato con noi, anche in ginocchio.
La nostra amica Raffaella ti ha portato la reliquia dei coniugi Martin e i nostri amici Riccardo e Benedetta una piccola stoffa che aveva asciugato le lacrime della madonnina di Civitavecchia: entrambi questi doni sono stati adagiati sul tuo cuore.
Dopo la tua nascita al cielo, martedì e mercoledì 6 e 7 marzo, abbiamo ancora vegliato sul tuo corpicino nella camera ardente dell'ospedale Niguarda, e poi nel santuario dedicato a Santa Maria Nascente, di fronte a casa nostra. Quante volte siamo stati a pregare insieme in questo santuario! Quante volte hai lì abbracciato il Crocifisso, quando veniva esposto alla tua altezza!E quante volte abbiamo lì pregato insieme quel quadro del Sacro Cuore di Gesù, che una volta vegliava la casa dei tuoi bisnonni (e che alla cui morte la tua nonna ha regalato alla Chiesa)!
Li, dove già diciotto anni fa tanti amici e parenti erano venuti per il nostro matrimonio,eccoli ritornare in processione, insieme a tanti nuovi, per donarti una preghiera, un fiore, una testimonianza di gratitudine, un canto.
Il giorno del tuo funerale, specialmente se considerata la tua giovanissima età, è stato un vero trionfo di Vita. Era giovedì 8 marzo. Per accompagnarti in questo tuo viaggio verso il Cielo, sono venuti da tante parti d'Italia: da Procida, Roma,Loreto, dall’Emilia, dal Piemonte,dal Veneto ...perfino un amico missionario dalla Tanzania che era in transito a Verona.
Al momento di seguire la tua piccola bara bianca in chiesa per il funerale, mi sono sentita mancare ma poi, sentendo le note della nostra musica preferita,la suite numero 1 di Bach per violoncello,e visti tutti i tuoi piccoli amici con decine di palloncini bianchi, mi sono presto ripresa. Durante lo scambio del segno della pace, sono salita sull' altare per scambiarla con tutti i sacerdoti concelebranti, molti dei quali non li avevo neanche informati dell'evento, e dall'altare ho scoperto che a suonare la suite era stato Simone, cognato di una nostra amica, violoncellista della Scala. Anche a lui non avevo detto della tua morte, ma lui, saputolo,ha voluto essere presente per renderti omaggio. Ti ricordi Daniele quante volte hai espresso il desiderio di andare alla Scala?Ma era necessario attendere i sei anni e in quel momento, ho pensato che con la presenza di Simone, anche questo tuo desiderio era stato dal buon Dio esaudito.
La chiesa parrocchiale era strapiena e moltissimi non sono riusciti a entrare nonostante fosse stato aperto anche il soppalco. Il celebrante ha detto che neanche a Natale la nostra chiesa è mai stata così piena. C'erano moltissimi giovani anche della Comunità Cenacolo di suor Elvira accompagnati da don Massimo e don Giancarlo, sacerdoti della Comunità. Sai Tesoro, ancora oggi mi chiedo come avessero saputo così in tanti quant’era successo, chi li abbia avvisati. Molti di coloro che hanno partecipato, mi hanno condiviso di aver provato la sensazione di essere stati trasportati in Paradiso. Anch’io durante tutto il tempo della S. Messa ho avvertito una grande pace. Al termine della celebrazione, mentre la tua piccola bara usciva dalla chiesa, i nostri amici cantori, che già ci avevano donato tanti canti meravigliosi, hanno intonato per te la canzone preferita: “Paradiso Paradiso, preferisco il Paradiso”, nel film sulla vita di San Filippo Neri. Ti ricordi quanto amavamo canticchiarla, soprattutto quando giravamo in bicicletta? Ci dava ancor più energia nel pedalare e il nostro cuore era veramente in festa.
Contemporaneamente al tuo funerale a Milano,è stata celebrata per te la S. Messa nella Santa Casa di Loreto, luogo a cui eri molto legato. Così in Cambogia, il nostro amico missionario padre Alberto, ha celebrato la S. Messa in tuo suffragio.
Ecco come ha descritto la tua Messa il nostro amico poeta Nino:
8 marzo 2018 (S. Messa per il piccolo Daniele)
Come ad un matrimonio:
le file ordinate per abbracciare
gli sposi, con i parenti dell’uno,
dell’altra, compagni (a vario titolo),
amici d’antica o recente data,
persone curiose, giunte per caso,
come per una festa attesa.
E tu che accarezzi chi hai vicino
e ti fai abbracciare, e per ognuno
sveli una parola nuova, riveli
una parola di conforto e di pianto,
(e la tua parola, di conforto
e di pianto, diviene mia, nostra),
e abbracci, piangi, preghi …
raccomandi, conforti,
… conforti, raccomandi,
e preghi, piangi, abbracci.
… Non si rammenta la morte improvvisa,
piombata nell’abisso della terra,
(si sente ancora il tonfo),
ma la vicenda d’un bimbo, portato
nel più alto dei cieli, con la vivace
leggerezza d’un bianco palloncino,
sino al suo Gesù, sino a Maria
che lo accoglie tra le sue ampie braccia,
lo guarda maternamente, sussurra
una dolce canzone: Paradiso.
… Paradiso, Paradiso, Daniele
canta, mentre in sella alla bici
serenamente sorride, sorride!
Lotta (6 aprile durante la celebrazione della Messa per Daniele)
Abissi tenebrosi di disperazione
e trasporti celestiali d’intensa luce
lottano tra di loro,
intersecandosi continuamente,
quasi a voler riguadagnare, gli uni
e gli altri, la libertà lacerata,
nell’attesa che l’aspra
pietra del sepolcro
sia definitivamente aperta.
Tra gravi armonie di violoncello,
non si vorrebbe andare via più
da qui, da questo luogo così vero.
Dopo il funerale ancora in tanti, compreso don Massimo, ti hanno accompagnato al cimitero. Là avrei voluto calarmi anch’io nella fossa con te, ma mi hanno trattenuto i “Non ti scordar di me”,fioriti ovunque e i canti bellissimi dei nostri amici, tra cui Paradiso e il blues del nostro amico Filippo:"Give me Jesus". In quel momento ho lasciato andare il palloncino bianco che mi aveva regalato una tua piccola amica e l'ho seguito salire alto alto nel cielo,finché un guizzo di luce l'ha rapito. Era forse la tua anima che l’ha portato via con sé?Bambino mio l'unica cosa difficilissima ora è sopravviverti. Quotidianamente chiedo,con tutto il mio cuore alla nostra cara Mamma del Cielo, la forza e la grazia di riprendere a vivere. Almeno quanto basta per poterti ritrovare un giorno tra le mie braccia… Tesoro mio, fammi sentire che possiamo vivere ancora il nostro bene: come può finire un amore immenso?
“Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell’amore, non ne avrebbe che dispregio”. (Ct 8,6-7)
Caro lettore, sicuramente questa storia ha suscitato nel tuo cuore tanti sentimenti, a volte contrapposti tra loro; tanti interrogativi ai quali solamente arrivato in Paradiso, avrai risposta piena. Nostro intento, con questo profilo dedicato a Daniele, è quello di farti ammirare un Capolavoro della Grazia divina e come dare senso alla nostra vita, dal suo sorgere fino al tramonto. Daniele è un Vero Angelo, “mandato dal Signore davanti a noi per custodirci sul cammino e farci entrare nel luogo da lui preparato, nella terra promessa” (Cfr. Es 23,20-23). Desideriamo coronare questa lunga lettera di mamma Barbara al suo Tesoro, con un passo molto importante del Libro biblico della Sapienza. Di fronte alla parola Divina, ogni parola umana, per quanto bella, impallidisce e decade. Che tanti nostri leciti “perché”, possano trovare, in questa Parola, una “sorgente d’acqua zampillante nella Vita eterna”. (Cfr. Gv 4,14)
“Il giusto anche se muore prematuramente, troverà riposo. Vecchiaia veneranda non è la longevità, né si calcola dal numero degli anni; ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza; e un’età senile è una vita senza macchia. Divenuto caro a Dio, fu amato da lui e poiché viveva fra peccatori, fu trasferito. Fu rapito, perché la malizia non ne mutasse i sentimenti o l’inganno non ne traviasse l’animo, poiché il fascino del vizio deturpa anche il bene e il turbine della passione travolge una mente semplice. Giunto in breve alla perfezione, ha compiuto una lunga carriera. La sua anima fu gradita al Signore; perciò ella è uscita in fretta da un ambiente malvagio. I popoli vedono senza comprendere; non riflettono nella mente a questo fatto che la grazia e la misericordia sono per i suoi eletti e la protezione per i suoi santi”. (Sap 4,7-13)
DANIELE È GIÀ AL LAVORO
“Passerò il mio cielo facendo del bene sulla terra” (S. Teresa di Gesù Bambino)
Sono molti quelli che hanno detto di avere sentito una presenza divina durante il suo funerale e altri di essere ritornati alla fede, dopo che da molto tempo se ne erano allontanati.
Ecco alcune testimonianze che dicono quanto Daniele è vivo e intercede, presso il Signore, per tutti coloro che si rivolgono a lui con fiducia.
* I medici che hanno avuto a che fare con Daniele, hanno partecipato al suo funerale, spesso portando anche i propri famigliari e scrivendo varie commemorazioni su alcuni giornali e moltissime lettere a noi.
La cosa più bella è che tra loro ci sono alcuni che si stanno aprendo alla fede. Un ex collega di Lorenzo(padre di Daniele), ad esempio,al funerale si è commosso profondamente maturando di esaudire la richiesta di suo figlio di ricevere il Battesimo e di chiedere a Lorenzo di essergli padrino. Il suo bambino frequenta la scuola elementare e ha accettato che il padrino fosse Lorenzo, proprio perché al funerale era stata “la prima volta che vedeva il suo papà piangere.”(Il Battesimo è stato amministrato il primo di maggio in una bella località piemontese.)
* Un altro medico rianimatore che non ha il dono della fede, e che si è sempre dichiarato ateo, dopo la vicenda di Daniele ha confidato ai genitori del piccolo: “Mi sto aprendo a Dio”.
* Altra Dadincidenza (Da sta per Daniele e Di sta per Dio), è stata che in tutti i momenti più delicati erano in turno proprio i rianimatori più amici della famiglia,compreso il primario di Lorenzo, che nel momento della prova, ha abbracciato per tutto il tempo Barbara, la mamma di Daniele, dimostrando per i due genitori sentimenti di compartecipazione e di forte amicizia.
* Un amico di Barbara, del Camerun, assolutamente contrario alla fede,dopo aver partecipato al funerale di Daniele, le ha confidato di essersi aperto a un dialogo su e con Dio
* Bellissima testimonianza di madre Eleonora: “Daniele sapeva di essere sensibile e empatico. Quando venivo a casa vostra, la prima cosa che mi chiedeva era se potevamo giocare a Dixit e raccontargli qualche storia di Gesù. Anche quando sfogliavamo l’album dei Pigiamax, lui diceva che il suo preferito era quello blu perché era un lottatore come Gesù. Quante cose trasmetteva nel suo gioco! Una volta quand’eravamo al mare, mi disse: “Madre Eleonora, quando tu non mi porti Gesù, tu non sei mia amica! Con te mi diverto a giocare e a mangiare il gelato però, un giorno mi devi spiegare perché: tu che sei così tanto amica di Gesù, a me non lo porti mai!”. E poi la sua innocente domanda: “Ma, secondo te, in Cielo, Gesù, si diverte giocando a pallone e a Dixit?”.
* Un’altra bellissima testimonianza, ancora di madre Eleonora: “Per quanto mi riguarda, subito dopo la nascita al Cielo di Daniele, quando nella camera ardente non era ancora vestito, ma solo ricoperto da un piccolo lenzuolo bianco, nel suo volto ho visto il volto di Gesù quando lo hanno schiodato dalla croce e la sua Mamma, Maria, lo baciava ed accarezzava. Proprio come facevate tu e Lorenzo quando, dopo aver superato il suo calvario, baciavate ed accarezzavate il corpo senza vita del vostro piccolo Tesoro. Anche quella gocciolina di sangue che scendeva dal suo labbro, rimandava al Sacro Cuore di Gesù”.
* E, una terza testimonianza, molto importante, di madre Eleonora: “Questo fatto riguarda Roberto, un bimbo che già soffriva nel grembo materno, perché aveva i polmoni bloccati, e il giudizio dei medici era decisamente negativo. Proprio in quei giorni, le persone del gruppo di preghiera, hanno pregato tanto per voi genitori e il giorno della nascita al Cielo di Daniele e per sua intercessione hanno chiesto la grazia che il piccolo Robertino potesse nascere vivo. Infatti avrebbe potuto nascere anche morto. La cosa grande è che, non solo è nato vivo, ma senza nessuna complicazione polmonare, né altre patologie. Daniele, dal Cielo, sta già lavorando!”.
*Testimonianza di Anita:poco prima di Pasqua Alberto, figlio di un’amica, (nonché compagno di scuola dello zio di Daniele, e presente al Funerale), sentendosi male e capendo di avere trascurato questo male ricorrente da piu’ di un anno,con febbre e forti dolori alla pancia, si reca al pronto soccorso e dopo la TAC viene operato d’urgenza nello stesso giorno. Trovano una massa nell’intestino,ne tagliano un pezzo,trovano che il nocciolo del tumore era aperto(non so i termini esatti) e quindi con possibilità di cellule andate altrove. Panico nella famiglia,moglie,bambini piccoli,genitori ecc.
Abbiamo cominciato a pregare,a dire la novena alla Madonna che scioglie i nodi ma con la particolarità che, separatamente,è venuta subito in mente sia a me che alla madre di Alberto a cui avevo raccontato la storia del piccolo:affidare Alberto alla Madonna tramite l’anima innocente di Daniele.Abbiamo aspettato tre settimane l’esito degli esami e ieri… la bella notizia:non è tumore maligno!!
*Testimonianza di Gaia (mamma di Valentina, amica di Daniele e che ha dedicato pubblicamente la sua Prima Comunione al suo più piccolo amico “che avrebbe tanto voluto farla”):
Vorrei condividere con voi un ringraziamento a Dani: ieri era la comunione di mia figlia e avevamo prenotato una merenda all’aperto ma tutte le previsioni fino al giorno prima davano incerto tendente al brutto con piovaschi e temporali. Ho chiesto tanto il sole a Dani perché volevo che la comunione di Vale che era offerta anche per lui fosse un giorno di luce e festa. Così è stato, e la sera nel cielo è apparso anche un bellissimo arcobaleno che non vedevo da anni. Ci manca tanto la presenza fisica di Dani e per la sua mamma è una croce dolorosissima, ma volevo dire a tutti e a te cara Barbara che ieri sono certa è stato il Dani a benedire il giorno della comunione di Vale. Grazie!
*Testimonianza di Elisa (amica): Ciao Barbara volevo portare anche la mia testimonianza..ho chiesto ogni sera a Dani di aiutarmi un po' per la mia situazione familiare.. e lui mi sta ascoltando .. grazie
*Testimonianza di Francesca (mamma di una compagna di classe di Dani): mi piace pensare che Daniele sta proteggendo i suoi compagni e infatti volevo raccontarti che sabato sera scorso le bimbe hanno avuto il saggio di danza e Camilla durante una pausa ha rischiato di morire: le è caduta in testa una trave. Abbiamo subito chiamato soccorso e quando lei si è trovata da sola nell'ambulanza ha raccontato all'infermiere che era Daniele il suo amico che l'ha protetta. So che ti si strazia il cuore ma Daniele ora è più vivo che mai perché è in tutti i nostri cuori..i bambini ci hanno fatto capire una bella cosa: la morte va accettata, fa parte della Vita e non è la fine di tutto. Loro la stanno vivendo come una cosa normale, Sono più bravi di noi. (Camilla ha poi confermato a mamma Barbara di aver avvertito la protezione del“suo angelo” Daniele)
*Testimonianza di Davide, padrino di Daniele (5.7.18): mentre iniziavo rosario per Daniele (e per mio padre) mi è arrivata un’inaspettata telefonata che annunciava la riapertura di un progetto - che in precedenza sembrava abortito - per poter utilizzare parte del ricavato del commercio di sacchetti di zucchero per la costruzione di altri pozzi in Malawi… mi sa che Dani li vuole proprio i pozzi!
Sono già iniziati i lavori per la costruzione di due pozzi uno nel villaggio di Kuliyawo e uno in quello di Sekanawo..ad agosto troveremo il posto più adatto per il terzo..poi col ricavato delle vendite dello zucchero ne faremo altri… sembra che le ditte adibite alla costruzione di pozzi non abbiano mai lavorato così tanto da quando Dani è salito al cielo!
*Testimonianza di Valeria, mamma di Carletto, cui probabilmente Dani è apparso durante la sua nascita al Cielo (17.8.18): Non sapevo fosse oggi il compleanno di Daniele, credevo fosse a giugno... ma proprio oggi Carlo è caduto dal letto e non si è fatto nulla: il suo amico dal Cielo lo ha protetto!
Ci siamo spaventati molto per la caduta dal letto di Carlo ma lui ha solo pianto un po’ senza riportare neanche un graffio. Ogni giorno canto a Carlo la filastrocca dell’angelo bambino (che Valeria ha scritto per Daniele)e lui sorride sempre,si calma e si addormenta. Il tuo bambino è vicino al mio e a tutti noi.
*Testimonianza di Paola : Daniele mi metteva alla prova. Quando due anni fa andavo le prime volte a casa loro il lunedì sera a recitare il rosario mi guardava, come se volesse interrogare il mio goffo impaccio. Una sera (lui dunque doveva avere 3 o 4 anni aveva afferrato con le due mani la mia borsa che avevo abbandonato sul divano, sollevandola in alto. "Dani, attento! La mia borsa è pesantissima!" Ero io in verità a sentirmi pesante in quelle riunioni dove le persone erano rese trasparenti dalla presenza di Maria, ma anche la mia borsa era pesante: tutto quello che c'è nella borsa di una donna più il salterio, l'agenda e l'ombrello. Ma Danielino senza lasciare la presa, come se volesse sollevare me stessa, aveva detto: "io sono forte". Lo avevo guardato e dal cuore mi era uscito un: "Tu sei fortissimo". Questa esclamazione mi era arrivata oltre quel suo gesto, oltre me e la mia borsa: come una constatazione.
In chiesa, alla messa della domenica, arrivava con la sua mamma e il suo papà. Stavano in fondo sulla destra. Io facevo la questua e Daniele aveva in mano le monete. Le prime volte, per qualche domenica aveva esitato a deporle nel cesto. Guardava la mamma e guardava me e sembrava preso da un altro pensiero. Ultimamente se pur con qualche esitazione lasciava cadere le monete aprendo la mano a cinque dita tese.
Poi guardava me che approvavo, come se non capissi e guardava la sua mamma in una intesa segreta raggiunta tra loro. Io non capivo e pensavo con la mia testa limitata che volesse tenersi le monete per sé, ma ora la sua mamma mi ha spiegato. Daniele non voleva lasciare tutti i soldi nel cesto della messa non per tenerli per se, bensì per darli alle persone che chiedevano l'elemosina fuori dalla Chiesa. Il suo papà, come Don Carlo, era contrario a fare delle elemosine " al buio ",mentre la mamma ha sempre pensato alle cinque dita di Madre Teresa come a una promessa di felicità per la nostra vita... e aveva condiviso con Dani il ricordo di un testo del suo sussidiario in cui l'autore si era convertito vedendo i cristiani generosi con i mendicanti fuori dalla chiesa. Daniele di solito prendeva sempre le posizioni della mamma e quando lasciava cadere tutti i soldini nel cesto dell'elemosina era perché la mamma lo rassicurava di averne altri per i mendicanti fuori dalla chiesa..quando invece la mamma usciva senza borsa Dani risolveva la dimenticanza spartendo con i mendicanti le monete che gli dava papà.
Da ultimo lo vedevo arrivare alla distribuzione dell'Eucarestia, in fila con la mamma o il papà. Con un desiderio evidente di riceverla anche lui. Si sentiva pronto: era pronto.
Il giorno del funerale di Daniele ero in ambulatorio dell'ospedale in via Commenda. A fine mattina ho avuto due ore di 'libera uscita'. "Vada pure a casa e torni". Sono scesa alla MM di Crocetta con l'idea del tutto incauta rispetto alla mia condizione di arrivare a Santa Maria Nascente per dire una preghiera e sistemare i molti fiori arrivati al mattino col funerale.
Era un'idea improvvisa subito messa a riposo per 'buon senso'. Scesa in MM ho visto un ragazzo dalla pelle scura con la testa avvolta in uno scialle che cercava di chiedere una indicazione ai viaggiatori ma non riusciva a spiegarsi. Mi sono avvicinata. Diceva: "Lampugnano". Ho cercato di spiegargli ma era troppo difficile soprattutto per il cambio in Duomo. Allora gli ho detto: "vieni con me". Mi si è attaccato stretto senza parole e nel passaggio in Duomo non mi ha perso di un passo. Poi saliti sul tre nomi si è seduto vicino. Finalmente l'ho guardato e gli ho chiesto: "come ti chiami?"
Con un sorriso radioso di una luce inaspettata mi ha risposto: "Emmanuele". Arrivati a QT8 lo ho affidato ad un vicino: "Lo faccia scendere alla prossima". E sono entrata nella Chiesa di Santa Maria Nascente stracolma di fiori bianchi |